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Identification

Chiesa di Santa Sofia, Istanbul – Cristo – Costantino 9. Monomaco – Zoe

11D322 : 11H (COSTANTINO 9. MONOMACO) : 11HH (ZOE)

Iconographic description

Il riquadro presenta Cristo assiso in trono tra l'imperatore Costantino 9. Monomaco (1042 – 1055) e l'imperatrice Zoe (1028 – 1050), rispettivamente a sinistra e a destra. Cristo ha il volto barbato ed il nimbo crucisegnato; veste pallio e tunica color indaco, tiene nella mano sinistra un codex, mentre ha la destra in atteggiamento benedicente, secondo l'iconografia ortodossa; siede su un trono decorato con pietre preziose, privo di schienale, corredato di un cuscino azzurro e oro. Il codex, dal quale spuntano tre strisce di cuoio, è chiuso e riccamente gemmato: al centro della copertina è raffigurata una croce greca, con perle, mentre nei quattro angoli compaiono ornamenti a forma di foglie di edera. Costantino 9. Monomaco tiene nelle mani l'apokombion, ossia una borsa contenente denaro per largizioni cerimoniali (almeno tre chili d'oro). Zoe, invece, tiene nelle mani un cartiglio di pergamena sul quale sono indicate le donazioni dei reali alla chiesa. Entrambi gli imperatori hanno il capo incoronato e nimbato, indossano vesti riccamente decorate con gemme di varie forme e colori, e portano pendenti ai lati del volto. In particolare, la corona dell’imperatore è sormontata da una croce gemmata (Paola Porta, in VENEZIA E BISANZIO 2005, p. 301). Secondo Thomas Whittemore, l'intero riquadro viene probabilmente commissionato dal primo marito di Zoe, Romano III Argiro, fra il 1028 e il 1034. Fra il 1042 e il 1055, l'imperatrice fa sostituire la testa del primo marito (e la relativa iscrizione) con quella del terzo, ossia Costantino 9. Monomaco; in quell’occasione, secondo la maggior parte degli studiosi, vengono rifatti anche i volti del Cristo e di Zoe. Secondo Bente Kiilerich, sulle orme di Viktor Lazarev, il ritratto di Costantino 9. Monomaco ha sostituito quello del suo predecessore, Michele 4. Paflagonio (1034 – 1041). Cyril Mango ritiene valida la possibilità di due rifacimenti: il ritratto di Romano mutato in Michele, poi trasformato in Costantino. La parte inferiore del mosaico, soprattutto in corrispondenza dell'imperatrice Zoe, al di sotto del cartiglio, è piuttosto frammentaria. Tutti i personaggi sono identificati tramite iscrizioni (WHITTEMORE 1942, The mosaics of St. Sophia, pp. 9-20; BECKWITH 1967, L'arte di Costantinopoli, p. 67; LAZAREV 1967, Storia della pittura bizantina, p. 149; KAHLER 1967, Die Hagia Sophia, pp. 58-62; MANGO 1997, Hagia Sophia, p. 148; FOBELLI 2005, Un tempio per Giustiniano, p. 205, nota 26; KIILERICH 2005, Rifacimenti nel pannello macedone, pp. 100-108; TREADGOLD 2005, Storia di Bisanzio, p. 219; DELLA VALLE 2007, Costantinopoli e il suo impero, p. 94; BISANZIO COSTANTINOPOLI ISTANBUL 2008, p. 160).

Iconological description

La scena presenta il tema della filantropia e della liberalità cristiana degli imperatori nei confronti della Grande Chiesa. Il mosaico ricorda la donazioni imperiali che venivano frequentemente elargite a Santa Sofia (CONCINA 2002, Le arti di Bisanzio, pp. 171-172; Silvia Pasi in VENEZIA E BISANZIO 2005, p. 59; COSTANTINOPOLI ISTANBUL 2008, p. 160).