PRESERVATION STATUS & RESTORATION

RESTORATION

Date

843 - 846

Reference to the part

intero complesso decorativo

Description

Durante gli anni del breve periodo di reggenza di Michele Sincello, abate del monastero di Chora, l’edificio subisce un restauro non meglio precisato (UNDERWOOD 1966, The Kariye Djami, vol. 1, p. 7).

PRESERVATION STATUS & RESTORATION (2)

PRESERVATION STATUS

Date

1077, ante | 1077

Reference to the part

intero complesso decorativo

Description

L’edificio monastico di San Salvatore in Chora si trova in condizioni particolarmente rovinose e precarie (UNDERWOOD 1966, The Kariye Djami, vol. 1, pp. 7, 8).

RESTORATION

Date

1077 - 1081

Reference to the part

intero complesso decorativo

Description

Si documenta una ricostruzione dell’edificio monastico di Chora, patrocinata da Maria Doukaena, matrigna dell’imperatore Alessio 1. Comneno (regnante tra il 1081 e il 1118), databile al 1077 - 1081 (KARIYE, FROM THEODORE METOCHITES 2007, pp. 17, 18; UNDERWOOD 1966, The Kariye Djami, vol. 1, p 10).

PRESERVATION STATUS & RESTORATION (3)

RESTORATION

Date

1120

Reference to the part

abside, naos

Description

Evidenze di trasformazioni architettoniche che interessano l’abside e la navata centrale emergono durante gli scavi archeologici del 1957 - 1958. Queste ricostruzioni sono databili agli anni venti del 1100 e attribuibili al principe Isacco Comneno, nipote di Maria Doukaena e fratello dell’imperatore Giovanni 2. Comneno. Oggetto di ricostruzione sono parte della navata centrale, l’abside e la cupola (KARIYE, FROM THEODORE METOCHITES 2007, pp. 17, 18; UNDERWOOD 1966, The Kariye Djami, vol. 1, pp. 10-13).

PRESERVATION STATUS & RESTORATION (4)

PRESERVATION STATUS

Date

1204 - 1300

Reference to the part

intero complesso decorativo

Description

L’edificio di San Salvatore in Chora subisce danneggiamenti e incurie durante l’occupazione latina di Costantinopoli dal 1204 al 1261. Intorno alla fine del 13. secolo l’edificio e le sue decorazioni interne sono in condizioni di conservazione particolarmente precarie, tali da renderne impraticabile l’utilizzo (UNDERWOOD 1966, The Kariye Djami, vol. 1, p. 13; KARIYE, FROM THEODORE METOCHITES 2007, pp. 17, 18).

RESTORATION

Date

1315 - 1321

Reference to the part

intero complesso decorativo

Description

L’uomo di stato e intellettuale Teodoro Metochite finanzia importanti lavori di restauro dell’edificio. Oltre ad ampliare il monastero con nuove articolazioni, dispone la ricostruzione della cupola della navata centrale, la cornice della quale è decorata con il suo monogramma, e provvede al rinnovamento della decorazione dell’intero spazio interno dell’edificio, nei suoi rivestimenti marmorei, mosaici e affreschi. Della precedente decorazione rimangono solo alcuni frammenti (KARIYE, FROM THEODORE METOCHITES 2007, pp. 19, 20; CIMOK 1987, Chora mosaics and frescoes, pp. 6-7).

PRESERVATION STATUS & RESTORATION (5)

PRESERVATION STATUS

Date

1343

Reference to the part

Rifiuto dell’offerta di Giacchino

Description

Si ritiene che a causa del terremoto dell’ottobre 1343, il primo dopo il completamento della decorazione musiva fatta realizzare da Teodoro Metochite, il riquadro raffigurante il Rifiuto dell’Offerta di Gioacchino subisca danneggiamenti e perdite (UNDERWOOD 1966, The Kariye Djami, vol. 1, p. 61).

PRESERVATION STATUS

Date

15. secolo - 18. secolo

Reference to the part

intero complesso decorativo

Description

Tra il 1495 e il 1511 la chiesa di San Salvatore in Chora viene convertita in moschea da parte di Hadim Ali Paşa. Nel 1568 il tedesco Stephan Gerlach descrivendo l’edificio annota come i mosaici e le pitture ad affresco dell’interno siano visibili. È solo tra il 17. e il 18. secolo che tali decorazioni, in accordo con le pratiche religiose islamiche che prevedono il divieto di raffigurazioni iconiche, vengono ricoperte da intonaco o da assi in legno (KARIYE, FROM THEODORE METOCHITES 2007, pp. 20, 21; CIMOK 1997, Mosaics in Istanbul).

