Istanbul, S. Salvatore in Chora, esonartece, campata sesta, lunetta meridionale, Erode ordina il massacro degli Innocenti e i soldati danno inizio al massacro, part.
OBJECT
OBJECT
Definition
|
decorazione musiva parietale
|
Identification
|
complesso decorativo
|
Name/Dedication
|
decorazione musiva parietale di S. Salvatore in Chora
|
SUBJECT
SUBJECT
Identification
|
Chiesa di San Salvatore in Chora, Istanbul - Decorazione musiva parietale
|
Iconographic description
|
I mosaici decorano il naos, ma soprattutto i due narteci gemelli, esonartece ed endonartece, dove sono rappresentati i cicli paralleli della vita della Vergine, dell'infanzia e del ministero di Cristo, ispirati ai racconti dei Vangeli Apocrifi. Nell'esonartece, al di sopra della porta d'ingresso che conduce all'endonartece, è rappresentato Cristo Pantocrator, frontale, con nimbo crucisegnato e codex gemmato in mano, mentre nella lunetta sopra la porta di accesso alla chiesa, figurano la Vergine Blachernitissa e, su fondo dorato, due angeli, librati in volo con le mani velate. Nell'endonartece, nella lunetta sopra la porta che conduce al naos, su fondo dorato si staglia Cristo in trono con pallio e tunica, mentre regge un codex in mano; ai suoi piedi, in ginocchio, compare il donatore Teodoro Metochite che regge il modellino della chiesa di S. Salvatore in Chora. A sinistra e a destra di quest'ultima lunetta, figurano san Pietro e san Paolo, rappresentati secondo l'iconografia classica bizantina: il primo ha la barba bianca tonda, folti capelli bianchi e regge nella mano destra le chiavi, mentre il secondo ha la barba nera a punta, è stempiato e tiene nelle mani un codex. Sempre nell'endonartece, nella lunetta orientale della quarta campata, si trova la Deesis: Cristo al centro con la Vergine a lato e con i ritratti di Isacco Commeno e di Melania, regina dei Mongoli; più tardi, questa immagine femminile venne identificata con Maria Palaiologina, figlia illegittima di Michele 8. Paleologo e sorellastra dell'imperatore Andronico 2. Ancora nell'endonartece, nella cupola meridionale, allo zenit, si trova entro un clipeo la figura del Cristo su fondo dorato: presenta tunica porpora e pallio blu con codex inmano; sotto, entro nicchie, compaiono ventiquattro figure di antenati del Cristo, identificati dalle iscrizioni con il proprio nome. Nella cupola settentrionale, allo zenit, si trovano entro un clipeo la Vergine e Cristo Bambino; sotto, entro nicchie, compaiono sedici figure maschili che rappresentano gli antenati della Madre di Dio. Nella prima, seconda e terza campata dell'endonartece sono raffigurate le diciotto scene della vita della Vergine, dal rifiuto delle offerte di Gioacchino fino al rimprovero di Giuseppe a Maria. Nelle lunette della prima, seconda, terza, quarta, quinta, sesta e settima campata dell'esonartece, è rappresentato il ciclo dell'infanzia di Cristo, in tredici scene, dal sogno di Giuseppe fino alla scena di Cristo condotto a Gerusalemme per la Pasqua. Nelle volte delle stesse campate e nella quarta campata dell'endonartece è raffigurato il ciclo del ministero di Cristo, in ventinove scene, da quella di Cristo tra i dottori fino a quella di Cristo stesso che guarisce una moltitudine di infermi. Negli archi e nelle arcate trasversali dell'esonartece, all'interno di medaglioni o a figura intera, compaiono i ritratti di martiri, molti dei quali identificati dalle iscrizioni. Nel naos, sulla facciata occidentale del pilastro nordorientale, è raffigurato il Cristo Pantocrator, stante, frontale, con codex in mano aperto; sulla facciata occidentale del pilastro sudorientale, è rappresentata la Vergine stante con il Figlio, coperta da maphorium color porpora. Sulla parete occidentale del naos, sopra l'ingresso principale, è raffigurata la Dormizione della Vergine: Maria è stesa sopra un letto coperto da un manto color porpora; esattamente al centro, in piedi, dietro di lei, si vede il Cristo entro una mandorla di luce, vestito con abiti dorati, mentre tiene fra le braccia l'anima della madre raffigurata da un bambino in fasce; sopra quest'ultimo compare un cherubino con sei ali dorate. A destra e a sinistra della scena gli apostoli e i discepoli assistono a questo momento con profonda devozione.
