Decorazione musiva parietale di S. Vitale

Ravenna, S. Vitale, esterno, ingresso rinascimentale e portale

Ravenna, S. Vitale, esterno, ingresso rinascimentale e portale

M

C

IT

153

R

CIDM

0

153

OBJECT

OBJECT

Definition

decorazione musiva parietale

Identification

complesso decorativo

Name/Dedication

decorazione musiva parietale di S. Vitale

SUBJECT

SUBJECT

Identification

Chiesa di San Vitale, Ravenna - Decorazione musiva parietale

Iconographic description

Nell'intradosso dell'arco di accesso al presbiterio sono presenti, entro clipei, i busti degli Apostoli, del Cristo Pantocrator, di san Gervasio e san Protasio. Nella lunetta della parete meridionale del presbiterio sono raffigurati i sacrifici di Abele e Melchisedec, ai lati di questa invece è visibile Mosè nel roveto ardente e Mosè che pascola il gregge dello suocero Ietro. Sopra la lunetta due angeli sorreggono una croce apocalittica; accanto si trova il profeta Isaia. Nella lunetta della parete settentrionale si trovano episodi della vita di Abramo (l'accoglienza e il dono di Abramo ai tre angeli, il sacrificio di Isacco). Ai lati, il popolo di Israele e Mosè mentre riceve la Legge sul monte Sinai; quindi, ancora due angeli con una croce apocalittica e il profeta Geremia. Nella parete meridionale, ai lati della trifora sono rappresentati gli evangelisti Matteo e Marco, mentre nella parete settentrionale, ai lati della trifora, gli evangelisti Luca e Giovanni. Entrambe le trifore presentano cantharoi con tralci di vite e colombe. Nella volta a crociera del presbiterio, al centro, è raffigurato, entro un clipeo sorretto da quattro angeli, l'Agnello Mistico. Sull'estradosso dell'arco trionfale dell'abside le città di Betlemme e di Gerusalemme e nella parte centrale due angeli in volo con monogramma cristologico. Nell'introdosso dell'arco trionfale cornucopie convergono verso un clipeo centrale con il Crismon. Nell'abside, nella parete meridionale, è raffigurata l'imperatrice Teodora e il suo seguito di cortigiani e dame, e nella parete settentrionale l'imperatore Giustiniano (con una patena in mano), e il suo seguito (militari e dignitari), accompagnato dal vescovo Massimiano e da alcuni diaconi. Nel catino absidale è rappresentato il Cristo, seduto su un globo, che sostiene con la mano destra il libro dei sette sigilli e con la mano sinistra accoglie il vescovo Ecclesio. Questi, accompagnato da un angelo, gli porge il modellino della chiesa. Alla sinistra del Cristo si trova san Vitale accompagnato da un angelo.

Iconological description

La decorazione musiva del presbiterio è dedicata alla prefigurazione del sacrificio del Cristo attraverso il recupero dei sacrifici - offerte a Dio presenti nell'Antico Testamento (BOVINI 1970, Edifici di culto d'età, pp. 239-243).

GEOGRAPHICAL AND ADMINISTRATIVE LOCATION

Country

Italia

Region

Emilia-Romagna

Province

RA

City

Ravenna

Locality

Ravenna

Diocese

Ravenna - Cervia

SPECIFIC LOCATION

Typology

chiesa

Denomination

S. Vitale

Date

530 - 547

Address

via S. Vitale

Specific location

presbiterio: parete meridionale e settentrionale; volta a crociera; abside

Notes

La chiesa viene iniziata dal vescovo Ecclesio verso la fine del suo mandato cioè all'incirca dopo il 530. L'edificazione di questa è seguita pertanto dal vescovo Ursicino (534 - 536), Vittore (537 - 544) e infine da Massimiano, che la consacra nel 547. L'edificio è completato grazie ai finanziamenti del banchiere Giuliano Argentario. La chiesa è costituita da due corpi prismatici sovrapposti: uno più alto e stretto sormontato da un tetto piramidale inglobante la cupola, uno più largo e basso comprendente il pianterreno con ambulacro perimetrale e il primo piano costituito dai matronei. Nell'ardica di ingresso, a sud-ovest, si aprono due porte di entrata. La chiesa è ricca di colonne sormontate da capitelli e pulvini, che separano la parte centrale della chiesa dal cordone anulare. Nel 1996 la chiesa è stata dichiarata dall'Unesco "Patrimonio dell'Umanità".

LOCATION AND PROPERTY DATA

Original location

localizzazione fisica

12° 11' 46"

44° 25' 14"

punto approssimato

rilievo da foto aerea senza sopralluogo

altro

CHRONOLOGY

GENERAL CHRONOLOGY

Century

6.

SPECIFIC CHRONOLOGY

From

540

ca.

To

547

Validity

ca.

analisi storica

CULTURAL DEFINITION

AUTHOR

Name

Maestranze ravennati di S. Vitale

Personal data/chronology

6. sec.

Grounds of basing the dates

bibliografia

Abbreviation: short citation

BOVINI, GIUSEPPE Edifici di culto d'età teodoriciana e giustinianea a Ravenna

Specific

pp. 237-238

COMMISSIONER

Name

Vittore

Date

537 - 545

Circumstance of the commission

costruzione della chiesa

Notes

Vittore continua l'opera iniziata dal suo predecessore e comincia a decorare la chiesa con mosaici, marmi e capitelli, che recano il suo monogramma.

COMMISSIONER

Name

Massimiano

Date

546 - 547

Circumstance of the commission

decorazione musiva della chiesa

Notes

Massimiano, eletto vescovo di Ravenna da Giustiniano (546), per portare avanti il suo programma religioso e politico, continua l'opera iniziata da Ecclesio e Vittore e conclude la decorazione musiva della chiesa di S. Vitale. La consacrazione dell'edificio avviene nel maggio del 547.

SUPPORT

SUPPORT

Typology

fisso

Material

struttura muraria

Notes

La struttura muraria, di supporto alla decorazione musiva, è costituita da mattoni che sul lato esterno misurano 40 x 5 cm. Sono disposti per file orizzontali e allettati con una malta a base di calce ricca di aggregati di varia natura e granulometria. Le fughe fra le file dei mattoni sono di spessore molto largo, spesso pari a quello dei mattoni stessi (FIORI 1990, Restauri ai mosaici nella Basilica, pp. 90-91). Sono questi i mattoni lunghi e sottili, tipici delle costruzioni finanziate da Giuliano Argentario.

SUBGRADES

SUBGRADES

Reference to the part

E' riferita alla stratigrafia di 6. sec. ancora su malta originale di tutta la decorazione musiva parietale.

Total number

2

Total depth

compreso fra 3,5 cm e 5,5 cm

LAYER

Layer

primo

Color of the whole

bianco

Nature of the mixture

a base di grassello

Aggregate

fibre vegetali

Depth

compreso fra 2 cm e 4 cm

Notes

Le informazioni raccolte in questa scheda fanno essenzialmente riferimento alle indagini condotte durante il restauro dell'arco presbiteriale nel 1989 (FIORI 1990, Restauri ai mosaici nella basilica).

LAYER

Layer

secondo

Color of the whole

bianco

Nature of the mixture

a base di grassello

Surface treatment

Sulla superficie questo strato è stato dipinto a fresco con un'ampia gamma di colori. C'è una corrispondenza cromatica e di forma delle campiture, fra lo strato dipinto e le tessere successivamente allettate, anche se la gamma del tessellato risulta più ricca (FIORI 1990, Restauri ai mosaici nella Basilica, pp. 91-93).

Depth

1,5 cm ca.

