ANDALORO, MARIA Tendenze figurative di Ravenna nell'età di Teoderico

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Sigla: citazione breve

ANDALORO, MARIA Tendenze figurative di Ravenna nell'età di Teoderico

Descrizione

ANDALORO, MARIA Tendenze figurative di Ravenna nell'età di Teoderico / Maria Andaloro. In: Teoderico il Grande e i goti d'Italia : atti del 13. Congresso internazionale di studi sull'alto Medioevo, Milano, 2-6 novembre 1992. - Spoleto : Centro italiano di studi sull'alto Medioevo, 1993. - II v., P. 555-583

Abstract

Dopo aver fornito qualche indicazione sulla permanenza di Teoderico a Roma intorno al 500, Maria Andaloro mette in relazione i mosaici raffiguranti i profeti in S. Apollinare Nuovo di Ravenna (493 - 526) con quelli scomparsi di S. Agata dei Goti a Roma. Il ritratto intitolato a Iustinianus (Giustiniano), ubicato sulla facciata interna della basilica palatina teodericiana, viene invece assimilato all'iconografia imperiale di Costantinopoli (Bisanzio), città nella quale Teoderico rimase dal 461 al 471. Affermando che i mosaici dei monumenti ravennati di epoca teodericiana (Battistero degli Ariani, Cappella Arcivescovile, S. Apollinare Nuovo) presentano una certa omogeneità stilistica e si differenziano da quelli precedenti (Battistero degli Ortodossi, Mausoleo di Galla Placidia) in quanto a stile e tecnica, l'autrice, ponendo attenzione alla sfera formale ed esecutiva, affronta il problema delle maestranze musive (orientali, romane, ravennati, miste): relativamente ai mosaici del ciclo cristologico di S. Apollinare Nuovo, riprendendo uno studio di Per Jonas Nordhagen, sottolinea la forte componente bizantina, data dall'uso di tessere d'oro, d'argento e lapidee, uso frequente in tutta l'area orientale a partire dal 5. sec. Analizzando poi le divergenze a livello compositivo, tipologico e stilistico tra i pannelli dei Miracoli e quelli della Passione, l'autrice ipotizza per la prima serie un responsabile di origine bizantina, mentre per la seconda serie un atelier di tradizione ravennate/occidentale. Al fine di ribadire la provenienza orientale dei mosaicisti che lavorarono per Teoderico, vengono fatti due confronti: il primo tra l'Arcangelo Michele raffigurato in un dipinto murale di Afrodisia (Asia Minore) e gli Angeli che affiancano Cristo in trono in S. Apollinare Nuovo; il secondo tra lo stesso Cristo in trono ed il Cristo dell'icona conservata presso il monastero di S. Caterina sul Sinai. La trattazione si conclude con alcune note sulla decorazione del Battistero degli Ariani, per la quale l'autrice ipotizza una direzione di stampo tardo-antico occidentale.

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TO00311469