|
Iconological description
|
Nei mosaici dei due narteci viene esaltata ante mortem la natura umana del Cristo; le storie della Vergine, tratte soprattutto dal Protovangelo di Giacomo, preludono al tema dell'Incarnazione. In particolare, i mosaici dell'endonartece, secondo Andrè Grabar, raffigurano l'opera di Salvezza di Dio sull'umanità grazie al recupero di alcuni episodi ricordati nelle Sacre Scritture (GRABAR 1965, Mosaici e affreschi nella Kariye-Camii, p. 4).
|
GEOGRAPHICAL AND ADMINISTRATIVE LOCATION
SPECIFIC LOCATION
Typology
|
museo
|
Denomination
|
S. Salvatore in Chora
|
Address
|
Kariye Camii Sk., Edirnekapi
|
Notes
|
La chiesa è legata alle iniziative della famiglia dei Comneni nei quartieri nord-occidentali della città di Costantinopoli (quartiere delle Blacherne): tra il 1077 ed il 1081, Maria Ducena, suocera di Alessio 1. Comneno, fa restaurare il monastero di San Salvatore in Chora, fondato tra il 6. ed il 7. secolo.; il lavoro di Maria viene portato a termine intorno al 1120 dal nipote Isacco Comneno, detto il Sebastocratore (uno dei titoli nobiliari più alti a Bisanzio).Agli inizi del 14. sec., a partire dal 1316, il complesso viene restaurato dal gran logoteta (primo ministro) Teodoro Metochite (1270-1332), che rinnova ed ingrandisce la chiesa con nartece e parekklesion funerario, e fa ricostruire la cupola del naos; alla medesima epoca risalgono anche i mosaici e gli affreschi. Dopo la presa di Costantinopoli da parte dei turchi (1453), la chiesa viene abbandonata. Nel 1510 viene convertita in moschea da Atik Ali Pasha, gran visir del sultano Bayezit 2. (1481-1512), con la denominazione di Kariye Camii (Kariye Djami): in quell'occasione, i mosaici e gli affreschi vengono stuccati o coperti con imposte lignee.
|
LOCATION AND PROPERTY DATA
Original location
CHRONOLOGY
GENERAL CHRONOLOGY
SPECIFIC CHRONOLOGY
From
|
1315
|
|
ca.
|
To
|
1321
|
Validity
|
ca.
|
|
bibliografia
|
|
UNDERWOOD, PAUL A. The Kariye Djami
|
|
vol.1, pp. 14-16
|
CULTURAL DEFINITION
AUTHOR
COMMISSIONER
Name
|
Teodoro Metochite
|
Date
|
1313 - 1332
|
Circumstance of the commission
|
restauro
|
Notes
|
Teodoro Metochite, intorno al 1313, commissiona il restauro della chiesa di S. Salvatore in Chora e ne cura anche la decorazione a mosaico. La sua opera si interrompe durante la guerra civile fra Andronico 2. e Andronico 3. A seguito della vittoria di Andronico 3., Teodoro viene mandato in esilio e torna nella capitale solo nel 1330 dove muore dopo due anni (CIMOK 1997, Mosaics in Istanbul, p. 123).
|
SUPPORT
SUPPORT
Typology
|
fisso
|
Material
|
struttura muraria
|
SUBGRADES
SUBGRADES
Reference to the part
|
intero rivestimento musivo parietale
|
Total number
|
3
|
Total depth
|
4 - 5 cm
|
Notes
|
Le informazioni inserite in questa scheda sono contenute in: UNDERWOOD 1966, Historical Introduction and Description, pp. 172-183.
|
LAYER
Layer
|
primo
|
Nature of the mixture
|
a base di grassello
|
Aggregate
|
fibre vegetali
|
Surface treatment
|
Lo strato presenta delle intaccature praticate sulla superficie con una spatola, quando l'impasto era ancora fresco. Queste hanno un andamento orizzontale e misurano 6 cm di altezza e 8-10 cm di lunghezza.
|
Depth
|
1,75 cm
|
Notes
|
Prima della stesura di questo strato, venivano inseriti nella muratura dei chiodi a testa larga dal diamentro di 4 cm, a una distanza di 30-40 cm l'uno dall'altro e a una profondità di circa 3-3,5 cm.
|
LAYER
Layer
|
secondo
|
Nature of the mixture
|
a base di grassello
|
Aggregate
|
fibre vegetali
|
Surface treatment
|
Lo strato presenta delle intaccature praticate sulla superficie con una spatola, quando l'impasto era ancora fresco. Queste hanno un andamento parallelo e sono meno pronunciate di quelle rilevabili sullo strato precedente.
|
Depth
|
1,5 cm
|
LAYER
Layer
|
terzo
|
Nature of the mixture
|
a base di grassello
|
Aggregate
|
marmo macinato
|
Size of the aggregate
|
inferiore a 1 mm
|
Surface treatment
|
Prima dell'allettamento delle tessere veniva steso sulla superficie uno strato di pigmento sciolto in acqua, che serviva come guida al mosaicista durante l'esecuzione del mosaico. Questo appare evidente fra gli interstizi delle tessiture e soprattutto nella zone lacunose del mosaico.
