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Identification

Chiesa di Santa Sofia, Istanbul – Sala sopra il vestibolo con frammenti di Deesis - Apostoli - Patriarchi - Santi

11U4 : 11I3 : 71C

Iconographic description

La sala sopra il vestibolo ha perso quasi tutte le tracce della sua originaria decorazione. I mosaici attuali sopravvivono solamente in esigue aree frammentarie. Il timpano settentrionale presenta frammenti di Deesis: al centro, Cristo è raffigurato seduto su un trono a lira; indossa una tunica sotto l’imation e regge con la mano sinistra un evangelario chiuso; la mano destra è sollevata in gesto di benedizione; il capo doveva essere probabilmente nimbato. A sinistra, compare la Vergine orante, rappresentata di tre quarti, con il volto frontale e con le braccia rivolte verso Cristo; veste il maphorion sopra la stola; i polsini della stola sono decorati da un motivo a losanghe. A destra di Cristo era presente una terza figura (san Giovanni Battista), di cui rimangono solo le punte della dita accanto al cuscino sul quale siede Cristo. La scena era circondata da un’iscrizione liturgica di cui è rimasta solo qualche traccia. Per quanto riguarda la volta, al centro del pennacchio orientale, tra la campata settentrionale e quella centrale, è presente un frammento del mosaico raffigurante San Pietro; nella parte superiore è visibile la gamba sinistra di una figura stante che regge un rotolo: tale figura è stata identificata come il profeta Ezechiele. Nella campata centrale, all'interno della lunetta orientale, è rappresentato sant’Andrea, personaggio collocato a sinistra in un gruppo di tre, del quale rimangono parte del busto ed una mano in atto di benedizione; accanto a questa figura si trovano i frammenti di un apostolo non identificato, forse san Luca. Nella campata meridionale, all'interno della lunetta orientale, sopravvivono frammenti dei busti di tre personaggi. A sinistra è raffigurato san Simone Zelota, con barba e capelli scuri: mancano tessere sul braccio destro, sulla tunica e attorno agli occhi ed alla bocca; con la mano sinistra regge un rotolo. Al centro, quasi totalmente erosa, compare la figura del patriarca Germano che indossa uno sticharion con clavi, un phelonion e un omophorion decorato con croci. A destra è rappresentato il patriarca Niceforo, con barba e capelli bianchi, che indossa le stesse vesti del personaggio a sinistra; la mano destra è in atteggiamento di benedizione, mentre la mano sinistra velata regge un codex. Sempre nella campata meridionale, all'interno della lunetta occidentale, san Giacomo è il personaggio collocato a destra nell'ambito di un gruppo di tre: di lui rimangono la parte superiore della testa e un segmento del nimbo; al centro è rappresentato il patriarca Tarasio, del quale è sopravvissuta solo la parte superiore della testa; la figura a sinistra è quella del patriarca Metodio, del quale rimane la parte superiore della testa. Sul lato orientale della volta della campata meridionale, al centro è raffigurato santo Stefano Protomartire, con il volto sbarbato, in atteggiamento orante; mancano delle tessere sul volto, sul lato destro, sull’avambraccio sinistro sulla parte inferiore. A destra è rappresentato san Costantino il Grande, di cui rimangono solo alcuni frammenti del volto: ha una barba nera corta e la corona con prependulia è simile a quella portata dall’imperatore Alessandro nella galleria settentrionale della stessa chiesa di S. Sofia. Sul lato occidentale sono rimasti i frammenti di una figura non identificata (spalla destra) che indossava omophorion e phelonion; si riconoscono poi i frammenti di una figura orante (mano destra e polsino): si ipotizza che fosse rappresentata sant’Elena. Nell'intradosso orientale compare una decorazione con motivo vegetale. Nella luce centrale si trova un medaglione con al centro una croce ed un motivo vegetale (CORMACK 1977, The mosaics of St. Sophia at Istanbul, pp. 212-231; BISANZIO COSTANTINOPOLI ISTANBUL 2008, p. 148).

Iconological description

Le diciotto figure frammentarie che si dirigono verso la Deesis sono costituite dagli Apostoli e dai Patriarchi di Costantinopoli che avevano elaborato alcune dottrine in difesa delle immagini durante la lotta iconoclasta (Germano, Niceforo, Metodio e Tarasio) nell'847 ca., dopo la canonizzazione di Metodio. La loro presenza in mezzo agli apostoli voleva dire che, difendendo le immagini, essi erano divenuti loro successori (BISANZIO COSTANTINOPOLI ISTANBUL 2008, p. 148).