TESSERAE

TESSERAE MATERIAL

Material

tutti i materiali

Typology

tutte le tipologie

Notes

L'ampia e articolata superficie del ciclo decorativo ed in particolare il diversificato uso di tipologie di materiali per il tessellato, rende difficoltosa la compilazione di schede dettagliate che considerano il mosaico nella sua interezza. Tuttavia i dati pubblicati, soprattutto con il protrarsi dell'ultimo ciclo di restauri (1989-2000), ci forniscono interessanti indicazioni sulle tecniche d'esecuzione. A tal proposito è importante segnalare come siano diversificati i mosaici dell'area presbiteriale da quella dell'abside, anche per l'impiego della tipologia del materiale musivo. Nell'area absidale il mosaico è stato eseguito quasi escusivamente con paste vitree, un ampio impiego di madreperle (ALBERTI 2000, Il catino absidale di S. Vitale) e inoltre le tessere a lamina d'oro qui appartengono alla tipologia di migliore qualità (con supporto trasparente color ambra) (CARBONARA 2000, La luce del mosaico). Tale situazione si differenzia da quella rilevata dall'area del presbiterio ove c'è un largo impiego di materiale lapideo (marmi grigi e bianchi) e di cotto in diverse tonalità (giallo, rosso, verde). Inoltre qui le tessere oro sono impiegate nelle due tipologie: con supporto trasparente ambrato e con supporto sempre trasparente, ma di tonalità tendente al verde e di qualità meno apprezzabile (MUSCOLINO 1997, Restauri ai mosaici parietali). Nonostante tale complessità sull'impiego e la qualità dei materiali musivi in questa scheda sono stati descritti i materiali che nel complesso della decorazione sono più significativi e rappresentativi delle differenziazioni fra la decorazione dell'area presbiteriale e absidale. Inoltre nel tentativo rendere conto dei dati resi noti con le pubblicazioni seguite agli ultimi restauri sono state compilate anche due schede ME, una riferita alla decorazione del catino absidale l'altra riguardante l'intradosso dell'arco di entrata al presbiterio, dove si descrive più dettagliatamente la qualità del tessellato (vedi schede componente).

TESSERAE (2)

TESSERAE MATERIAL

Material

marmo

Color

bianco

Typology

naturale

Use method

Nella maggior parte dei manti dei personaggi del presbiterio.

Notes

Originale del VI sec. (ALBERTI 2000, Il catino absidale di S. Vitale, pp. 595-600).

cristallino saccaroide

grana fine

cubica

quadrangolare

TESSERAE (3)

TESSERAE MATERIAL

Material

pietra calcarea

Color

rosata

Typology

naturale

Use method

E' impiegato in varie sfumature in tutti gli incarnati dei personaggi del presbiterio (volti, piedi, mani), anche nei personaggi dell'arcone di entrata al presbiterio ove è stato segnalato un consistente uso di paste vitree, sono sempre inserite alcune file di tessere in pietra (ALBERTI 2000, Il catino absidale di S. Vitale).

Notes

Originale del VI sec.

micritico

cubica

quadrangolare

TESSERAE (4)

TESSERAE MATERIAL

Material

pasta vitrea

Color

rosa

Typology

artificiale

Use method

Impiegato in un'ampia gamma di sfumature prevalente per gli incarnati dei personaggi del catino absidale. Nel presbiterio è utilizzato in quantità contenute, sempre negli incarnati e sempre associato al calcare rosa (ALBERTI 2000, Il catino absidale di S. Vitale).

Notes

Originale del VI sec.

cubica

quadrangolare

TESSERAE (5)

TESSERAE MATERIAL

Material

pasta vitrea

Color

oro; supporto trasparente tendente all'ambra

Typology

artificiale

Use method

E' impiegato in tutta la decorazione e in particolare nell'abside dove trova un uso esclusivo (ALBERTI 2000, Il catino absidale di S. Vitale, pp. 595-600).

Notes

Originale del VI sec.

omogenea

alto - trasparente

buono

Alla base della tessera è presente uno strato di colore rosso ben aderente al vetro (ALBERTI 2000, Il catino absidale di S. Vitale, pp. 595-600).

compatta

cubica

quadrangolare

In generale l'oro qui a San Vitale è spesso associato al cotto giallo, al fine di creare particolari effetti luministici di assorbimento e riverbero della luce (SANTI BANCHIERI RE 2006, pp 40-41) .

TESSERAE (6)

TESSERAE MATERIAL

Material

pasta vitrea

Color

oro; supporto trasparente tendente al verde

Typology

artificiale

Use method

E' impiegato esclusivamente nell'area presbiteriale spesso mescolato all'oro con supporto trasparente tendente all'ambra.

Notes

Originale VI sec.

omogenea

alto - trasparente

scarso

(CARBONARA 2000, La luce del mosaico, pp. 709-718)

non compatta

cubica

quadrangolare

TESSERAE (7)

TESSERAE MATERIAL

Material

pasta vitrea

Color

argento

Typology

artificiale

Use method

E' impiegato in tutta la decorazione.

omogenea

alto - trasparente

cubica

quadrangolare

TESSERAE (8)

TESSERAE MATERIAL

Material

pietra calcarea

Color

beige

Typology

naturale

Use method

E' impiegato esclusivamente nei manti dei personaggi dell'area presbiteriale (ALBERTI 2000, Il catino absidale di S. Vitale, pp. 595-600).

micritico

cubica

quadrangolare

TESSERAE (9)

TESSERAE MATERIAL

Material

madreperla

Color

bianco

Typology

naturale

Use method

E' impiegato in modo consistente nell'area absidale nell'aureola del Cristo, nella corona destinata San Vitale, nella croce gemmata del sott'arco dell'abside, nella corona e nel diadema di Giustiniano ecc. (ALBERTI 2000, Il catino absidale di S. Vitale, pp. 595-600).

Notes

Originale VI sec.

cilindrica

circolare

TECNIQUE

TECNIQUE

Reference to the part

l'intera decorazione

Denomination

opus musivum

Method

diretto

PRESERVATION STATUS & RESTORATION

RESTORATION

Date

6. sec. - 12. sec. | 500 - 1199

Reference to the part

Intradosso dell'arco di accesso al presbiterio; Pareti laterali del presbiterio; Volta a crociera del presbiterio; Intradosso dell'arco trionfale; Catino absidale

Description

Si tratta di rifacimenti a mosaico operati a seguito di crolli della decorazione musiva.

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

integrazione / rifacimento

Description

I rifacimenti sono eseguiti a tessere e sono per lo più localizzati nella parte alta dell'abside e del presbiterio. Nello specifico riguardano la volta a crociera del presbiterio (in particolare nelle due vele che insistono sulle trifore laterali) e le zone della decorazione musiva circostanti le trifore delle pareti laterali del presbiterio (probabilmente è in questo periodo che la decorazione della lunetta e dei sottarchi delle trifore laterali subisce un primo collasso). Nel catino absidale si localizzano due ampie zone di intervento che, a partire dalla parte inferiore della figura di san Vitale e del vescovo Ecclesio, si allargano fino all'intradosso dell'arco trionfale nell'abside (RICCI 1935, Monumenti A; IANNUCCI 1987, Restauri ravennati). Tali rifacimenti musivi si sono resi necessari a seguito di cedimenti della decorazione musiva determinati probabilmente da problemi statici legati alla spinta esercitata dalla volta a crociera sulle pareti del presbiterio non sufficientemente massicce per la presenza delle trifore. Ciò ha provocato una deformazione della volta che ha inciso pesantemente sui mosaici presbiteriali, ripercuotendosi anche sui mosaici dell'abside. Secondo Corrado Ricci i rifacimenti dell'abside risalgono al 6. secolo, mentre quelli del presbiterio al 7. - 8. secolo (RICCI 1935, Monumenti A). Per i risarcimenti del presbiterio posticipano la datazione Renato Barroccini, proponendo il 12. - 13. secolo (Carteggio Ricci Monumenti 1930, n. 87), e Santi Muratori, avanzando l'11. - 12. secolo (Carteggio Ricci Monumenti 1933, n. 7/22). Rifacimenti musivi antichi si localizzano anche in corrispondenza della chiave di volta dell'intradosso dell'arco di accesso al presbiterio: disponendosi tale area di risarcimento anche in prossimità del rifacimento moderno del Cristo è ipotizzabile che il clipeo del Cristo abbia subito un primo intervento già in questo periodo. A conclusione dell'ultimo restauro all'arco presbiteriale questo primo intervento al clipeo del Cristo è stato fatto risalire ai secoli a cavallo del primo millennio (FIORI 1990, Restauri ai mosaici nella Basilica).

