PRESERVATION STATUS & RESTORATION

PRESERVATION STATUS

Date

1805 - 1930

Reference to the part

pavimento musivo

Description

Nel 1805 la chiesa di S. Michele in Africisco, soppressa, viene venduta e interdetta al culto. Pochi anni dopo, esattamente nel 1812, mentre una parte dell'edificio viene lasciato in uso al parroco per le sacre funzioni, la navata sinistra viene comprata da Andrea Cicognani e utilizzata come mercato del pesce. In aggiunta a queste vicende lo stato di conservazione del tappeto musivo viene aggravato dal costante fenomeno della subsidenza tipica del territorio ravennate e della falda sempre più prossima alla superficie di calpestio, elemento costante di degrado per tutti i pavimenti musivi di Ravenna (AGOSTINELLI 2007, Interventi e restauri nell'ex, p. 283; BARTOCCINI 1930, Il mosaico pavimentale di San, pp. 11-13).

RESTORATION

Date

1930

Responsible institution

Ravenna, Soprintendenza ai Monumenti (dal 1907)

Management of the work

Renato Bartoccini

Description

Nel novembre del 1930 il geom. Francesco Mambelli, nell'approfondire il piano del forno del panificio Giorgioni, sito in via Casa Matha e che dal 1912 occupava esattamente l'abside ancora integra della chiesa di S. Michele in Africisco, rinviene un tratto del primitivo pavimento a mosaico a 2,50 m dal piano attuale della strada e ne dà immediata comunicazione a Renato Bartoccini, a quella data Soprintendente ai monumenti di Ravenna. Si tratta di un riquadro completo lungo 3,66 m e largo 2,46 m che apparteneva al primo tratto verso il fondo della navatella sinistra. Il mosaico si presenta abbastanza integro, anche se nella parte centrale è visibile una zona lacunosa; suddiviso in due parti di 1,85 x 2,30 m ciascuna e subito distaccato, viene portato in deposito al Museo Nazionale di Ravenna per il dovuto restauro (BARTOCCINI 1930, Il mosaico pavimentale di San, pp. 11-13; RICCI 1937, Monumenti B, p. 8, nota 3; FARIOLI 1965, Mosaici pavimentali d'età, p. 352; AGOSTINELLI 2007, Interventi e restauri nell'ex, pp. 284-285; FIORENTINI RONCUZZI 2007, Degrado chimico-fisico, p. 315).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

consolidamento

Description

Il lavoro di distacco si presenta particolarmente difficile non solo a causa dell'acqua che bagnava il tappeto musivo al momento del ritrovamento, ma ancor più difficile risultano le operazioni di rimozione a causa di un sottofondo formato da grossi pezzi di macigno e di mattoni gettati alla rinfusa per un rilevante spessore, insieme con durissima calce, legante di tipo idraulico formato da calce aerea e polvere di mattone insieme a sabbia quarzosa. Una volta recuperato viene messo su lastre di cemento Portland e rinforzato internamente con armatura di ferro (BARTOCCINI 1930, Il mosaico pavimentale di San, pp. 11-13; FIORENTINI RONCUZZI 2007, Degrado chimico-fisico, p. 313).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

integrazione / rifacimento

Description

Le lacune vengono lasciate a vista, riempite dello stesso cemento usato come sottofondo. Le tessere mancanti vengono sostituite con tessere simili alle originali ma di riutilizzo; si possono distinguere le tessere di cotto perché di un rosso meno intenso, nei bianchi e gialli chiari si notano cubetti e parallelepipedi perfetti evidentemente ottenuti con mezzi meccanici, nei verdi le tessere moderne sono più levigate; nei neri invece le reintegrazioni sono eseguite con tessere antiche e perciò indistinguibili (BARTOCCINI 1930, Il mosaico pavimentale di San, pp. 11-13; FIORENTINI RONCUZZI 2007, Degrado chimico-fisico, p. 315).

PRESERVATION STATUS & RESTORATION (2)

PRESERVATION STATUS

Date

1989, ante | 1989

Reference to the part

pavimento musivo

Description

L'impiego di cemento Portland come malta d'allettamento, molto usato negli anni trenta per la sua resistenza, si rivela purtroppo una scelta che aggraverà lo stato di conservazione del pavimento musivo di S. Michele in Africisco. Il contatto tra il cemento e le parti di malta originaria rimaste attaccate alle tessere provoca infatti reazioni negative; inoltre i ferri dell'armatura interna, ossidandosi, sono aumentati di volume provocando rigonfiamenti e spaccature sulla superficie musiva (FIORENTINI RONCUZZI 2007, Degrado chimico-fisico, p. 315).

RESTORATION

Date

1989

Responsible institution

Ravenna, Soprintendenza per i Beni Architettonici e Ambientali

Management of the work

Francesco Zurli

Description

Una delle due parti del pavimento musivo è stato oggetto di un restauro capillare da parte degli allievi della Scuola per il Restauro del Mosaico di Ravenna. Subito si sono potuti riscontrare diversi problemi dovuti al restauro degli anni trenta: erano state usate tessere compatibili come materiale, ma di recupero, rendendo perciò difficile la lettura, ossia cogliere la differenza tra originale e intervento di restauro; la malta di cemento Portland, troppo fluida, ha inglobato in molti punti le tessere; le uniture non tengono conto degli andamenti originali, inoltre per fare le sezioni sono state tolte molte file di tessere, quando ne sarebbe bastata una sola, le quali sono state poi ricollocate in modo molto diverso dall'antico. Le lacune sono state lasciate senza soluzione (FIORENTINI RONCUZZI 2007, Degrado chimico-fisico, pp. 312-315).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

consolidamento

Description

Tramite complicate operazioni viene rimossa la parte retrostante di cemento Portland, i ferri dell'armatura interna e il mosaico viene ricollocato su pannello di aereolam, usando un letto di malta di carbonato di calcio, Primal AC 33 e resina ad emulsione acrilica (FIORENTINI RONCUZZI 2007, Degrado chimico-fisico, p. 315).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

pulitura

Description

Nella parte centrale, dove si nota una evidente fascia scura dovuta a un incendio, nessun prodotto ha potuto cancellare questo tipo di inscurimento. Per la pulitura meccanica ci si avvale di spazzole e bisturi, preferendole all'azione di martello e scalpello (FIORENTINI RONCUZZI 2007, Degrado chimico-fisico, p. 315)