|
Depth
|
1,25 cm
|
TESSERAE
TESSERAE MATERIAL
Material
|
vetro a foglia metallica oro
|
Color
|
oro
|
Typology
|
artificiale
|
Use method
|
E' impiegato prevalentemente come colore degli sfondi delle raffigurazioni
|
TESSERAE (2)
TESSERAE MATERIAL
Material
|
vetro a foglia metallica argento
|
Color
|
argento
|
Typology
|
artificiale
|
Use method
|
E' impiegato in modeste quantità in alcuni particolari decorativi.
|
TESSERAE (3)
TESSERAE MATERIAL
Material
|
non identificato
|
Color
|
rosa
|
Typology
|
non identificata
|
Use method
|
E' impiegato in varie tonalità prevalentemente per realizzare gli incarnati delle figure.
|
Notes
|
E' ipotizzabile che questo colore sia ottenuto con materiale lapideo, probabilmente una pietra calcarea.
|
|
cubica
|
|
quadrangolare
|
|
E' impiegato con una misura di taglio tendenzialmente più piccolo delle altre tessere musive.
|
TESSERAE (4)
TESSERAE MATERIAL
Material
|
non identificato
|
Color
|
blu
|
Typology
|
non identificata
|
Use method
|
E' impiegato in rilevante quantità e in diverse tonalità di colore, soprattutto per le vesti delle figure e per alcune parti decorative.
|
Notes
|
Con ogni probabilità questo colore è identificabile come un vetro.
|
TESSERAE (5)
TESSERAE MATERIAL
Material
|
non identificato
|
Color
|
rosso
|
Typology
|
non identificata
|
Use method
|
E' impiegato prevalentemente per le parti decorative
|
Notes
|
Con ogni probabilità questo colore è identificabile come un vetro.
|
TESSERAE (6)
TESSERAE MATERIAL
Material
|
non identificato
|
Color
|
verde
|
Typology
|
non identificata
|
Use method
|
E' impiegato in varie tonalità per realizzare le parti decorative
|
Notes
|
Con ogni probabilità questo colore è identificabile come un vetro.
|
TECNIQUE
TECNIQUE
Reference to the part
|
intero rivestimento musivo parietale
|
Denomination
|
opus musivum
|
Method
|
diretto
|
PRESERVATION STATUS & RESTORATION
RESTORATION
Date
|
843 - 846
|
Reference to the part
|
intero complesso decorativo
|
Description
|
Durante gli anni del breve periodo di reggenza di Michele Sincello, abate del monastero di Chora, l’edificio subisce un restauro non meglio precisato (UNDERWOOD 1966, The Kariye Djami, vol. 1, p. 7).
|
PRESERVATION STATUS & RESTORATION (2)
PRESERVATION STATUS
Date
|
1077, ante | 1077
|
Reference to the part
|
intero complesso decorativo
|
Description
|
L’edificio monastico di San Salvatore in Chora si trova in condizioni particolarmente rovinose e precarie (UNDERWOOD 1966, The Kariye Djami, vol. 1, pp. 7, 8).
|
RESTORATION
Date
|
1077 - 1081
|
Reference to the part
|
intero complesso decorativo
|
Description
|
Si documenta una ricostruzione dell’edificio monastico di Chora, patrocinata da Maria Doukaena, matrigna dell’imperatore Alessio 1. Comneno (regnante tra il 1081 e il 1118), databile al 1077 - 1081 (KARIYE, FROM THEODORE METOCHITES 2007, pp. 17, 18; UNDERWOOD 1966, The Kariye Djami, vol. 1, p 10).
|
PRESERVATION STATUS & RESTORATION (3)
RESTORATION
Date
|
1120
|
Reference to the part
|
abside, naos
|
Description
|
Evidenze di trasformazioni architettoniche che interessano l’abside e la navata centrale emergono durante gli scavi archeologici del 1957 - 1958. Queste ricostruzioni sono databili agli anni venti del 1100 e attribuibili al principe Isacco Comneno, nipote di Maria Doukaena e fratello dell’imperatore Giovanni 2. Comneno. Oggetto di ricostruzione sono parte della navata centrale, l’abside e la cupola (KARIYE, FROM THEODORE METOCHITES 2007, pp. 17, 18; UNDERWOOD 1966, The Kariye Djami, vol. 1, pp. 10-13).
