Decorazione musiva parietale di S. Apollinare Nuovo, Guarigione dell'emorroissa

Ravenna, S. Apollinare Nuovo, Guarigione dell' Emorroissa

Ravenna, S. Apollinare Nuovo, Guarigione dell' Emorroissa

SUBJECT

SUBJECT

Identification

Basilica di Sant'Apollinare Nuovo, Ravenna - Guarigione dell'emorroissa

73 C 46 4

Iconographic description

Cristo imberbe, vestito di tunica e di pallio color porpora e con il capo nimbato, seguito da un Apostolo, avanza da sinistra a destra, rivolgendo la mano destra in basso, verso una donna inginocchiata, in atteggiamento di proskynesis, avvolta in un mantello di colore grigio-verde, con riflessi violacei che le copre le mani e la testa. Dietro alla donna compaiono tre personaggi in piedi, raggruppati: i due davanti, di aspetto giovanile e imberbi, sono vestiti con una tunica bianca e con una paenula (mantello rotondo, senza maniche), rossa per il personaggio sulla sinistra e ametista per quello sulla destra; in secondo piano, dietro ad essi, sta un terzo personaggio, barbato, di cui si scorge solo la testa.Nella scena non compare alcun elemento naturalistico (ANGIOLINI MARTINELLI 1992, La cultura artistica a Ravenna, p.170).

Iconological description

La Guarigione dell'emorroissaLc, 8, 43-48: C'era là una donna che già da dodici anni aveva continue perdite di sangue. Aveva speso tutto il suo denaro con i medici, ma nessuno era riuscito a guarirla. Essa si avvicinò dietro a Gesù e arrivò a toccare l'orlo del suo mantello. E subito la perdita di sangue si fermò. Gesù disse: "Chi mi ha toccato?"Tutti dicevano che non lo avevano toccato, e Pietro esclamò: "Maestro, vedi che la folla che ti circonda e ti schiaccia da tutte le parti!" Ma Gesù insistette: "Qualcuno mi ha toccato: mi sono accorto che una forza è uscita da me". Allora la donna si rese conto che non poteva più rimanere nascosta. Si fece avanti tutta tremante, si gettò ai piedi di Gesù e disse davanti a tutti per quale motivo aveva toccato Gesù e come era stata subito guarita. Gesù le disse: "Figlia mia, la tua fede ti ha salvata. Và in pace!"Raffaele Garrucci, Friedrich Gerke e Clementina Rizzardi ritengono che l'episodio raffigurato sia quello del pentimento dell'adultera, raccontato in Gv 8, 1-10 (GARRUCCI 1877, Musaici cimiteriali e non cimiteriali, p. 57; GERKE 1972, Nuove indagini sulla decorazione, p. 82; RIZZARDI 1989, L'arte dei Goti a Ravenna, p. 379).Corrado Ricci, Carl-Otto Nordström e Friedrich Wilhelm Deichmann sostengono che si tratti dell'episodio della guarigione dell'emorroissa (RICCI 1933, Tavole storiche dei mosaici, pp. 24-25; NORDSTRÖM 1953, Ravennastudien: Ideengeschichtliche und Ikonographische, p. 60; DEICHMANN 1974, Kommentar, pp.165-166).Rita Zanotto indica come elemento a sfavore di quest'ultima interpretazione il fatto che in questa raffigurazione non è presente la caratteristica iconografica qualificante l'emorroissa, ossia il gesto di toccare il mantello di Gesù; la studiosa riprende Joseph Wilpert che, a partire da Mt 15, 21-28, ha identificato la scena con la rappresentazione della Cananea che chiede la guarigione della figlia tormentata dal demonio (WILPERT 1976, Die Romischen Mosaiken der kirchlichen, p. 816; ZANOTTO 1999, Riesame iconografico di un pannello, p. 663).Sulla base del confronto della scena con quella rappresentata in un affresco di S. Angelo in Formis a Capua, Joseph Wettstein indica la donna supplice come la madre dei figli di Zebedeo, ossia gli apostoli Giacomo e Giovanni, per i quali essa chiese a Cristo di sedere a fianco a lui nel suo regno (WETTSTEIN 1961, Probléme d'iconographie ravennate, pp. 93-97).