PRESERVATION STATUS & RESTORATION (2)

RESTORATION

Date

1540 - 1543

Reference to the part

Lunetta e sottarchi della trifora; Intradosso dell'arco d'accesso al presbiterio

Description

Si tratta di rifacimenti a pittura di porzioni della decorazione musiva andate perdute.

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

integrazione / rifacimento

Description

I rifacimenti sono eseguiti a intonaco dipinto dai pittori faentini Giacomo Bertuzzi e Giulio Tonducci impegnati nello stesso periodo nella decorazione pittorica della cupola della chiesa. Intervengono nel clipeo del Cristo in chiave di volta dell'intradosso dell'arco di accesso al presbiterio, nelle lunette soprastanti le trifore delle pareti laterali e nei peducci delle trifore (RICCI 1935, Monumenti A; MUSCOLINO 1999, La Basilica di S. Vitale a Ravenna; IANNUCCI 1995, Storiografia dei restauri ai mosaici). In questi casi vengono commessi travisamenti iconografici. Il risarcimento del clipeo del Cristo ha introdotto alcune modifiche tra le quali la variazione della colorazione del fondo da argento a celeste, la riduzione delle dimensioni del volto del Cristo, l'innalzamento di una decina di centimetri dell'attacco del collo, la variazione del colore degli occhi del Cristo da castani ad azzurri, l'aggiunta di un secondo clavo più stretto sulla spalla sinistra, la variazione del rotolo davanti al petto del Cristo in un bianco stolone con gemme bordate in rosso scendente dalla spalla destra verso il fianco sinistro. Le lunette invece sono diversamente colorate (da verde a giallo) e scompartite, mentre nei peducci della trifora di destra gli originali ornamenti floreali sono rimpiazzati da un disco monogrammato dipinto a semplice tinta (GEROLA 1917, La tecnica dei restauri ai mosaici).

PRESERVATION STATUS & RESTORATION (3)

RESTORATION

Date

1706 - 1777

Reference to the part

intero complesso decorativo

Description

Si tratta di alcuni interventi di pulitura e rifacimento pittorico di porzioni della decorazione musiva andate perdute.

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

pulitura

Description

Nel 1706 - 1707 il napoletano Giovanni Brandolini opera la pulitura dei mosaici di presbiterio e abside. Nel 1777 viene ricordato Giacomo Patuelli in relazione alla pulitura dei mosaici (RICCI 1935, Monumenti A).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

integrazione / rifacimento

Description

Nel 1739 Barbiani esegue integrazioni a pittura nei mosaici della volta e della pareti laterali del presbiterio e sopra gli stalli del coro; nel 1770 si risarcisce pittoricamente a finto mosaico l'abbassamento del coro; nel 1777 viene ricordato anche Giacomo Patuelli in relazione al risarcimento pittorico dei mosaici (RICCI 1935, Monumenti A).

PRESERVATION STATUS & RESTORATION (4)

PRESERVATION STATUS

Date

1781

Reference to the part

Volta a crociera del presbiterio

Description

Il 17 agosto 1781, a seguito del terremoto di un mese prima, crolla una vasta porzione della decorazione musiva della volta a crociera del presbiterio (Mob.3.1.O, n.3).

RESTORATION

Date

1781-1982

Reference to the part

Volta a crociera del presbiterio; Intradosso dell'arco di accesso al presbiterio

Description

Si interviene operando il consolidamento delle porzioni musive pericolanti, il rifacimento pittorico dei mosaici crollati e la pulitura.

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

consolidamento

Description

Si provvede dapprima ad un rafforzamento statico della volta a crociera del presbiterio con un sistema di due sbarre di ferro ancorate mediante tiranti fissati ad una intelaiatura di travi assicurata ai muri perimetrali al di sopra della volta. Le zone pericolanti della superficie musiva sono quindi consolidate con l'inserzioni di grappe in ferro a semplice regolo e a croce (GEROLA 1917, La tecnica dei restauri ai mosaici).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

pulitura

Description

È ricordato Giacomo Patuelli per la pulitura dei mosaici (RICCI 1935, Monumenti A).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

integrazione / rifacimento

Description

Le parti della decorazione musiva crollate sono rifatte a pittura ad imitazione delle tessere con colori ad olio. Il lavoro spetta a Pietro Brandolini e Giacomo Patuelli, mentre la doratura dei mosaici è operata da Morani (o Moroni) (RICCI 1935, Monumenti A; GEROLA 1917, La tecnica dei restauri ai mosaici). Il gruppo guidato da Serafino Barozzi interviene nella volta a croce del presbiterio (in particolare nelle due vele che insistono sulle trifore laterali) e nell'intradosso dell'arco di accesso al presbiterio; qui viene risarcito pittoricamente il bordo esterno a ovoli e lancette e il bordo a gioielli alla base dell'arco. Probabilmente si deve al Barozzi anche l'ampio rifacimento pittorico a lato dei clipei di "Philippus" e "Iacobus", quest'ultimo parzialmente interessato dall'intervento (FIORI 1990, Restauri ai mosaici della Basilica).

PRESERVATION STATUS & RESTORATION (5)

RESTORATION

Date

1857 - 1858, 1863 - 1864 | 1857 - 1864

Reference to the part

Teodora e il suo seguito; Giustiniano e il suo seguito; Finestre dell'abside

Description

L'intervento prevede il consolidamento, il risarcimento a mosaico delle zone lacunose e la pulitura.

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

consolidamento

Description

Felice Kibel, nelle pareti che mostrano rigonfiamenti fino a 10-15 cm, inserisce, nei fori e relativi canali profondi 15 cm, anticipatamente preparati con il trapano, un cospicuo numero di grappe a forma di T, a croce. Queste, in ferro o in bronzo, vengono collocate a qualche decina di centimetri di distanza l'una dall'altra. Nella volta del presbiterio di S. Vitale, vengono poste un cospicuo numero di grappe di questo tipo: le viti della lunghezza di cm 9 oppure di cm 14,5, avvitate in madreviti inserite nel legante, hanno nella parte esterna una croce formata da aste metalliche lunghe cm 15 e larghe cm 1,5 dipinte del colore delle tessere che esse stesse ricoprono. Vicino ad esse sono inseriti chiodi di ferro della lunghezza di cm 10,5 oppure cm 12,5 aventi la parte esterna schiacciata a lamina larga cm 1,5 e lunga cm 4. La lamina appare ripiegata e aderente alle tessere e anch'essa dipinta dei colori delle tessere situate nelle zone limitrofe (RONCUZZI FIORENTINI 1992, Chiodi e grappe metalliche, p. 254).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

pulitura

Description

La pulitura viene eseguita a gradazione per mascherare il passaggio dalla nuova stesura musiva al mosaico originale(GEROLA 1917, La tecnica dei restauri ai mosaici; RICCI 1935, Monumenti A). È noto l'utilizzo da parte del Kibel di sostanze sia acide che basiche con lavaggi ripetuti per restituire splendore ai mosaici (MUSCOLINO 1999, La Basilica di S. Vitale a Ravenna; IANNUCCI 1995, Storiografia dei restauri ai mosaici).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

integrazione / rifacimento

Description

È rifatta a mosaico la zona inferiore dei riquadri imperiali, scalpellata nel 1545 per la collocazione degli stalli lignei del coro. L'intervento del Kibel si estende poi per altri 2mq ripristinando a mosaico lacune che erano già state precedentemente integrate a intonaco dipinto (RICCI 1935, Monumenti A). Kibel interviene anche dipingendo gli sguanci delle finestre dell'abside (LA BASILICA DI SAN VITALE 1997, pp. 111-121). È noto che il Kibel utilizzasse per le integrazioni a mosaico sia tessere antiche di recupero che tessere nuove; per attenuare l'eccessivo splendore delle tessere dorate moderne era solito intercalarle con cubetti di pietra gialla o sasso dipinto, pezzetti di ceramica, cocci di mattone. Ne consegue un fastidioso effetto a scacchiera determinato dall'eccessiva regolarità nell'alternanza di smalti e materiali di altra natura e dalla notevole diversità di materiale. Per i sottofondi impiegava un impasto a base di gesso: è noto che a san Vitale raccomandasse l'utilizzo di cemento grasso di calce, gesso e avena (GEROLA 1917, La tecnica dei restauri ai mosaici).