|
PRESERVATION STATUS & RESTORATION (4)
PRESERVATION STATUS
Date
|
1204 - 1300
|
Reference to the part
|
intero complesso decorativo
|
Description
|
L’edificio di San Salvatore in Chora subisce danneggiamenti e incurie durante l’occupazione latina di Costantinopoli dal 1204 al 1261. Intorno alla fine del 13. secolo l’edificio e le sue decorazioni interne sono in condizioni di conservazione particolarmente precarie, tali da renderne impraticabile l’utilizzo (UNDERWOOD 1966, The Kariye Djami, vol. 1, p. 13; KARIYE, FROM THEODORE METOCHITES 2007, pp. 17, 18).
|
RESTORATION
Date
|
1315 - 1321
|
Reference to the part
|
intero complesso decorativo
|
Description
|
L’uomo di stato e intellettuale Teodoro Metochite finanzia importanti lavori di restauro dell’edificio. Oltre ad ampliare il monastero con nuove articolazioni, dispone la ricostruzione della cupola della navata centrale, la cornice della quale è decorata con il suo monogramma, e provvede al rinnovamento della decorazione dell’intero spazio interno dell’edificio, nei suoi rivestimenti marmorei, mosaici e affreschi. Della precedente decorazione rimangono solo alcuni frammenti (KARIYE, FROM THEODORE METOCHITES 2007, pp. 19, 20; CIMOK 1987, Chora mosaics and frescoes, pp. 6-7).
|
PRESERVATION STATUS & RESTORATION (5)
PRESERVATION STATUS
Date
|
1343
|
Reference to the part
|
Rifiuto dell’offerta di Giacchino
|
Description
|
Si ritiene che a causa del terremoto dell’ottobre 1343, il primo dopo il completamento della decorazione musiva fatta realizzare da Teodoro Metochite, il riquadro raffigurante il Rifiuto dell’Offerta di Gioacchino subisca danneggiamenti e perdite (UNDERWOOD 1966, The Kariye Djami, vol. 1, p. 61).
|
PRESERVATION STATUS
Date
|
15. secolo - 18. secolo
|
Reference to the part
|
intero complesso decorativo
|
Description
|
Tra il 1495 e il 1511 la chiesa di San Salvatore in Chora viene convertita in moschea da parte di Hadim Ali PaÅŸa. Nel 1568 il tedesco Stephan Gerlach descrivendo l’edificio annota come i mosaici e le pitture ad affresco dell’interno siano visibili. È solo tra il 17. e il 18. secolo che tali decorazioni, in accordo con le pratiche religiose islamiche che prevedono il divieto di raffigurazioni iconiche, vengono ricoperte da intonaco o da assi in legno (KARIYE, FROM THEODORE METOCHITES 2007, pp. 20, 21; CIMOK 1997, Mosaics in Istanbul).
|
RESTORATION
Date
|
1876
|
Reference to the part
|
San Pietro, San Paolo, Gesù Cristo, Vergine Hodegetria
|
Description
|
Durante le operazioni di restauro di cui è oggetto la moschea di Kariye Camii nel 1876, di cui rende nota Alexandros Paspates, si mettono in luce alcune decorazioni musive precedentemente ricoperte da intonaco. Si provvede a liberare dall’intonaco e ad eseguire una parziale pulitura delle immagini dei Santi Pietro e Paolo, collocate ai lati della porta che dal nartece interno conduce nella navata centrale, e delle figure di Cristo e della Vergine ai lati dell’abside della navata centrale. Tali mosaici, successivamente alle operazioni conservative, vengono ricoperti da assi in legno (UNDERWOOD 1966, The Kariye Djami, vol. 1, p. 44; RESTORING BYZANTIUM 2004, p. 32).
|
PRESERVATION STATUS & RESTORATION (6)
RESTORATION
Date
|
1929
|
Reference to the part
|
pilastri del nartece interno, Dormitio Virginis, Gesù Cristo, Vergine Hodegetria
|
Responsible institution
|
Istanbul, Evkaf
|
Description
|
Nel 1929 si realizzano interventi di pulitura di alcuni dei mosaici che decorano la moschea di Karyie Camii di Istanbul. Ad essere oggetto degli interventi sono i mosaici dei riquadri raffiguranti la Vergine e i Santi collocati nei pilastri che separano le campate del nartece esterno, il riquadro della Dormitio Virginis, collocato nella parete ovest della navata centrale al di sopra della porta di ingresso, e le figure di Cristo e della Vergine ai lati dell’abside della navata centrale (UNDERWOOD 1966, The Kariye Djami, vol. 1, pp. 162-167; RESTORING BYZANTIUM 2004, p. 33).
