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Bode Museum, Berlino - Decorazione musiva parietale di San Michele in Africisco

Iconographic description

Nel catino absidale campeggiano, solenni, tre figure frontali, su uno sfondo d'oro che in basso si tramuta in un verde prato ondulato, cosparso di gigli bianchi e di fiori vermigli. Il personaggio centrale, il Cristo, è imberbe, ha il capo nimbato e indossa una tunica clavata e un manto rosso; tiene con la mano destra una lunga croce gemmata e con la sinistra un codex aperto su cui si legge: qui vidit me, vidit et Patrem. Ego et Patrem unum sumus. Il Salvatore è affiancato da due Arcangeli dalle grandi ali bicrome abbassate, individuati ciascuno dal proprio nome: Michele e Gabriele. Entrambi presentano il capo nimbato e reggono con la mano sinistra una lunga verga aurea; la destra è alzata in gesto di acclamazione. La cornice è costituita da una larga fascia decorata con racemi vegetali e colombe: al centro, entro un medaglione, è raffigurato l'Agnello. La decorazione musiva dell'arco trionfale è divisa in due registri sovrapposti: nel registro primo, superiore, al centro è visibile Cristo barbato e nimbato, con vesti color porpora, mentre siede su un trono gemmato. Con la mano sinistra regge un codex chiuso, mentre tiene la destra alzata in atteggiamento benedicente. Ai lati del Messia stanno gli arcangeli: quello alla sua destra impugna con la sinistra una canna sormontata da una spugna, mentre quello alla sua sinistra regge una lancia. Seguono, a sinistra e a destra del Cristo, rispettivamente quattro e tre angeli, privi di nimbo, con tuniche bianche e pallii bianchi; questi sono raffigurati nell'atto di suonare una lunga tromba d'oro. Tutti hanno i piedi nascosti da nuvole azzurre, verdi e rosse. Nel registro secondo erano raffigurati da una parte san Cosma e dall'altra san Damiano. Dei due santi oggi rimane solo il nome mentre le loro sagome, nei restauri del 1951-1952, sono state coperte con colore neutro.

Iconological description

Secondo Klaus Wessel, l'intera decorazione ha come scopo quello di esaltare la natura divina e umana del Cristo e quindi tende a contrapporsi all'eresia ariana (WESSEL 1961, Il mosaico di San Michele, p. 392). Anche secondo Giuseppe Bovini, il mosaico del catinoabsidale esalterebbe il Cristo vincitore, in particolare, sull'eresia ariana: nel codex aperto, tenuto in mano dal Salvatore, si legge infatti una frase giovannea che esalta l'uguaglianza, negata da Ario, fra Padre e Figlio. Bovini ritiene che nel registro primo dell'arco trionfale sia rappresentata una scena apocalittica (BOVINI 1970, Edifici di culto d'età, p. 208), mentre nel registro secondo, la scelta di porre i santi Cosma e Damiano sia da collegarsi alla diffusione del loro culto nel 6. sec.: secondo la tradizione, infatti, l'imperatore Giustiniano sarebbe stato guarito da una grave malattia grazie alla loro intercessione.