PRESERVATION STATUS & RESTORATION (6)

RESTORATION

Date

1885 - 1886

Reference to the part

intero complesso decorativo

Description

L'intervento prevede il consolidamento della superficie musiva, l'integrazione delle lacune e la pulitura.

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

consolidamento

Description

Si provvede al rafforzamento della superficie musiva mediante l'inserzione di grappe di rame (GEROLA 1917, La tecnica dei restauri ai mosaici; RICCI 1935, Monumenti A).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

pulitura

Description

Viene eseguita la pulitura di vasta parte della superficie musiva con lavaggi ad acqua; in particolare viene ridato splendore alle tessere dorate nel contorno dei festoni sugli spigoli della volta a crociera del presbiterio, occultati da vernici (GEROLA 1917, La tecnica dei restauri ai mosaici; RICCI 1935, Monumenti A).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

integrazione / rifacimento

Description

Le lacune sono integrate sia a mosaico, con l'utilizzo di tessere nuove e vecchie, sia ad intonaco dipinto a tessere. A mosaico è rifatta la testa di un angelo della volta a crociera del presbiterio a sostituzione della porzione originale di mosaico distaccata perché pericolante. Sempre a mosaico vengono risarcite le lacune individuabili alla base dell'arco presbiteriale formatesi a seguito della rimozione dei busti marmorei di vescovi Ecclesio e Giovanni (GEROLA 1917, La tecnica dei restauri ai mosaici; RICCI 1935, Monumenti A). Le lacune in corrispondenza delle impostature delle cantorie marmoree, dunque dovute alla loro rimozione, vengono risarcite in parte con tessere di recupero, in parte con intonaco dipinto. Viene inoltre intonacata la parte bassa delle parti interne delle trifore e viene ripresa la decorazione a finto mosaico e a finto marmo.Per quanto riguarda le zone integrate a pittura, in alcuni casi sono commesse alcune imprecisioni: nell'attacco del disegno dell'angelo con croce apocalittica della parete destra del presbiterio; nel clipeo con croce apocalittica dove ripropone per simmetria sulla parte destra il raggio con l'omega; nella corona del profeta Isaia; nelle montagne a destra di Mosè. Viene eseguita una revisione pittorica delle finestre dell'abside (LA BASILICA DI SAN VITALE 1997, pp. 111-121).

PRESERVATION STATUS & RESTORATION (7)

PRESERVATION STATUS

Date

1904, ante | 1904

Reference to the part

intero complesso decorativo

Description

Corrado Ricci fra il 1897 e il 1998 realizza una corposa campagna fotografica dell'esterno e degli interni di San Vitale. Lo stato di conservazione dei mosaici a quelle date non è certamente buono. Soprattutto i problemi sono dovuti ai precedenti e storici restauri: porzioni di tessuto musivo originale sono state coperte da stucco, che ha provocato a sua volta macchie diffuse in tutta la volta, e da intonaco dipinto utilizzato per risarcire le lacune (GEROLA 1917, La tecnica dei restauri ai mosaici).

PRESERVATION STATUS

Date

1921

Reference to the part

Catino absidale

Description

I mosaici sono stati alterati da restauri precedenti, eseguiti con pittura ad olio per mascherare le parti musive mancanti, la stabilità e le condizioni della superficie musiva. Viene constato il rigonfiamento dell'impasto dovuto a un infiltrazione di umidità, in altre parti si scorgono macchie bianche dovute alle parti mancanti in seguito a cadute di tessere (AVSRa 6/50, relazione).

PRESERVATION STATUS

Date

1925

Reference to the part

Volta a crociera del presbiterio

Description

I mosaici sono in cattivo stato di conservazione. In una relazione redatta da Giuseppe Zampiga viene evidenziata e descritta la presenza di lesioni dell'intonaco, sgualciture e strappi e diversi rattoppi e perfino rigonfiamenti. Sono presenti delle tessere malamente inserite in precedenti restauri, altre sono ricoperte da mani di olio e larghe chiazze di intonaco (AVSRa 6/50, relazione).

PRESERVATION STATUS

Date

1926

Description

I mosaici si trovano in cattive condizioni di conservazione: la zona della superficie musiva è totalmente impeciata da sporcizia poi vi sono diverse parti con rigonfiature. Piccole parti di superficie mosaicata, restaurate riempiendo i vuoti con calce poi verniciata malamente, ora stonano fortemente e sono anche in procinto di cadere col pericolo del disgregamento del mosaico che le circonda (AVSRa 6/50, relazione).

PRESERVATION STATUS

Date

1928

Reference to the part

Catino absidale

Description

L'ampia superficie musiva del catino riscontra molteplici chiazze biancastre e giallognole sulla figura del redentore, degli angeli e del vescovo Ecclesio. Si tratta di stuccature poi verniciate ad olio tentando di imitare l'effetto mosaico. Viene constata la presenza di piccole zone di rigonfiamenti e alcune fenditure, alcune tessere sono oramai cadute. I mosaici sono talmente sporchi di uno strato considerevole di verniciature e sudiciume da togliergli la loro naturale bellezza. I mosaici in cui vengono raffigurati Giustiniano e Teodora propongono le medesime problematiche (AVSRa 1/15, relazione).

RESTORATION

Date

1898 - 1935

Reference to the part

Volta a crociera del presbiterio; Intradosso dell'arco trionfale; Betlemme; Gerusalemme; San Marco evangelista; San Matteo evangelista; San Luca evangelista; San Giovanni evangelista

Responsible institution

Ravenna, Soprintendenza per i Monumenti (dal 1897 al 1906); Ravenna, Soprintendenza ai monumenti (dal 1907)

Management of the work

Corrado Ricci; Icilio Bocci; Giuseppe Gerola; Ambrogio Annoni; Renato Bartoccini; Luigi Corsini

Description

Per circa un trentennio, prima sotto la consulenza scientifica di Corrado Ricci poi sotto quella di Giuseppe Gerola, vengono condotti importanti lavori di restauro ai mosaici della basilica di San Vitale: gli interventi principali, eseguiti in tre diverse campagne di restauro (1904, 1922, 1925), riguardano il consolidamento della superficie musiva pericolante, la pulitura e l'integrazione delle lacune (GEROLA 1917, La tecnica dei restauri ai mosaici, RICCI 1935, Monumenti A).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

consolidamento

Description

Il consolidamento statico dei mosaici viene effettuato seguendo una diversa prassi a seconda che si tratti di piccole sconnessioni o di intere superfici pericolanti. Le tessere malferme vengono fermate in maniera precisa. In questi casi si estraggono una per una le tessere, poi riallettate su strato cementizio rinnovato, oppure si procede mediante imbibizioni di cemento ed applicazione di grappe in bronzo o rame per le parti più sollevate (RICCI 1935, Monumenti A). Certo è che fra il 1922 e il 1925 questo metodo viene utilizzato per il consolidamento della volta del presbiterio, del sottarco di accesso all'abside, del frontone con le città di Betlemme e Gerusalemme, e i quattro Evangelisti: con grappe in bronzo si rinsaldano le parti più sollevate e, in alcuni casi, vengono eseguiti piccoli distacchi di superficie musiva poi ricollocata in sede (RICCI 1935, Monumenti A, LA BASILICA DI SAN VITALE 1997, pp. 111-121). Nella zona raffigurante l'evangelista Marco oltre le suddette operazioni viene risaldato il mosaico mediante grappe in bronzo (AVSRa 31/244, relazione). In casi estremi si effettua il distacco della sezione su tela e si procede a nuova collocazione. Tra il 1930 e il 1934 Azzaroni esegue il consolidamento dell'arco di accesso al presbiterio.