|
PRESERVATION STATUS & RESTORATION (7)
PRESERVATION STATUS
Date
|
1947, ante | 1947
|
Reference to the part
|
intero complesso decorativo
|
Description
|
Nel 1945 la moschea di Kariye Camii viene sconsacrata e posta sotto la pubblica giurisdizione del Dipartimento dei Monumenti Antichi e dei Musei e sotto la custodia dell’amministrazione del Museo di Ayasofya. Le condizioni di conservazione dell’edificio e delle sue decorazioni musive e affrescate si presentano particolarmente precarie. I mosaici sono parzialmente oscurati da accumuli di sporco, pigmenti gialli e molti residui di bianco di calce. In alcuni punti i mosaici sono ancora completamente ricoperti da strati di intonaco.In molti dei monumenti sepolcrali della chiesa i mosaici sono nascosti da macerie di muratura di riempimento (UNDERWOOD 1966, The Kariye Djami, vol. 1, p. VI).Si riscontrano numerosi problemi derivati dall’umidità dovuta ad infiltrazioni d’acqua, principalmente in corrispondenza di alcuni archi dei due narteci, con conseguente perdita di adesione tra intonaco e muratura, decomposizione degli intonaci di allettamento e perdita di tessere. Ernest Hawkins, in seguito ad alcuni saggi su delle sezioni decorative, mette in evidenza come i maggiori problemi da risolvere siano le fratture strutturali, gli intonaci deteriorati e la perdita di tessere. La cupola nord e la sezione orientale della parte nord del nartece interno sono nelle condizioni peggiori (KARIYE, FROM THEODORE METOCHITES 2007, p. 50; RESTORING BYZANTIUM 2004). Scendendo nel dettaglio di alcune tra le principali scene musive, la lunetta del Cristo Pantocratore al di sopra della porta d’entrata nel nartece interno presenta delle lacune di tessere nel fondo dorato ai lati della figura. La malta di allettamento è in larga parte ben conservata. La lunetta della Vergine Blachernitissa al di sopra della porta d’entrata della chiesa presenta una frattura della muratura con una conseguente perdita di tessere nel lato destro della figura. Altre perdite si evidenziano nei bordi ornamentali e nello sfondo. Nell’iscrizione alcune lettere o parti di esse risultano dipinte in nero sulla malta di allettamento e prive di tessere.Nel riquadro della Deesis, collocato nella parete est della quarta campata da nord del nartece interno, l’intonaco ricopre quasi interamente le lacune di tessere e le figure imperiali negli angoli in basso. Visibile è la parte superiore, le due figure, alcune lettere delle iscrizioni e parte del fondo dorato. Al di sotto degli intonaci di copertura gran parte delle malte di allettamento originali si sono conservate. Altre aree risultano invece distrutte, in particolare, a destra della figura del Cristo e nell’angolo in basso a sinistra al di sotto della figura della Vergine (UNDERWOOD 1966, The Kariye Djami, vol. 1, pp. 39-48)Nelle immagini della genealogia di Cristo delle cupole nord e sud del nartece interno si evidenziano molte perdite del tessuto musivo imputabili a fratture nella struttura della cupola dovute a terremoti. La più grande di queste fratture si documenta nel quadrante sud-orientale della cupola sud e nel quadrante nord-orientale della cupola nord. Inoltre, nella cupola sud, un numero di lacune più piccole è attribuibile all’arrugginirsi e conseguente espandersi di chiodi di ferro a testa larga, ancorati alla muratura e utilizzati durante precedenti restauri per assicurare l’adesione delle malte di allettamento. La cupola nord presenta un’estesa fenditura che si estende lungo il quadrante nord-orientale e al di sotto attraversa le pareti nord ed est della campata, la cui presenza è già messa in evidenza dalle fotografie scattate tra il 1870 e il 1889 ed oggi conservate presso il Musée du quai Branly di Parigi.Il mosaico delle cupole sembra non essere mai stato interamente ricoperto con intonaco (fatta eccezione per le lacune), ma estese aree in corrispondenza delle teste, delle mani e dei piedi di tutte le figure sono state intonacate con pittura di tinta gialla, presumibilmente per rispondere alle esigenze dei dettami religiosi ilsamici (UNDERWOOD 1966, The Kariye Djami, vol. 1, p. 57).La superficie musiva della scena dell’Incontro di Gioacchino ed Anna (soffitto dell’arco che separa la prima dalla seconda campata del nartece interno) si presenta ricoperta da un’incrostazione