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Chiesa di San Salvatore in Chora, Istanbul - Il censimento a Betlemme

73 B 12 3

Iconographic description

A sinistra, Cireneo, governatore della Siria, è rappresentato nell’atto di soprintendere al censimento ordinato da Cesare Augusto: egli siede su un trono dorato, con i piedi che poggiano su un suppedaneo. Indossa un mantello militare (clamide), fermato sulla spalla destra da una fibbia e con la mano destra regge un oggetto cilindrico bianco, forse un emblema del potere. Il suo copricapo assomiglia a quello di Teodoro Metochita, ritratto nell’endonartece della stessa chiesa di S. Salvatore in Chora. Alla sinistra di Cireneo è presente, stante, una guardia armata di tutto punto, con corazza, lancia, scudo e spada. Al centro della scena, sono posizionati uno scriba e una seconda guardia: lo scriba veste una corta tunica su una veste lunga e regge nelle mani un rotolo spiegato, sul quale scrive i nomi; la seconda guardia, più anziana della prima, poggia la mano sinistra su una spada nel fodero, puntata al suolo. Lo scriba e la seconda guardia sono rivolti verso Maria, raffigurata come una figura insolitamente di alta statura: è stante, incinta, con la testa chinata verso gli ufficiali; con la mano destra sposta il maphorion sulle spalle, mentre l’altra mano è nascosta nel drappeggio. All'estrema destra, è raffigurato Giuseppe, con il capo nimbato e con alle spalle i suoi quattro figli, piegato verso la Vergine, per assisterla e sostenerla. Cireneo e Maria, le figure principali della scena, prevalgono sulle altre: infatti, sono rese più grandi e sono collocate simmetricamente di fronte ad elementi architettonici verticali. Come evidenzia Tania Velmans, l'architettura dietro Maria non riflette l'ambiente reale: è infatti composta da due elementi sovrapposti che non hanno alcun rapporto tra di loro e si trovano collegati da due gradini che non conducono da nessuna parte. John Beckwith sottolinea il fatto che la scena sia nuova dal punto di vista iconografico, mentre Jannic Durand mette in evidenza che le componenti del pittoresco e del fantastico (UNDERWOOD 1966, The Kariye Djami, vol. 1, pp. 88-89; LAZAREV 1967, Storia della pittura bizantina, p. 359; BECKWITH 1967, L'arte di Costantinopoli, p. 98; CIMOK 1993, Chora mosaics and frescoes, p. 45; CIMOK 1997, Mosaics in Istanbul, p. 140; MANGO 2000, Chora, p. 106; DURAND 2001, Arte bizantina, p. 190; VELMANS 2006, L'arte monumentale bizantina, pp. 242-243; DELLA VALLE 2007, Costantinopoli e il suo impero, p. 129).

Iconological description

La scena fa riferimento al Vangelo di Luca (2, 4-5), al Protovangelo di Giacomo (17, 1) ed al Vangelo dello Pseudo Matteo (13).