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Identification

Basilica di Sant'Apollinare in Classe, Classe - Decorazione musiva parietale

Iconographic description

La decorazione musiva ricopre l'arco trionfale e il catino absidale. I mosaici dell'arco trionfale possono essere suddivisi in cinque registri sovrapposti. Nel registro superiore, al centro, vi è un clipeo dorato con il ritratto del Cristo Pantocrator che regge con la mano sinistra un libro mentre la mano destra è in atteggiamento benedicente. Ai lati, immersi in nuvolette policrome, vi sono, due per parte, i simboli degli evangelisti, recanti il Vangelo e rivolti verso il centro: l'aquila per Giovanni, l'uomo alato per Matteo, il leone per Marco, il vitello per Luca. Nel registro sottostante sono raffigurate due città con alte torri e mura gemmate: Gerusalemme e Betlemme, da ciascuna delle quali parte una fila di sei pecorelle bianche.Nel terzo registro, ai lati dell'arco, una palma per parte; nel quarto registro gli Arcangeli Michele e Gabriele che, vestiti con abiti imperiali dorati e color porpora, reggono il labaro con sopra l'inizio del Trisagio cioè santo, santo santo. Infine, nel registro inferiore, due ritratti a mezzo busto: a sinistra l'evangelista Matteo, segnalato dal proprio nome, a destra un altro apostolo anonimo. Ricchissima è la decorazione dell'intradosso dell'arco trionfale: al centro un cantharos e ai lati uccelletti di varie specie e di diversi colori. La decorazione del catino absidale è divisa in due zone. In quella superiore campeggia un grande disco con 99 stelle e con croce gemmata al centro, che, nell'incontro dei bracci, presenta, entro un clipeo, il volto del Cristo. All'estremità dei bracci orizzontali della croce vi sono le lettere simboliche Alfa e Omega. Alla testa e ai piedi del braccio verticale si trovano epigrafi che inneggiano la grandezza del Figlio di Dio. Ai lati del disco, immersi in un cielo di nuvole variopinte, i busti di Mosè e di Elia. Assistono a questa scena tre pecorelle. Nella zona sottostante si stende un ampio prato verde costellato di fiori variopinti, rocce e alberelli, sopra al quale campeggia la figura di sant'Apollinare con le braccia aperte in atteggiamento di preghiera. Apollinare veste una tunica bianca e una clamide color porpora con ricamate sopra delle piccole api dorate. A destra e a sinistra del santo sei bianche pecorelle, per lato, si muovono verso di lui. La decorazione musiva si trova anchenella parete di fondo dell'abside, nella zona comprezsa tra le finestre. Procedendo da sinistra verso destra si trova un riquadro storico dove è raffigurato il momento in cui il vescovo Reparato ottiene dall'imperatore Costantino 4. Pogonato i Privilegi per la chiesa di Ravenna. Seguono quindi i ritratti di alcuni vescovi di Ravenna. Questi sono raffigurati in piedi, entro una nicchia conchigliata con tendine bianche, sopra ognuno di loro pende una corona gemmata. I vescovi vestono una tunica bianca e una clamide color porpora e tengono, con le mani velate, un libro sacro. Sono in ordine da sinistra a destra: Ecclesio, Severo, Orso, Ursicino. Conclude il giro absidale un riquadro con tema mistico: il sacrificio di Abele, Melchisedec e Abramo, raffigurato sull'estrema destra.

Iconological description

Nel catino absidale è rappresentato simbolicamente l'episodio della Trasfigurazione di Cristo sul Monte Tabor alla presenza dei profeti Mosè ed Elia (BENINI 1949, La basilica di S. Apollinare in Classe, p. 47). Pietro, Giacomo e Giovanni, raffigurati nelle sembianze di tre placidi agnelli, assistono all'episodio.Le lettere apocalittiche Alfa e Omega sul braccio trasversale della croce richiamano la Seconda Venuta del Cristo, la fine dei tempi. La Dextera Dei, che compare al centro della composizione, sottintende la presenza dell'Altisssimo (FARIOLI 1977, Ravenna romana e bizantina, pp. 198-199).Il grande prato verde della zona sottostante rappresenta il paesaggio incantato del Paradiso, dominato al centro dalla figura di S. Apollinare verso il quale convergono, a gruppi di sei, dodici pecorelle da identificarsi, secondo Raffaella Farioli, con i dodici Apostoli. Una diversa interpretazione, sostenuta fra gli altri da Giovanni Mesini (MESINI 1924, Classe, S. Apollinare e la sua basilica) vede nelle pecorelle la raffigurazione degli eletti, dei fedeli che, tramite l'intercessione del santo possono raggiungere il Paradiso. All'esaltazione della fede di Apollinare, primo vescovo, che lo ha reso meritevole della gloria del Paradiso, partecipa tutta la chiesa di Ravenna, raffigurata nelle persone dei più venerati presuli, nei pannelli tra le finestre. Una interpretazione differente è stata proposta da Erich Dinkler. Questi sostiene che l'episodio della Trasfigurazione sia una sorta di inquadratura di un altro avvenimento dai risvolti in parte drammatici, la Parousia ovvero la Seconda Venuta del Cristo (DINKLER 1964, Das Apsismosaik von S. Apollinare). Sant'Apollinare verrebbe a rappresentare la figura dell'intercessore fra i fedeli e il Cristo venturo, in senso escatologico. Dinkler cita come testo di riferimento o comunque di possibile ispirazione per il committente dell'opera l'Apocalisse di Pietro. Alberto Pincherle (PINCHERLE 1966, Intorno a un celebre mosaico ravennate) dissente dalle tesi del Dinkler, e sostiene una interpretazione che pone il santo come soggetto in prima persona di una visione straordinaria, ovvero quella della Trasfigurazione divina.