calcarea attribuibile ad un’infiltrazione d’acqua, protrattasi a lungo nel tempo.Nella scena della Nascita della Vergine (lunetta est della seconda campata del nartece interno) si evidenzia una fenditura continua che si estende diagonalmente attraverso la sua parte centrale. Diverse aree, principalmente il quadrante in basso a destra, sono interessate da eccessi di umidità e conseguente decomposizione e perdita di tessere di pietra.Dei dodici riquadri raffiguranti la Vergine e i Santi collocati nei pilastri che separano le campate del nartece esterno ne rimangono sei. Nei due pilastri tra la prima e la seconda campata, nei pilastri est tra le campate seconda e terza e terza e quarta, nel pilastro ovest tra le campate quarta e quinta, nel pilastro sud tra le campate sesta e settima.Il pannello della Dormitio Virginis, che occupa il muro ovest della navata centrale al di sopra della porta d’entrata, si presenta in buone condizioni di conservazione, fatta eccezione che per una frattura continua che si estende a forma di arco a partire da entrambi i lati del riquadro, dall’altezza delle spalle degli apostoli fino, circa, alla punta dell’aureola interna della mandorla che circonda Cristo. La frattura corrisponde alla curvatura di un arco in rilievo in muratura, ora nascosto da un riempimento di file di mattoni in orizzontale adagiati su una trave in legno, al di sopra dell’architrave in marmo della porta. La frattura nel tessuto musivo è imputabile al cedimento delle file orizzontali di mattoni a causa del danneggiamento della trave di sostegno.Le uniche altre lacune si evidenziano nella parte in alto a sinistra, dove parte dell’iscrizione è stata distrutta e in basso a destra nella parte bassa delle figure di San Paolo e San Marco, e lungo il bordo inferiore sopra l’architrave intagliato (UNDERWOOD 1966, The Kariye Djami, vol. 1, pp. 162-167).Nonostante i mosaici di Cristo e della Vergine dei pilastri che fiancheggiano l’abside della navata centrale abbiano sofferto numerosi danni, le due figure astanti si presentano, sotto l’accumulo di sporcizia e di intonacature successive, in condizioni di ottima leggibilità. Risultano estese le aree di perdita del tessuto musivo o della malta di allettamento, interessando quasi per intero il fondo oro. L’originale malta di supporto delle stesure sopra la testa e le spalle del Cristo risulta distrutta. Queste parti sono ricoperte di una stesura di intonaco di calce dipinta in blu scuro. Tale ridipintura ricopre in numerosi punti le stesse parti ancora esistenti di superficie musiva. La figura della Vergine risulta debolmente visibile, solo le mani e le gambe del Cristo Bambino sono chiaramente visibili, anche se solo ad un esame ravvicinato. La testa e le spalle sono ricoperte da un sottile strato di conglomerato composto di sabbia fine e cemento Portland, la restante parte della sua immagine è ricoperta da intonaco di calce. Tali mosaici vengono ora riscoperti, dopo l’oscuramento (garantito da due assi di legno) degli anni di utilizzo dell’edificio in qualità di moschea (UNDERWOOD 1966, The Kariye Djami, vol. 1, pp. 168-170).
|
RESTORATION
Date
|
1947 - 1958
|
Reference to the part
|
intero complesso decorativo
|
Responsible institution
|
Istanbul, Dipartimento dei Monumenti Antichi e dei Musei
|
Management of the work
|
Thomas Whittemore, Paul A. Underwood
|
Description
|
Nel 1947 il Byzantine Institute of America avvia i lavori di restauro delle decorazioni musive e pittoriche dell’interno dell’edificio di Kariye Camii. I restauri vengono condotti nell’arco di sette campagne, tra il 1948 e il 1958, della durata di circa sette mesi ciascuna (KARIYE, FROM THEODORE METOCHITES 2007, p. 21). Si tratta di lavori che, dopo una fase iniziale di operazioni preliminari e cautelative, prevedono il disvelamento di stesure musive ancora parzialmente ricoperte da strati di intonaco, il consolidamento e la pulitura di tutta la decorazione e il recupero delle lacune mediante stesure di nuovo intonaco dipinto.I lavori, per i primi anni, vengono condotti sotto la direzione di Thomas Whittemore e vedono il completamento delle operazioni ai mosaici della parte nord del nartece esterno. Dal 1950 in poi, è Ernest Hawkins ad assumerne la direzione, fino alla conclusione dei lavori (RESTORING BYZANTIUM 2004).
