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Identification

Basilica di Sant'Apollinare Nuovo, Ravenna - Ultima cena

73 D 24 1

Iconographic description

Cristo barbato, vestito di porpora e con il capo nimbato, è rappresentato con i dodici Apostoli attorno ad un tavolo tricliniare a forma di ferro di cavallo (detto anche "a sigma") con parapetti divisi in riquadrature, davanti al quale è un tavolo semicircolare coperto da una tovaglia bianca frangiata che, sul davanti, reca un segmentum (guarnizione) quadrato e due gammatia. Sul tavolo giacciono due grossi pesci disposti su un grande piatto, con le teste rivolte verso Cristo, e sette piccoli pani dorati ed appuntiti.Il Salvatore non è al centro della composizione, ma posto al lato sinistro della tavola, in primo piano, con i piedi oltre il limite del triclinio, il braccio sinistro appoggiato e la destra alzata in gesto benedicente.Gli Apostoli, uno accanto all'altro in forma di semicerchio compatto, sono tutti vestiti di bianco; l'ultimo della fila, Giuda, si trova esattamente dalla parte opposta rispetto a Cristo, è l'unico ad essere di profilo e, con un piede, supera il bordo destro del pannello.Giuseppe Bovini mette in evidenza il carattere drammatico della composizione, dato dall'espressione degli occhi di tutti i personaggi e dalla differenza della direzione degli sguardi: Cristo guarda dinanzi a sé, Giuda guarda intensamente il Salvatore mentre è fissato dai sette Apostoli che gli sono più vicini, tra i quali si riconosce Andrea. Gli sguardi dei restanti quattro Apostoli sono rivolti verso il volto di Cristo e sono pieni di dolore (BOVINI 1957, Catalogo della Mostra dei mosaici, pp. 68-69).Lo stesso Bovini, riprendendo E.K. Redin, afferma che la composizione di questa scena richiama da vicino quella con il medesimo soggetto, rappresentata sul Codex Purpureus, evangeliario greco del 6. sec., conservato nella Cattedrale di Rossano Calabro.

Iconological description

L'Ultima Cena.Mt, 26, 17-25: Quando fu sera, Gesù si mise a tavola insieme con i dodici discepoli. Mentre stavano mangiando disse: "Io vi assicuro che uno di voi mi tradirà." Essi diventarono molto tristi e, a uno a uno, cominciarono a domandargli: "Signore, sono forse io?"Gesù rispose: "Quello che ha messo con me la mano nel piatto, è lui che mi tradirà. Il figlio dell'uomo sta per morire, così com'è scritto nella Bibbia. Ma guai a colui per mezzo del quale il Figlio dell'uomo è tradito. Per lui sarebbe stato meglio di non essere mai nato!"Allora Giuda, il traditore, domandò: "Maestro, sono forse io?"Gesù gli rispose: "Tu l'hai detto." Questa scena rappresenta il drammatico momento nel quale Gesù annuncia il prossimo tradimento di Giuda, ed è quella che annuncia la Passione del Salvatore (FARIOLI 1977, Ravenna romana e bizantina, p. 110).Secondo Friedrich Gerke, i pesci che giacciono sul tavolo rappresentano Gesù, detto "pesce" per il noto acrostico, ICHTHYS, che si interpreta secondo le iniziali: Iesous Christos Thou Yios Soter (Gesù Cristo figlio di Dio, Salvatore); la cena rappresenterebbe la costituzione della Chiesa primitiva (GERKE 1972, Nuove indagini sulla decorazione, p. 162).Bellarmino Bagatti, contestualizzando la scena nell'ambito della committenza ariana, afferma che si tratta della rappresentazione storica di una "Cena pura" di tradizione ebraica, che consisteva nel mangiare pesce nel giorno del Sabato (BAGATTI 1980, Il significato della cena nel mosaico, p. 93-94).