RESTORATION

Date

1876

Reference to the part

San Pietro, San Paolo, Gesù Cristo, Vergine Hodegetria

Description

Durante le operazioni di restauro di cui è oggetto la moschea di Kariye Camii nel 1876, di cui rende nota Alexandros Paspates, si mettono in luce alcune decorazioni musive precedentemente ricoperte da intonaco. Si provvede a liberare dall’intonaco e ad eseguire una parziale pulitura delle immagini dei Santi Pietro e Paolo, collocate ai lati della porta che dal nartece interno conduce nella navata centrale, e delle figure di Cristo e della Vergine ai lati dell’abside della navata centrale. Tali mosaici, successivamente alle operazioni conservative, vengono ricoperti da assi in legno (UNDERWOOD 1966, The Kariye Djami, vol. 1, p. 44; RESTORING BYZANTIUM 2004, p. 32).

PRESERVATION STATUS & RESTORATION (6)

RESTORATION

Date

1929

Reference to the part

pilastri del nartece interno, Dormitio Virginis, Gesù Cristo, Vergine Hodegetria

Responsible institution

Istanbul, Evkaf

Description

Nel 1929 si realizzano interventi di pulitura di alcuni dei mosaici che decorano la moschea di Karyie Camii di Istanbul. Ad essere oggetto degli interventi sono i mosaici dei riquadri raffiguranti la Vergine e i Santi collocati nei pilastri che separano le campate del nartece esterno, il riquadro della Dormitio Virginis, collocato nella parete ovest della navata centrale al di sopra della porta di ingresso, e le figure di Cristo e della Vergine ai lati dell’abside della navata centrale (UNDERWOOD 1966, The Kariye Djami, vol. 1, pp. 162-167; RESTORING BYZANTIUM 2004, p. 33).

PRESERVATION STATUS & RESTORATION (7)