|
INTERVENTION
Title of the intervention carried out during restoration
|
consolidamento
|
Description
|
Le operazioni di consolidamento interessano molte aree della decorazione musiva. Il consolidamento viene condotto, principalmente, mediante l’applicazione di grappe metalliche a T. Si realizza un foro di 6 cm di profondità all’interno del quale viene infissa una grappa della lunghezza approssimativa di 5 cm avente due ali di circa 1,5 cm. In alcuni casi l’intonaco deve essere rimosso e ripristinato accuratamente facendo attenzione a non causare danni alle tessere di mosaico del bordo (KARIYE, FROM THEODORE METOCHITES 2007, pp. 50, 51).Particolarmente urgenti si presentano le condizione conservative dell’angolo sud-occidentale della volta, con i mosaici raffiguranti le scene della passione di Cristo. L’intervento di consolidamento operato dal Byzantine Institute ne scongiura l’imminente collasso.Numerose riparazione vengono eseguite in corrispondenza degli archi del nartece esterno, particolarmente danneggiati a causa di infiltrazioni d’acqua. Complessa la riparazione della scena raffigurante il Sogno di Giuseppe, in cui sono realizzati numerosi interventi di riparazione, compresa la rimozione della malta d’allettamento deteriorata, attorno alla figura di Giuseppe. Il consolidamento operato dal Byzantine Institute riguarda non solo le decorazioni musive ma anche le strutture murarie dell’edificio. Qieste vengono rinforzate mediante l’inserimento di barre in acciaio. Tali barre percorrono l’intera lunghezza del nartece interno, occupando il condotto lasciato libero dalle catene in legno, ormai disgregate, installate al di sopra della fascia delle cornici (UNDERWOOD 1966, The Kariye Djami, vol. 1; RESTORING BYZANTIUM 2004).
|
INTERVENTION
Title of the intervention carried out during restoration
|
pulitura
|
Description
|
Vengono condotte operazioni di pulitura dell’intera decorazione musiva al fine di rimuovere gli strati di polvere e sporco accumulati nel tempo e, dove necessario, i residui delle precedenti intonacature. Le puliture interessano sia le stesure musive sia le lacune dove, in alcuni casi, un accurato intervento permette di riscoprire le originali stesure pittoriche, stese prima dell’applicazione delle tessere. In altri casi a riemergere è l’impronta delle tessere cadute. Le puliture vengono condotte con delle spazzole. Nei casi di necessità di maggior precisione, si opta per l’utilizzo di strumenti dentistici Di particolare difficoltà si presenta la rimozione del conglomerato composto da sabbia fine e cemento Portland steso in corrispondenza della testa e delle spalle della figura del Cristo Bambino in braccio alla Vergine, nel pilastro destro del naos. Altrettanto problematica si rivela la rimozione delle incrostazione calcaree attribuibili ad infiltrazioni d’acqua. La rimozione di tali depositi è eseguita mediante scalpelli, carburo di silicio e altri abrasivi. Ad essere interessata da tale intervento è, in particolare, la scena dell’incontro di Gioacchino ed Anna (UNDERWOOD 1966, The Kariye Djami, vol. 1).
|
INTERVENTION
Title of the intervention carried out during restoration
|
integrazione / rifacimento
|
Description
|
Molte delle malte di allettamento originali, ricoperte da intonaco e dipinte in precedenti interventi a reintegrare lacune di tessere, vengono pulite e quindi ricoperte da intonaci di nuova fattura. Tali intonaci sono dipinti a tinta neutra di colorazione giallo-grigia e con una texture screziata. Nei casi di lacune di minori dimensioni la colorazione è scelta in modo da corrispondere a quella delle stesure musive circostanti. In alcuni casi le integrazioni di lacune musive effettuate durante precedenti interventi di restauro vengono rimosse lasciando in vista le originali malte di allettamento ancora segnate dalle impronte delle tessere musive cadute. Questo è quanto è accaduto ai riquadri con le figure dei Santi Pietro e Paolo, ai lati della porta che dal nartece interno conduce nella navata centrale.Nel pannello della Deesis, nella parete est della quarta campata da nord del nartece interno molte delle lacune musive più piccole vengono reintegrate con nuovo intonaco bianco ad un livello leggermente inferiore rispetto a quello delle originarie stesure circostanti. Le ultime stesure di intonaco, a reintegrazione delle lacune più grandi, sono incise schematicamente al fine di suggerire le impronte delle tessere, in modo da omogeneizzare queste aree con le malte originali che conservano traccia delle tessere perdute. Queste aree sono dipinte con un colore che differisce sia nella tinta sia nel tono rispetto alle circostanti aree di pittura originale. Molte delle lacune più grandi che si trovano in corrispondenza di punti di muratura strutturalmente importanti vengono, invece, lasciate in vista al fine di poter meglio studiare la muratura dell’undicesimo secolo e alcune probabili alterazioni, probabilmente risalenti al secolo successivo (UNDERWOOD 1966, The Kariye Djami, vol. 1, pp. 47, 48; RESTORING BYZANTIUM 2004).