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

pulitura

Description

La pulitura delle superfici viene effettuata attraverso raschiatura delle tessere e lavaggio con lisciva calda, soda, saponata, alcol, acquaragia ed altri ingredienti scelti caso per caso (AVSRa 6/50, relazione).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

integrazione / rifacimento

Description

Le lacune vengono accuratamente integrate con intonaci dipinti a finto mosaico, come già era avvenuto per i vecchi restauri nei XVII e XVIII. Una revisione pittorica viene effettuata sia nelle zone che già erano state dipinte in tempi più remoti, come il medaglione del Cristo o le grandi conchiglie del matroneo, che in quelle dipinte in tempi più recenti, come le finestre dell'abside, riprese dalla coppia Novelli-Kibel.Al risarcimento di tratti perduti o da consolidare si aggiungono dunque il lavori di emendamento, ossia di rifacimento di completamenti compiuti in passato di cui si era rivelata l'inadeguatezza tecnica e iconografica. Da qui deriva la scelta di rimuovere la redazione cinquecentesca del Cristo clipeato per proporne una più vicina a quella originale, ricostruita attraverso l'interpretazione delle tracce superstiti. Anche la divisione e la disposizione delle tessere, dipinte una per una, sono realizzate con un metodo raffinato che sfrutta la resa illusionistica (GEROLA 1917, La tecnica dei restauri ai mosaici, RICCI 1935, Monumenti A).Giuseppe Zampiga fra il 1922 e il 1925, dopo aver consolidato e liberato il mosaico da ogni vecchia sbavatura di intonaco e colore, sulla scorta delle parti superstiti, rifà, sempre in pittura, la parte già male dipinta della volta (RICCI 1935, Monumenti A). Tra il 1930 e il 1932 Azzaroni completa a pittura il busto del Cristo; nel 1934 rimuove la fascia dipinta a finto mosaico, alla base dell'arco che ricopriva il mosaico originale, occultato nel precedente restauro, presumibilmente dal Novelli, perché presentava un motivo non rispondente simmetricamente a quello che gli era opposto (LA BASILICA DI SAN VITALE 1997, pp. 111-121).Tuttavia la decisione di cancellare le parti manomesse e mal interpretate precedentemente non viene messa in atto in tutti i casi codificati di errore imputabile a restauri storici, poiché inizia a farsi strada in questo periodo, sostenuto da Corrado Ricci, il concetto di valore storico di intervento sull'opera (RICCI 1903, La tecnica dei mosaici antichi). Per quanto riguarda il completamento delle lacune si sposa definitivamente la metodologia della pittura su strato di allettamento rinnovato, composto di cemento e non di calce, perché ritenuto più sicuro.La soluzione di completare le lacune in pittura a secco su malta rinnovata diviene così definitiva, a garanzia di un assoluto rispetto per la genuina antichità e del perfetto godimento dell'opera d'arte in tutto il decoro della sua efficienza. Nella realtà operativa le restituzioni pittoriche di Zampiga e Azzaroni, rispondenti sempre a dei rigorosi criteri imitativi dell'antico, vengono eseguite in modo da raggiungere il massimo della resa illusionistica soprattutto per ovviare alla diversità tecnica fra il mosaico e la pittura. Il risultato anche artistico dell'intervento è sempre considerato un obiettivo importante, di cui si deve tener conto (STELLA 1997, Corrado Ricci tra restauro). I due restauratori dunque, dopo aver consolidato e liberato il mosaico da ogni vecchia sbavatura d'intonaco e di colore, sulla scorta delle parti superstiti, integrano sempre in pittura, le due conchiglie dei lunettoni superiori, l'intradosso dei loro archi e altre cose minori sostituendole parti restaurate nel XIX secolo da Carlo Novelli. Come ad esempio le spallature nell'abside della basilica, decorate precedentemente dal Novelli ad imitazione dei mosaici di classe e ridipinte, anche perché non più idonee al nuovo allungamento delle finestre, dal duo Zampiga-Azzaroni con motivi di invenzione in armonia con le decorazioni del tempio (GEROLA 1917, La tecnica dei restauri ai mosaici).Nel 1934 Giuseppe Zampiga, sotto la guida scientifica di Renato Bartoccini, interviene nell'angolo destro dell'arco trionfale, quello ornato con il busto del Cristo, degli Apostoli e dei Santi Gervasio e Protasio, in particolare nella fascia decorata che incornicia tutta la composizione. Poiché questa era ricoperta per un lungo tratto con della calce dipinta di circa un centimetro di spessore che andava a nascondere cospicui avanzi del materiale antico, il Bartoccini incarica il Zampiga di eliminare lo strato di malta ripulendo e fissando le tessere sottostanti man mano che tornano alla luce (BARTOCCINI 1934, Un restauro ai mosaici di San Vitale).

PRESERVATION STATUS & RESTORATION (8)

PRESERVATION STATUS

Date

1936

Reference to the part

Teodora e il suo seguito; Giustiniano e il suo seguito

Description

Cesare Brandi, allora Ispettore della Soprintendenza all'Arte Medievale e Moderna dell'Emilia e della Romagna, redige una relazione sullo stato di conservazione dei mosaici di Giustiniano e di Teodora. Viene constatata la discreta condizione conservativa dei mosaici; certo è che a quelle date questi sono ancora deturpati da antichi restauri, volgari stuccature che furono eseguite negli alveoli delle tessere mancanti senza nessun riguardo alle tessere circonvicine, in molti casi ricoperte in maniera grossolana, e che costituiscono una misura assolutamente illusoria per la stabilità del mosaico e rendono opaca la superficie in troppi punti. Brandi osserva inoltre che si sono avute recenti perdite di tessere musive soltanto nel bordo del mosaico raffigurante Giustiniano. Nel mosaico di Teodora nota invece un rientramento delle tessere nel polso, ma che non da preoccupazioni immediate. Come nel caso del mosaico di Giustiniano sono numerosi i punti nei quali si possono notare dei distacchi, che però non hanno un carattere di imminente pericolo. Vi è un rigonfiamento a destra sopra la testa di Massimiano. Infine il Brandi accenna a un presunto rischio di crolli della superficie musiva qualora si fossero verificati movimenti tettonici (AVSRa 31/244 relazione).Nelle zone figurate del catino dell'abside parecchie fasce sono sollevate ma non in misura allarmante, perché le parti distaccate sono delimitate e legate dalle circostanti parti solide, sorrette dall'equilibrio statico di tutta la volta (GNUDI 1939, I recenti restauri).

RESTORATION

Date

1936 - 1939

Reference to the part

Intradosso dell'arco trionfale

Responsible institution

Ravenna, Soprintendenza ai Monumenti (dal 1907)

Management of the work

Carlo Calzecchi Onesti

Description

Fra il 1936 e il 1939 i mosaici di San Vitale vengono sottoposti a una nuova campagna di restauri. In particolare si da avvio ai numerosi interventi di distacco della superficie musiva realizzati con nuovi metodi messi a punto e sperimentati per la prima volta dai tecnici dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze.