PRESERVATION STATUS

Date

1947, ante | 1947

Reference to the part

intero complesso decorativo

Description

Nel 1945 la moschea di Kariye Camii viene sconsacrata e posta sotto la pubblica giurisdizione del Dipartimento dei Monumenti Antichi e dei Musei e sotto la custodia dell’amministrazione del Museo di Ayasofya. Le condizioni di conservazione dell’edificio e delle sue decorazioni musive e affrescate si presentano particolarmente precarie. I mosaici sono parzialmente oscurati da accumuli di sporco, pigmenti gialli e molti residui di bianco di calce. In alcuni punti i mosaici sono ancora completamente ricoperti da strati di intonaco.In molti dei monumenti sepolcrali della chiesa i mosaici sono nascosti da macerie di muratura di riempimento (UNDERWOOD 1966, The Kariye Djami, vol. 1, p. VI).Si riscontrano numerosi problemi derivati dall’umidità dovuta ad infiltrazioni d’acqua, principalmente in corrispondenza di alcuni archi dei due narteci, con conseguente perdita di adesione tra intonaco e muratura, decomposizione degli intonaci di allettamento e perdita di tessere. Ernest Hawkins, in seguito ad alcuni saggi su delle sezioni decorative, mette in evidenza come i maggiori problemi da risolvere siano le fratture strutturali, gli intonaci deteriorati e la perdita di tessere. La cupola nord e la sezione orientale della parte nord del nartece interno sono nelle condizioni peggiori (KARIYE, FROM THEODORE METOCHITES 2007, p. 50; RESTORING BYZANTIUM 2004). Scendendo nel dettaglio di alcune tra le principali scene musive, la lunetta del Cristo Pantocratore al di sopra della porta d’entrata nel nartece interno presenta delle lacune di tessere nel fondo dorato ai lati della figura. La malta di allettamento è in larga parte ben conservata. La lunetta della Vergine Blachernitissa al di sopra della porta d’entrata della chiesa presenta una frattura della muratura con una conseguente perdita di tessere nel lato destro della figura. Altre perdite si evidenziano nei bordi ornamentali e nello sfondo. Nell’iscrizione alcune lettere o parti di esse risultano dipinte in nero sulla malta di allettamento e prive di tessere.Nel riquadro della Deesis, collocato nella parete est della quarta campata da nord del nartece interno, l’intonaco ricopre quasi interamente le lacune di tessere e le figure imperiali negli angoli in basso. Visibile è la parte superiore, le due figure, alcune lettere delle iscrizioni e parte del fondo dorato. Al di sotto degli intonaci di copertura gran parte delle malte di allettamento originali si sono conservate. Altre aree risultano invece distrutte, in particolare, a destra della figura del Cristo e nell’angolo in basso a sinistra al di sotto della figura della Vergine (UNDERWOOD 1966, The Kariye Djami, vol. 1, pp. 39-48)Nelle immagini della genealogia di Cristo delle cupole nord e sud del nartece interno si evidenziano molte perdite del tessuto musivo imputabili a fratture nella struttura della cupola dovute a terremoti. La più grande di queste fratture si documenta nel quadrante sud-orientale della cupola sud e nel quadrante nord-orientale della cupola nord. Inoltre, nella cupola sud, un numero di lacune più piccole è attribuibile all’arrugginirsi e conseguente espandersi di chiodi di ferro a testa larga, ancorati alla muratura e utilizzati durante precedenti restauri per assicurare l’adesione delle malte di allettamento. La cupola nord presenta un’estesa fenditura che si estende lungo il quadrante nord-orientale e al di sotto attraversa le pareti nord ed est della campata, la cui presenza è già messa in evidenza dalle fotografie scattate tra il 1870 e il 1889 ed oggi conservate presso il Musée du quai Branly di Parigi.Il mosaico delle cupole sembra non essere mai stato interamente ricoperto con intonaco (fatta eccezione per le lacune), ma estese aree in corrispondenza delle teste, delle mani e dei piedi di tutte le figure sono state intonacate con pittura di tinta gialla, presumibilmente per rispondere alle esigenze dei dettami religiosi ilsamici (UNDERWOOD 1966, The Kariye Djami, vol. 1, p. 57).La superficie musiva della scena dell’Incontro di Gioacchino ed Anna (soffitto dell’arco che separa la prima dalla seconda campata del nartece interno) si presenta ricoperta da un’incrostazione calcarea attribuibile ad un’infiltrazione d’acqua, protrattasi a lungo nel tempo.Nella scena della Nascita della Vergine (lunetta est della seconda campata del nartece interno) si evidenzia una fenditura continua che si estende diagonalmente attraverso la sua parte centrale. Diverse aree, principalmente il quadrante in basso a destra, sono interessate da eccessi di umidità e conseguente decomposizione e perdita di tessere di pietra.Dei dodici riquadri raffiguranti la Vergine e i Santi collocati nei pilastri che separano le campate del nartece esterno ne rimangono sei. Nei due pilastri tra la prima e la seconda campata, nei pilastri est tra le campate seconda e terza e terza e quarta, nel pilastro ovest tra le campate quarta e quinta, nel pilastro sud tra le campate sesta e settima.Il pannello della Dormitio Virginis, che occupa il muro ovest della navata centrale al di sopra della porta d’entrata, si presenta in buone condizioni di conservazione, fatta eccezione che per una frattura continua che si estende a forma di arco a partire da entrambi i lati del riquadro, dall’altezza delle spalle degli apostoli fino, circa, alla punta dell’aureola interna della mandorla che circonda Cristo. La frattura corrisponde alla curvatura di un arco in rilievo in muratura, ora nascosto da un riempimento di file di mattoni in orizzontale adagiati su una trave in legno, al di sopra dell’architrave in marmo della porta. La frattura nel tessuto musivo è imputabile al cedimento delle file orizzontali di mattoni a causa del danneggiamento della trave di sostegno.Le uniche altre lacune si evidenziano nella parte in alto a sinistra, dove parte dell’iscrizione è stata distrutta e in basso a destra nella parte bassa delle figure di San Paolo e San Marco, e lungo il bordo inferiore sopra l’architrave intagliato (UNDERWOOD 1966, The Kariye Djami, vol. 1, pp. 162-167).Nonostante i mosaici di Cristo e della Vergine dei pilastri che fiancheggiano l’abside della navata centrale abbiano sofferto numerosi danni, le due figure astanti si presentano, sotto l’accumulo di sporcizia e di intonacature successive, in condizioni di ottima leggibilità. Risultano estese le aree di perdita del tessuto musivo o della malta di allettamento, interessando quasi per intero il fondo oro. L’originale malta di supporto delle stesure sopra la testa e le spalle del Cristo risulta distrutta. Queste parti sono ricoperte di una stesura di intonaco di calce dipinta in blu scuro. Tale ridipintura ricopre in numerosi punti le stesse parti ancora esistenti di superficie musiva. La figura della Vergine risulta debolmente visibile, solo le mani e le gambe del Cristo Bambino sono chiaramente visibili, anche se solo ad un esame ravvicinato. La testa e le spalle sono ricoperte da un sottile strato di conglomerato composto di sabbia fine e cemento Portland, la restante parte della sua immagine è ricoperta da intonaco di calce. Tali mosaici vengono ora riscoperti, dopo l’oscuramento (garantito da due assi di legno) degli anni di utilizzo dell’edificio in qualità di moschea (UNDERWOOD 1966, The Kariye Djami, vol. 1, pp. 168-170).