|
PRESERVATION STATUS & RESTORATION (8)
PRESERVATION STATUS
Date
|
2004
|
Reference to the part
|
intero complesso decorativo
|
Description
|
Il World Monument Fund segnala nella lista dei monumenti in precarie condizioni di conservazione redatta nel 2004 il museo di Kariye Camii. I problemi che maggiormente interessano l’edificio riguardano l’incremento dei livelli di umidità e di inquinamento (causati dall’aumento della popolazione) e dalla risalita capillare di acqua dal terreno con conseguente indebolimento e deterioramento degli intonaci e delle malte di allettamento. Questi problemi sono ulteriormente aggravati dalla formazione di efflorescenze saline. Si ritiene necessario un intervento di restauro che possa mettere in salvaguardia l’intera decorazione musiva e affrescata. Le decorazioni musive contenute nelle teche protettive di plexiglass, responsabili della formazione di un microclima ad alta concentrazione di umidità, hanno causato la disgregazione delle malte di allettamento. Il danno maggiore è riscontrabile nella porzione inferiore del mosaico raffigurante la Deesis. In condizioni simili si trovano i mosaici raffiguranti Pietro e Paolo che fiancheggiano l’ingresso al naos (RESTORING BYZANTIUM 2004, p. 41; WORLD MONUMENTS WATCH 2004, p 73).
|
RESTORATION
Date
|
2004
|
Responsible institution
|
Turkey, Ministry of Culture
|
Management of the work
|
Istituto Superiore per le tecniche di conservazione dei beni culturali e dell’ambiente Antonino De Stefano
|
Description
|
L’Istituto Superiore Antonino De Stefano propone un programma di studi e di lavori di restauro dell’edificio di Kariye Camii, accettato dal Ministero turco della cultura (RESTORING BYZANTIUM 2004, p. 41).
|
LEGAL STATUS AND RESTRICTION
LEGAL STATUS
General indication
|
proprietà Stato
|
Specific indication
|
Ministero della Cultura e del Turismo Turco
|
Address
|
Ataturk Bulvari, 29, Ankara
|
DOCUMENTARY & INFORMATIVE SOURCES
Istanbul, S. Salvatore in Chora
IMAGES
Istanbul, S. Salvatore in Chora, esterno
IMAGES
Istanbul, S. Salvatore in Chora, esonartece porta d'ingresso all'endonartece, Salvatore con ai lati San Pietro e San Paolo, part. del Salvatore
IMAGES
Istanbul, S. Salvatore in Chora, esonartece porta d'ingresso all'endonartece, Salvatore con ai lati San Pietro e San Paolo, part. di San Pietro
IMAGES
Istanbul, S. Salvatore in Chora, esonartece porta d'ingresso all'endonartece, Salvatore con ai lati San Pietro e San Paolo, part. di San Paolo
IMAGES
Istanbul, S. Salvatore in Chora, esonartece porta d'ingresso alla chiesa, Vergine Blachernitissa fra due Angeli, part. della Vergine
IMAGES
Istanbul, S. Salvatore in Chora, esonartece porta d'ingresso alla chiesa, Vergine Blachernitissa fra due Angeli
IMAGES
Istanbul, S. Salvatore in Chora, endonartece, campata quarta, parete occidentale, Deesis con Cristo, la Vergine, Isacco Comneno e Melania la Monaca
IMAGES
Istanbul, S. Salvatore in Chora, endonartece, quarta campata, Deesis, Melania la monaca
IMAGES
Istanbul, S. Salvatore in Chora, endonartece, Cristo in trono con Teodoro Metochide
IMAGES
Istanbul, S. Salvatore in Chora, esonartece, la moltiplicazione dei pani, part.
IMAGES
Istanbul, S. Salvatore in Chora, esonartece, le nozze di Cana, part.
IMAGES
Istanbul, S. Salvatore in Chora, endonartece, Cristo in trono con Teodoro Metochide, part.
IMAGES
Istanbul, S. Salvatore in Chora, endonartece, cupola sud, Cristo entro clipeo con codex in mano, circondato da 24 figure
IMAGES
Istanbul, S. Salvatore in Chora, endonartece, cupola sud, Cristo entro clipeo con codex in mano, circindato da 24 figure, part.
IMAGES
Istanbul, S. Salvatore in Chora, endonartece, cupola nord, Vergine con divin Figlio entro clipeo, circondata da 16 figure, part.
IMAGES
Istanbul, S. Salvatore in Chora, esonartece, campata sesta, lunetta meridionale, Erode ordina il massacro degli Innocenti e i soldati danno inizio al massacro, part.
BIBLIOGRAPHY
BIBLIOGRAPHY
BIBLIOGRAPHY
BIBLIOGRAPHY
BIBLIOGRAPHY
BIBLIOGRAPHY
BIBLIOGRAPHY
BIBLIOGRAPHY
BIBLIOGRAPHY
BIBLIOGRAPHY
BIBLIOGRAPHY
BIBLIOGRAPHY
BIBLIOGRAPHY
BIBLIOGRAPHY
BIBLIOGRAPHY
BIBLIOGRAPHY
BIBLIOGRAPHY
BIBLIOGRAPHY
BIBLIOGRAPHY
|
|