SUBJECT

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Identification

Cosiddetto Palazzo di Teodorico, Ravenna - Bellerofonte e la Chimera - Putti con tabulae ansatae - Medaglioni con busti di Stagioni

48 A 98 1 : 48 A 98 3 : 48 A 98 75 : 92 D 19 16 : 23 D 4 : 94 S 32 : 48 A 98 77

Iconographic description

Il riquadro centrale è suddiviso in nove partizioni geometriche ottenute da due fasce di uguale larghezza che si incrociano perpendicolarmente. Nel punto di intersezione si ottiene un quadrato (a), sui lati del quale poggiano quattro rettangoli (b, c, d, e), attorno a cui si dispongono quattro cerchi (f, g, h, i). Funge da elemento divisorio una treccia a due capi, nei colori grigio e rosato. La scena (a) presenta la raffigurazione dell'episodio mitologico di Bellerofonte che uccide la Chimera: l'eroe ha il braccio destro alzato, il capo rivolto a sinistra, la clamide rosso-rosata aperta dietro le spalle; del cavallo alato Pegaso rimangono visibili le zampe posteriori, la coda grigia e l'estremità dell'ala destra; la Chimera, in secondo piano rispetto al cavallo alato, è accasciata al suolo, con la coda serpentiforme arrotolata intorno alla lancia dell'eroe. La scena (b), incorniciata da una treccia a tre capi, di colore grigio, rosato e rosso, delineata in nero, conserva parte di un putto alato che sorregge una corona di foglie rosso-rosate. Nella scena (c), incorniciata da un nastro ondulato dai colori sfumati rosso-rosato, verde-grigio e bianco, si staglia una coppia di putti alati che regge una tabula ansata, a profilo dentellato nero, con iscrizione in esametri. Dall'alto pende un piccolo festone, fermato al centro. Del rettangolo (d) non si conservano frammenti, mentre (e) presenta una scena con parte di due putti che sostengono una tabula ansata, contenente un'iscrizione in gran parte perduta (rimangono i frammenti di alcune lettere). Tra i due putti si trova una decorazione vegetale. Nel medaglione (f), incorniciato da un motivo a onda ricorrente rossa su fondo bianco, vi è il busto di una Stagione, la cui testa è perduta, con veste color nocciola, fermata da un nastro rosato sotto il petto, e canestro cilindrico in mano. Negli angoli di risulta, fra il medaglione e la partizione esterna, vi sono fiori a calice, trilobati. Il medaglione (g) ha una cornice con motivo a onda ricorrente nera su fondo bianco; al centro vi è un busto di Stagione con veste azzurra fermata sulla spalla da due fibule rotonde rosse. L'avambraccio è ornato da un bracciale aureo, in mano regge un fascio di fiori ed erbe. Il medaglione (h) non si è conservato, mentre di quello (i) rimane solo una parte della cornice a onda ricorrente nera.

Iconological description

Gherardo Ghirardini (GHIRARDINI 1918, Gli scavi del palazzo di Teodorico, coll. 793-794) ritiene che le Stagioni alludano ai doni della terra. Bellerofonte invece rappresenterebbe la potenza del Sole che fuga le tenebre. La scena richiama l'invito del padrone di casa a godere di vivande e frutti di ogni stagione e di ogni parte del mondo.Friedrich Wilhelm Deichmann (DEICHMANN 1969, Ravenna, Geschichte und Monumente, p. 124) ritiene che l'episodio mitologico di Bellerofonte e la Chimera sia da collegare all'ambiente tricliniare che pavimentava: Bellerofonte è visto come un eroe cacciatore che procura animali speciali per i ricchi banchetti. L'ambiente tricliniare, in cui il mosaico è inserito, esprime un senso di gioia profana, evidenziato anche dall'iscrizione che invita a godere dei frutti della terra.Al contrario, Henri Stern ritiene che Bellerofonte vada interpretato come personaggio che supera gli ostacoli per vivere una vita eroica e quindi debba assumere il significato di forza morale che vince le avversità della vita (STERN 1978, Remarques sur les sujets figurés, p. 54).Bellerofonte è stato interpretato da Clementina Rizzardi come figura allegorica dell'Imperatore Teoderico vittorioso, che domina un ordine cosmico ben interpretato dalle Stagioni, dispensatore di beni e prosperità come gli antichi Cesari (RIZZARDI 1996, I mosaici del triclinio del palatium, pp. 353-362).Gabriele Canuti pensa che la presenza dell'epigrafe esorti a trarre giovamento dalla generosità delle Stagioni. I busti delle Stagioni superstiti vengono identificati con Primavera o Estate (nella scena g) e Autunno (nella scena f). Pegaso che sconfigge la Chimera, oltre che espressione di virtus e di trionfo del bene sul male, potrebbe simboleggiare il sole che sconfigge l'inverno (CANUTI 1994, Iconografia delle stagioni nei mosaici, p. 501).