RESTORATION

Date

1947 - 1958

Reference to the part

intero complesso decorativo

Responsible institution

Istanbul, Dipartimento dei Monumenti Antichi e dei Musei

Management of the work

Thomas Whittemore, Paul A. Underwood

Description

Nel 1947 il Byzantine Institute of America avvia i lavori di restauro delle decorazioni musive e pittoriche dell’interno dell’edificio di Kariye Camii. I restauri vengono condotti nell’arco di sette campagne, tra il 1948 e il 1958, della durata di circa sette mesi ciascuna (KARIYE, FROM THEODORE METOCHITES 2007, p. 21). Si tratta di lavori che, dopo una fase iniziale di operazioni preliminari e cautelative, prevedono il disvelamento di stesure musive ancora parzialmente ricoperte da strati di intonaco, il consolidamento e la pulitura di tutta la decorazione e il recupero delle lacune mediante stesure di nuovo intonaco dipinto.I lavori, per i primi anni, vengono condotti sotto la direzione di Thomas Whittemore e vedono il completamento delle operazioni ai mosaici della parte nord del nartece esterno. Dal 1950 in poi, è Ernest Hawkins ad assumerne la direzione, fino alla conclusione dei lavori (RESTORING BYZANTIUM 2004).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

consolidamento

Description

Le operazioni di consolidamento interessano molte aree della decorazione musiva. Il consolidamento viene condotto, principalmente, mediante l’applicazione di grappe metalliche a T. Si realizza un foro di 6 cm di profondità all’interno del quale viene infissa una grappa della lunghezza approssimativa di 5 cm avente due ali di circa 1,5 cm. In alcuni casi l’intonaco deve essere rimosso e ripristinato accuratamente facendo attenzione a non causare danni alle tessere di mosaico del bordo (KARIYE, FROM THEODORE METOCHITES 2007, pp. 50, 51).Particolarmente urgenti si presentano le condizione conservative dell’angolo sud-occidentale della volta, con i mosaici raffiguranti le scene della passione di Cristo. L’intervento di consolidamento operato dal Byzantine Institute ne scongiura l’imminente collasso.Numerose riparazione vengono eseguite in corrispondenza degli archi del nartece esterno, particolarmente danneggiati a causa di infiltrazioni d’acqua. Complessa la riparazione della scena raffigurante il Sogno di Giuseppe, in cui sono realizzati numerosi interventi di riparazione, compresa la rimozione della malta d’allettamento deteriorata, attorno alla figura di Giuseppe. Il consolidamento operato dal Byzantine Institute riguarda non solo le decorazioni musive ma anche le strutture murarie dell’edificio. Qieste vengono rinforzate mediante l’inserimento di barre in acciaio. Tali barre percorrono l’intera lunghezza del nartece interno, occupando il condotto lasciato libero dalle catene in legno, ormai disgregate, installate al di sopra della fascia delle cornici (UNDERWOOD 1966, The Kariye Djami, vol. 1; RESTORING BYZANTIUM 2004).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

