Decorazione musiva parietale di S. Salvatore in Chora, La Vergine riceve la matassa tinta di porpora

Istanbul, S. Salvatore in Chora, endonartece, campata terza, parete occidentale, lunetta, La Vergine riceve la matassa tinta di porpora, part.

Istanbul, S. Salvatore in Chora, endonartece, campata terza, parete occidentale, lunetta, La Vergine riceve la matassa tinta di porpora, part.

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Identification

Chiesa di San Salvatore in Chora, Istanbul - La Vergine riceve la matassa tinta di porpora

73 A 35 32

Iconographic description

Il mosaico presenta due gruppi di figure, sullo sfondo di due prominenti architetture che sono da identificare con il tempio di Gerusalemme, visto secondo diverse prospettive: a sinistra, tre sacerdoti riccamente abbigliati siedono su un synthronon a due scalini, dietro al quale si eleva una struttura absidata. Il sacerdote a destra, più vicino al centro del mosaico, è raffigurato nell’atto di consegnare a Maria una matassa purpurea. Maria si trova al centro, nel punto focale della composizione: ha il capo nimbato d’oro, indossa un maphorion blu e appare snella e giovane, umile nel tendere la mano nel ricevere la matassa. A destra, davanti ad una sorta di alto pilastro, sono presenti sei figure femminili, le vergini della tribù di Davide, che appaiono stanti, più anziane rispetto a Maria, ma anche più statiche, sia nell’atteggiamento che nell’abbigliamento. Le vergini all’estremità destra sembrano parlare tra di loro, e l’espressione dei loro volti dimostra insoddisfazione per il risultato. Alcune di loro si dimostrano agitate e non manifestano segni di riverenza nei confronti di Maria. Secondo Viktor Lazarev, l'architettura sottolinea la posizione delle figure: il portico verticale a destra fa risaltare le vergini in piedi dietro Maria, mentre la costruzione ricurva a sinistra ripete il semicerchio dei sommi sacerdoti (UNDERWOOD 1966, The Kariye Djami, vol. 1, pp. 76-78; LAZAREV 1967, Storia della pittura bizantina, p. 359; MARINI CLARELLI 1990, Il monastero del Gran Logoteta, p. 18; CIMOK 1993, Chora mosaics and frescoes, pp. 35-37; MANGO 2000, Chora, p. 93).

Iconological description

La scena fa riferimento al Protovangelo di Giacomo (10) ed al Vangelo dello Pseudo Matteo (8).Ora ci fu un consiglio di sacerdoti, i quali dissero: "Facciamo un velo per il tempio del Signore". Il sacerdote soggiunse: "Chiamatemi le vergini senza macchia della tribù di Davide." Se ne andarono i ministri e, dopo aver cercato, trovarono sette vergini. Il sacerdote si ricordò che la fanciulla Maria era della tribù di Davide ed era immacolata per Dio. I ministri andarono e la condussero. Le introdussero nel tempio del Signore. Il sacerdote parlò così: "Fatemi sapere con la sorte chi debba filare l'oro, l'amianto, il lino, la seta, la porpora violetta, lo scarlatto e la vera porpora". A Maria toccò la vera porpora e lo scarlatto. (Protovangelo di Giacomo 10, 1-2)