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

consolidamento

Description

Nel 1936, l'allora Soprintendente Calzecchi Onesti chiede la costituzione di una commissione speciale per l'esame dei mosaici ravennati, allo scopo di discutere le soluzioni da adottare riguardo alle questioni che da sempre erano state al centro dell'attenzione nel restauro musivo a Ravenna: il distacco come provvedimento mirante ad ancorare gli intonaci di sottofondo sollevati (prevenendo così ogni danno dovuto a terremoti) ed il criterio di trattamento delle lacune. La commissione, di cui fa parte anche Pietro Toesca, decide di interpellare al riguardo l'architetto Amedeo Orlandini dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze che in quegli anni stava mettendo in opera un nuovo metodo per il distacco delle superfici musive (LA BASILICA DI SAN VITALE 1997, pp. 111-121). Questo metodo, sperimentato in San Vitale fra il 1938 e il 1939, prevedeva innanzitutto un'accurata documentazione mediante fotografie e calchi, in carta pressata o gesso, del tessuto musivo che si intendeva distaccare, in modo tale da avere una sicura testimonianza nel caso il mosaico venisse danneggiato durante i lavori. I calchi andavano a costituire così sia dei veri e propri documenti d'archivio, ma soprattutto modelli che il restauratore usava durante l'esecuzione del lavoro. Lo strappo avveniva mediante l'applicazione di cinque o sei strati di carta o tela, poi distaccati previo smontaggio di due filari di tessere di contorno, fino a mettere a nudo la muratura. Il nuovo strato cementizio, completamente rinnovato, veniva poi fatto aggrappare ad un reticolato di filo di ferro. Inoltre le tessere rovinate venivano sostituite da tessere vitree o lapidee di riuso, della stessa epoca, recuperate da materiali appartenenti a vecchi monumenti demoliti. La prassi dei tecnici dell'Opificio delle Pietre Dure, adottata insieme alle maestranze ravennati (i restauratori della Bottega del mosaico poi Gruppo Mosaicisti) che lavoreranno nello stesso modo dal dopoguerra agli anni sessanta, è realizzata per la prima volta a San Vitale nell'intradosso dell'arco del catino absidale in una parte non figurata, di carattere essenzialmente decorativo, una fascia in cui erano raffigurati fiori, cornucopie e uccelli. La fascia è tutta consolidata previo distacco delle parti ove si presentano sollevamenti (LA BASILICA DI SAN VITALE 1997, pp. 111-121). Si inizia dal disco centrale, con la croce gemmata con la delimitazione delle varie sezioni da staccare. Ovunque il vecchio letto di malta, che si presentava sotto le parti staccate in condizioni di grave deterioramento, è stato rinnovato e rinforzato dalla consueta armatura. Tutto il centro del mosaico del sottarco, che per la sua posizione e perpendicolarità male avrebbe sopportato quella precaria condizione di stabilità, è ora durevolmente consolidato senza che il minimo danno o mutamento si sia verificato nella superficie musiva (GNUDI 1939, I recenti restauri).Dopo i primi sperimentali, ma positivi distacchi, i restauratori ravennati intervengono nuovamente nel 1945 nell'intradosso dell'arco absidale con operazioni provvisionali di consolidamento, raschiature della superficie, risarcimento dei vuoti che via via si creavano. La buona riuscita delle prime sperimentazioni, condurrà il soprintendente a programmare il distacco di zone più vaste estendendo le operazioni anche alle parti figurate. Lo scoppio della guerra farà posticipare la prosecuzione dei lavori dopo la fine delle ostilità.

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

integrazione / rifacimento

Description

Nell'agosto del 1939 i restauratori della Bottega del mosaico di Ravenna intervengono nel catino absidale sulla figura del Redentore. L'operazione consiste nel riempimento di zone mancanti con "intonaco speciale" così da renderlo mimetico con appropriato colore (AVSRa 51/369).

PRESERVATION STATUS & RESTORATION (9)

PRESERVATION STATUS

Date

1958

Description

In una relazione del febbraio del 1958 inviata al Ministero della Pubblica Istruzione il Soprintendente Arrigo Buonuomo denuncia le pessime condizioni conservative dei mosaici di San Vitale: vaste zone sono completamente distaccate dai sottofondi, mentre altre si trovano prive di moltissime tessere originali il cui vuoto in alcuni casi è stato riempito di calce scura (LA BASILICA DI SAN VITALE 1997, pp. 111-121).

PRESERVATION STATUS

Date

1960

Reference to the part

Volta a crociera del presbiterio

Description

In una relazione del luglio 1960 riguardante lo stato di conservazione della volta a crociera, Giuseppe Salietti, allora membro del Gruppo mosaicisti di Ravenna, ribadisce che i distacchi del tessuto musivo sono gravissimi e che tutta la superficie, sia mosaicata che dipinta, è cosparsa di croci in ottone, ferro, grappe e borchie: che ci sono molte lesioni e che si sta assistendo a un lento dissolvimento serpeggiante. Anche gli ori e gli argenti sono molto degradati. La struttura muraria presenta gravissime lesioni così come la decorazione musiva, dove gli strati di calce e pozzolana, che trattengono le tessere, si sono pericolosamente staccati dalla volta in pietra sovrastante (LA BASILICA DI SAN VITALE 1997, pp. 111-121).

PRESERVATION STATUS

Date

1967

Reference to the part

Catino absidale

Description

Nel dicembre 1967 alcune scosse sismiche arrecano danni alla volta dell'abside. Dopo un sopralluogo Renato Signorini, membro del Gruppo Mosaicisti, rileva molti distacchi al catino absidale, chiazze nell'intonaco impiegato nei restauri passati e la perdita di molte tessere nella figura del Cristo. Il soprintendente Checchi ritiene che sia opportuno pensare allo strappo dell'intera superficie musiva e che si debbano fissare alla muratura perni di metallo inossidabile collegati tra di loro con fili dello stesso materiale.

RESTORATION

Date

1962 - 1968

Reference to the part

Volta a crociera del presbiterio; Catino absidale

Responsible institution

Ravenna, Soprintendenza ai Monumenti (dal 1907)

Management of the work

Arrigo Buonuomo, Ercole Checchi

Description

Nel 1962 vengono avviate le operazioni di distacco dei mosaici della volta del presbiterio di San Vitale da parte degli operatori del Gruppo Mosaicisti di Ravenna. I restauratori ravennati, che sfruttano l'esperienza maturata grazie alle sperimentazioni dei tecnici dell'Opificio delle Pietre Dure, opereranno fino al 1968 riuscendo a staccare oltre alla volta alcune sezioni del catino absidale.

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

consolidamento

Description

Fra la primavera del 1962 e l'ottobre del 1964 si effettua il restauro della volta del presbiterio per opera del Gruppo Mosaicisti di Ravenna (fra cui Salietti, Signorini, Cicognani): i lavori interessano sia la decorazione musiva sia le strutture murarie che all'evidenza presentano gravissime lesioni. Gli operatori ravennati riprendono la tecnica estrattista utilizzata prima della guerra dai restauratori dell'Opificio delle Pietre Dure.Dopo il preliminare ingabbiamento della volta i restauratori procedono con il consolidamento della struttura portante della crociera e con lo strappo di circa 70 mq di superficie, divisa in seicento sezioni di 30 x 40 cm circa, singolarmente contrassegnate da un numero, ed eseguite in maniera da rispettare il più possibile le parti fondamentali del disegno musivo. Per operare il distacco sono state incollate al mosaico, in fasi successive, tre tele con un collante formato da colla da falegname mista a colla di farina. Lungo le linee che separano una sezione dall'altra sono state staccate mediante un punteruolo una fila di tessere che, raccolte in pacchetti ben distinti e catalogati, sono servite per la ricucitura in opera dei frammenti stessi (RONCUZZI FIORENTINI 1965, Restauri della volta del presbiterio). Il conseguente intervento di restauro sulla parte muraria, per ripristinare la volta senza mutare minimamente la stabilità del fabbricato e ancora conservare inalterata la superficie della volta per poter applicare i mosaici dopo il ripristino, viene eseguito dall'ingegnere Bruno Bottau dell'Università di Bologna: egli utilizza una struttura in legno di pioppo, posta in aderenza alla volta musiva così da poter prevenire la caduta dei preziosi mosaici e permettere allo stesso tempo di procedere all'esecuzione del lavoro. Dopo aver verificato lo stato di degrado dell'antico impasto di malta, rigonfiato in diversi punti e oramai cedevole, si interviene per garantire che la superficie della volta, gravemente deformata, conservi la sua forma nel tempo (RONCUZZI FIORENTINI 1965, Restauri della volta del presbiterio). Si elimina quindi la vecchia malta e la si sostituisce con malta nuova dopo aver annegato nella muratura tiranti metallici ancorati ad un traliccio soprastante appoggiato ai muri perimetrali. Demolito per ultimo lo strato di gesso vengono riposte in sito, su due successive gettate di cemento e calce idraulica, le sezioni musive precedentemente distaccate: i restauratori, dopo aver disteso sulla prima gettata, asciutta, mediante un pennello, un latte di cemento e acqua e successivamente un impasto di cemento, sabbia e grassello, svolgono lo stesso trattamento sul rovescio delle tessere in modo che i due impasti vengano sovrapposti ancora umidi. L'operazione viene eseguita con una pressione molto forte onde evitare la formazione di bolle d'aria che avrebbero portato al rapido distacco del mosaico stesso. Terminata la messa in opera vengono tolti i chiodi che segnavano la giusta posizione di inserimento e i livelli; per ultimo si provvede a togliere le tele incollate mediante spugnature con acqua. Onde completare in maniera corretta le diverse porzioni di mosaico che, poste in sede, si rivelavano una grande rete a riquadri, vengono poste le tessere tolte all'inizio dei lavori riunendo le varie parti (RONCUZZI FIORENTINI 1965, Restauri della volta del presbiterio, LA BASILICA DI SAN VITALE 1997, pp. 111-121).Nel 1968, sotto la direzione di Renato Signorini del Gruppo Mosaicisti, viene avviato, dopo aver costruito una centinatura in legno, lo strappo delle sezioni del catino absidale, anch'esso indebolito da una lesione della struttura muraria, già osservata dal Ricci, ed aggravatasi a causa di una scossa sismica. La cortina ricoprente la superficie emisferica viene rimossa e ricollocata su sottofondo rinnovato. Le sezioni distaccate vengono dunque ricollocate su malta rinnovata secondo la metodologia adottata nella volta del presbiterio (LA BASILICA DI SAN VITALE 1997, pp. 111-121).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