pulitura

Description

Vengono condotte operazioni di pulitura dell’intera decorazione musiva al fine di rimuovere gli strati di polvere e sporco accumulati nel tempo e, dove necessario, i residui delle precedenti intonacature. Le puliture interessano sia le stesure musive sia le lacune dove, in alcuni casi, un accurato intervento permette di riscoprire le originali stesure pittoriche, stese prima dell’applicazione delle tessere. In altri casi a riemergere è l’impronta delle tessere cadute. Le puliture vengono condotte con delle spazzole. Nei casi di necessità di maggior precisione, si opta per l’utilizzo di strumenti dentistici Di particolare difficoltà si presenta la rimozione del conglomerato composto da sabbia fine e cemento Portland steso in corrispondenza della testa e delle spalle della figura del Cristo Bambino in braccio alla Vergine, nel pilastro destro del naos. Altrettanto problematica si rivela la rimozione delle incrostazione calcaree attribuibili ad infiltrazioni d’acqua. La rimozione di tali depositi è eseguita mediante scalpelli, carburo di silicio e altri abrasivi. Ad essere interessata da tale intervento è, in particolare, la scena dell’incontro di Gioacchino ed Anna (UNDERWOOD 1966, The Kariye Djami, vol. 1).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

integrazione / rifacimento

Description

Molte delle malte di allettamento originali, ricoperte da intonaco e dipinte in precedenti interventi a reintegrare lacune di tessere, vengono pulite e quindi ricoperte da intonaci di nuova fattura. Tali intonaci sono dipinti a tinta neutra di colorazione giallo-grigia e con una texture screziata. Nei casi di lacune di minori dimensioni la colorazione è scelta in modo da corrispondere a quella delle stesure musive circostanti. In alcuni casi le integrazioni di lacune musive effettuate durante precedenti interventi di restauro vengono rimosse lasciando in vista le originali malte di allettamento ancora segnate dalle impronte delle tessere musive cadute. Questo è quanto è accaduto ai riquadri con le figure dei Santi Pietro e Paolo, ai lati della porta che dal nartece interno conduce nella navata centrale.Nel pannello della Deesis, nella parete est della quarta campata da nord del nartece interno molte delle lacune musive più piccole vengono reintegrate con nuovo intonaco bianco ad un livello leggermente inferiore rispetto a quello delle originarie stesure circostanti. Le ultime stesure di intonaco, a reintegrazione delle lacune più grandi, sono incise schematicamente al fine di suggerire le impronte delle tessere, in modo da omogeneizzare queste aree con le malte originali che conservano traccia delle tessere perdute. Queste aree sono dipinte con un colore che differisce sia nella tinta sia nel tono rispetto alle circostanti aree di pittura originale. Molte delle lacune più grandi che si trovano in corrispondenza di punti di muratura strutturalmente importanti vengono, invece, lasciate in vista al fine di poter meglio studiare la muratura dell’undicesimo secolo e alcune probabili alterazioni, probabilmente risalenti al secolo successivo (UNDERWOOD 1966, The Kariye Djami, vol. 1, pp. 47, 48; RESTORING BYZANTIUM 2004).

PRESERVATION STATUS & RESTORATION (8)

PRESERVATION STATUS

Date

2004

Reference to the part

intero complesso decorativo

Description

Il World Monument Fund segnala nella lista dei monumenti in precarie condizioni di conservazione redatta nel 2004 il museo di Kariye Camii. I problemi che maggiormente interessano l’edificio riguardano l’incremento dei livelli di umidità e di inquinamento (causati dall’aumento della popolazione) e dalla risalita capillare di acqua dal terreno con conseguente indebolimento e deterioramento degli intonaci e delle malte di allettamento. Questi problemi sono ulteriormente aggravati dalla formazione di efflorescenze saline. Si ritiene necessario un intervento di restauro che possa mettere in salvaguardia l’intera decorazione musiva e affrescata. Le decorazioni musive contenute nelle teche protettive di plexiglass, responsabili della formazione di un microclima ad alta concentrazione di umidità, hanno causato la disgregazione delle malte di allettamento. Il danno maggiore è riscontrabile nella porzione inferiore del mosaico raffigurante la Deesis. In condizioni simili si trovano i mosaici raffiguranti Pietro e Paolo che fiancheggiano l’ingresso al naos (RESTORING BYZANTIUM 2004, p. 41; WORLD MONUMENTS WATCH 2004, p 73).

RESTORATION

Date

2004

Responsible institution

Turkey, Ministry of Culture

Management of the work

Istituto Superiore per le tecniche di conservazione dei beni culturali e dell’ambiente Antonino De Stefano

Description

L’Istituto Superiore Antonino De Stefano propone un programma di studi e di lavori di restauro dell’edificio di Kariye Camii, accettato dal Ministero turco della cultura (RESTORING BYZANTIUM 2004, p. 41).