pulitura

Description

La pulitura dei mosaici, una volta ricollocati in sito, è stata realizzata mediante l'utilizzo di spugne e semplice acqua per evitare ulteriori danni ai materiali già in precario stato di conservazione (RONCUZZI FIORENTINI 1965, Restauri della volta del presbiterio).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

integrazione / rifacimento

Description

Come noto, delle quattro vele della volta del presbiterio solamente poche parti erano ancora originali. Quando si è trattato di intervenire su quelle porzioni di mosaico già ricostruite e restaurate in passato (o a mosaico o a tempera), si è deciso di dipingere le parti in questione con un tipo di tempera all'uovo imitante le tessere mancanti. Il problema delle zone musive mancanti è stato infatti risolto apponendo su una preparazione di fondo il reticolo di guida e dipingendo le parti in questione con colori a tempera. Per simulare le tessere dorate, oltremodo difficili da rendere a tempera, si sono usate lamine sottilissime d'oro, che sono state attaccate con albume d'uovo (RONCUZZI FIORENTINI 1965, Restauri della volta del presbiterio).

PRESERVATION STATUS & RESTORATION (10)

PRESERVATION STATUS

Date

1988, ante | 1988

Reference to the part

intero complesso decorativo

Description

La superficie musiva è deturpata da spessi strati di depositi di vario genere (particellato atmosferico, polveri grasse, colle animali). Si riscontano distacchi tra gli strati di sottofondo e tra questi e la struttura muraria. Il degrado della malta di allettamento determina il distacco e la perdita di tessere. Le tessere maggiormente interessate dal degrado sono quelle vetrose e lapidee: le tessere vetrose azzurre e verdi in particolare si presentano corrose, sbiancate e rivestite di patine. Le tessere a foglia metallica presentano problematiche connesse al distacco della cartellina, alla perdita della lamina metallica (tessere a foglia d'oro) e all'ossidazione della medesima (tessere a foglia d'argento). Le tessere calcaree presentano una patina scura molto aderente. Le tessere in cotto non presentano alterazioni (LA BASILICA DI SAN VITALE 1997, pp. 111-121; MUSCOLINO 1994, San Vitale, restauri ai mosaici; FIORI 1996, Problematiche rilevanti del restauro).

RESTORATION

Date

1988 - 1999

Reference to the part

abside; presbiterio, ad esclusione della volta a crociera

Responsible institution

Ravenna, Soprintendenza per i Beni Architettonici e Ambientali

Management of the work

Cetty Muscolino

Description

L'intervento prevede il consolidamento delle aree musive distaccate e delle singole tessere, la reintegrazione delle lacune e la pulitura. Il restauro interessa anche le zone di precedente integrazione a malta dipinta (MUSCOLINO 1997, Restauri ai mosaici parietali; MUSCOLINO 1999, La Basilica di S. Vitale a Ravenna).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

consolidamento

Description

Il fissaggio delle singole tessere distaccate è operato nell'arco presbiteriale con resina acrilica in emulsione (Lascaux 360 HV); successivamente si è optato per l'utilizzo di malta idraulica densa (PLM A). Il consolidamento delle tessere mobili e dello strato di allettamento è condotto nell'arco presbiteriale con una soluzione acquosa al 50% di resina acrilica in emulsione (Vinnapas SAF 54) con precedente bagnatura della malta con soluzione di acqua e alcool (1:1); successivamente si è proceduto con infiltrazioni di resina acrilica in emulsione (Primal AC 33 in acqua nel rapporto 1:3) con precedente bagnatura della malta con acqua e alcool in rapporto 1:1. Il risanamento in profondità di distacchi e crepature degli strati di sottofondo è condotto nell'arco presbiteriale con malta idraulica Ledan TB1 (alla base dell'arcone e sulla volta in presenza di distacchi di maggior entità ci si avvale di una malta idraulica a peso specifico minore, Ital B2); successivamente si è proceduto con iniezioni di malta idraulica fluida (PLM A) con precedente bagnatura della malta con soluzione di acqua e alcool.Ancoraggi ceramici sono applicati in corrispondenza di distacchi di notevole entità o dove erano applicati grappe e chiodi in ferro e ottone poi rimossi: dopo la foratura degli strati di sottofondo fin dentro la muratura, i fori sono riempiti di malta idraulica densa (PLM A) e sono inseriti perni ceramici filettati lunghi 10 cm e di diametro di 7 e 10 mm. La zona circostante l'inserimento del perno è poi consolidata con iniezioni di malta idraulica fluida (PLM A).Per quanto riguarda le tessere alterate, i marmi sono consolidati nell'arco presbiteriale con una miscela di Paraloid B72 e Dry Film 104 diluita in clorotene; successivamente si è proceduto al consolidamento delle tessere lapidee con infiltrazioni di silicato di etile (OH Wacker). I vetri sono consolidati con infiltrazioni di resina siliconica (BS 44 Wacker). Le cartelline delle tessere a lamina metallica sono invece fissate con infiltrazioni di Paraloid B72 in clorotene e acetone al 3% (dapprima nell'arco presbiteriale in solo clorotene al 4%) (FIORI 1990, Restauri ai mosaici nella Basilica; ALBERTI 1992, Intervento di restauro sui mosaici; MUSCOLINO 1992, I mosaici dell'arcone di S. Vitale, pp. 55-62; MUSCOLINO 1997, Restauri ai mosaici parietali).Nelle aree di precedente integrazione a malta dipinta si è proceduto al fissaggio del colore con resina acrilica (Primal AC 33 in acqua 1:9) e al consolidamento in profondità con iniezioni di malta idraulica fluida (PLM I) (MUSCOLINO 1999, La Basilica di S. Vitale a Ravenna).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

pulitura

Description

La pulitura della superficie musiva è condotta con applicazione di Kleenex e successiva stesura di impacchi di carbonato d'ammonio in sospensione in polpa di cellulosa. La superficie è risciacquata con acqua a pressione moderata e spazzolini morbidi, mentre per la rimozione dei depositi più resistenti ci si avvale di bisturi e matite a fibra di vetro (ALBERTI 1992, Intervento di restauro sui mosaici; MUSCOLINO 1999, La Basilica di S. Vitale a Ravenna). Nelle zone di precedente integrazione a malta dipinta la pulitura è condotta con acqua o carbonato di ammonio in soluzione (MUSCOLINO 1997, Restauri ai mosaici parietali).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

integrazione / rifacimento

Description

Sono integrate le lacune preesistenti al restauro e quelle di piccole dimensioni risarcite in passato di cui sono state rilevate la inidoneità e la deteriorabilità dei materiali. Le integrazioni non idonee sono rimosse con bisturi e piccoli scalpelli. Le lacune sono integrate con malta di calce e polvere di marmo. La tessitura a mosaico è resa modellando la malta a fresco con l'ausilio di stampini di rame di diverse forme e misure. Le singole tessere sono infine colorate a tono con acquerelli Windsor e Newton (FIORI 1990, Restauri ai mosaici nella Basilica; ALBERTI 1992, Intervento di restauro sui mosaici; LA BASILICA DI SAN VITALE 1997, pp. 111-121). Per quando riguarda le precedenti integrazioni a malta dipinta si è provveduto alla regolarizzazione dei bordi con calce, polvere di marmo e pozzolana setacciata e infine alla riequilibratura cromatica con acquerelli o colori coprenti a legante acrilico (MUSCOLINO 1999, La Basilica di S. Vitale a Ravenna).

1988 - 1990

microscopio elettronico a scansione

Sono analizzate le tessere vetrose e lapidee alterate. Alcuni vetri presentano patine di sali sulla superficie esposta. L'analisi di una tessere di colore azzurro ha consentito di determinare la natura di queste patine. Mediante microanalisi si sono ottenute mappe ai raggi-X con la distribuzione sulla superficie della tessera degli elementi principali. L'analisi ha consentito di individuare la composizione delle patine costituite prevalentemente da solfati di sodio. In questi vetri un eccesso di sodio non stabilmente legato e la presenza di cloro determinano una certa solubilità del materiale. La formazione di solfato di sodio si deve alla reazione dell'anidride solforosa presente come inquinante nell'aria con il materiale solubilizzato del vetro.La microanalisi condotta sulla patina di una tessera arancione ha caratterizzato questo prodotto di alterazione come solfato di calcio. La diversa composizione dei vetri di colore arancione rispetto a quelli di colore azzurro e verde determina la diversità di composizione delle patine di alterazione: il tenore di ossido di sodio della tessera arancione è metà rispetto a quello delle tessere azzurre e verdi, mentre il contenuto di calcio è superiore. Alcuni vetri invece si presentano con la superficie esposta corrosa. Anche questa alterazione è legata alla solubilità del vetro. Infatti da microanalisi è emerso un impoverimento di sodio e cloro nella superficie erosa. Probabilmente tale alterazione è stata indotta da precedenti infiltrazioni d'acqua che hanno lambito la superficie delle tessere.Per quanto riguarda le alterazioni delle tessere lapidee è analizzata una patina scura presente sulla superficie esposta di una tessera di marmo rosa. La microanalisi ha rilevato la presenza di zolfo e cloro. Tale prodotto di alterazione è dunque determinato della solfatazione della calcite con formazione di solfato di calcio biidrato; il cloro può provenire dall'impiego in passato di sostanze pulenti non idonee (FIORI 1992, Studio della composizione e del degrado; FIORI 1990, Restauri ai mosaici nella Basilica; FIORI 1996, Problematiche rilevanti del restauro).

Faenza, CNR IRTEC

1988 - 1990

diffrattometria ai raggi X (XRD)

Sono analizzate tessere vetrose completamente alterate in tutto il loro corpo. L'analisi di una tessera verde che si presenta sbiancata e friabile ha consentito di imputare tale alterazione alla cristallizzazione della calcite all'interno delle fratture e delle bolle del materiale che, creando tensioni all'interno del vetro, ne ha favorito la disgregazione.Sono analizzati anche quattro campioni di stucchi o malte impiegati in precedenti interventi di restauro. La malta n. 1 è costituita da gesso; la malta n. 2 è composta da calcite e silicati di calcio, composti tipici del cemento; la malta n. 3 è formata da gesso, calcite e sabbie (quarzo, feldspati e miche) come inerte; la malta n. 4 è composta da gesso e calcite (FIORI 1992, Studio della composizione e del degrado; FIORI 1990, Restauri ai mosaici nella Basilica; FIORI 1996, Problematiche rilevanti del restauro).

Faenza, CNR IRTEC

1988 - 1990

analisi termodifferenziali (DTA)

Tramite analisi termica sono analizzati quattro campioni di stucchi o malte impiegati in precedenti interventi di restauro. Tramite analisi termoponderale è stato possibile risalire alla quantità dei composti delle malte attraverso le perdite in peso relative. Nella malta n. 1 il contenuto di gesso costituisce almeno il 90% del materiale; nella malta n. 2 il rapporto cemento e calce è di 3:1; nella malta n. 3 il rapporto tra legante e inerte è di 2:1 e nel legante la proporzione tra gesso e calcite è pure di 2:1; nella malta n. 4 il gesso è l'87% del materiale e la calcite il 7%, con piccola quantità di materiale organico (circa 2%) (FIORI 1992, Studio della composizione e del degrado; FIORI 1990, Restauri ai mosaici nella Basilica).

Faenza, CNR IRTEC

1988 - 1990

microscopio ottico polarizzatore

Al microscopio ottico polarizzatore sono esaminati la malta originale del mosaico e le malte o stucchi impiegati in precedenti interventi di restauro. La malta originale è costituita da calce area a grana cristallina molto fine senza granuli di marmo macinato o altri inerti. Nello strato di malta a contatto con la muratura sono presenti frammenti di fibra vegetale (paglia) (FIORI 1992, Studio della composizione e del degrado; FIORI 1990, Restauri ai mosaici nella Basilica).

Faenza, CNR IRTEC

1988 - 1990

spettrofotometria ad assorbimento atomico (AAS)

È analizzata la composizione chimica delle tessere vetrose. La colorazione dei vetri è relazionata alle percentuali degli ossidi degli elementi coloranti (ferro, rame, manganese) e opacificanti (stagno, antimonio, zinco) e alla presenza di piombo (FIORI 1992, Studio della composizione e del degrado; FIORI 1990, Restauri ai mosaici nella Basilica).

Faenza, CNR IRTEC

LEGAL STATUS AND RESTRICTION

LEGAL STATUS

General indication

proprietà Ente ecclesiastico

Specific indication

Archidiocesi di Ravenna - Cervia

Address

piazza Arcivescovdo 1, 48100 Ravenna

DOCUMENTARY & INFORMATIVE SOURCES

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Ravenna, S. Vitale

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Ravenna, S. Vitale, abside

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Ravenna, S. Vitale, presbiterio

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Ravenna, S. Vitale, volta a crociera del presbiterio

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Ravenna, S. Vitale, arco trionfale

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Ravenna, S. Vitale, esterno, ingresso rinascimentale e portale

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Ravenna, S. Vitale, aula centrale verso il presbiterio

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Ravenna, S. Vitale, presbiterio

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Ravenna, S. Vitale, presbiterio, trifora

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Ravenna, S. Vitale, presbiterio, trifora

relazione

L. A. Vetrani

12 dicembre 1921

Ravenna, Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio

AVSRa 6/50

Relazione per progetto di restauro ai mosaici della volta di San Vitale

annali

Fiandrini Benedetto

1794

Ravenna, Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio

Mob.3.1.O, n.3

Annali Ravennati

relazione

Zampiga Giuseppe

9 giugno 1925

Ravenna, Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio

AVSRa 6/50

Relazione sulle condizioni di conservazione dei mosaici di San Vitale più preventivo per i restauri

relazione

Zampiga Giuseppe

26 novembre 1928

Ravenna, Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio

AVSRa 1/15

Relazione per i restauri dei mosaici di San Vitale

relazione

Zampiga Giuseppe

1 ottobre 1925

Ravenna, Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio

AVSRa 31/244

Relazione sui restauri eseguiti da Giuseppe Zampiga

lettera

Bartoccini Renato

10 giugno 1930

Ravenna, Biblioteca Classense

Carteggio Ricci Monumenti 1930, n. 87

[Lettera di Renato Bartoccini a Corrado Ricci riportante osservazioni a seguito dei restauri di San Vitale]

lettera

Muratori Santi

4 giugno 1933

Ravenna, Biblioteca Classense

Carteggio Ricci Monumenti 1933, n. 7/22

[Osservazioni di Santi Muratori sui mosaici della volta a crociera del presbiterio]

relazione

Brandi Cesare

4 giugno 1936

Ravenna, Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio

AVSRa 31/244

Relazione sullo stato di conservazione dei mosaici di San Vitale

relazione

Bocchini Ettore

Maggio 1939

Ravenna, Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio

AVSRa 51/369

Relazione sui restauri realizzati dalla Bottega del mosaico di Ravenna

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ANDREESCU TREADGOLD, IRINA Materiali, iconografia e committenza nel mosaico ravennate

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ALBERTI, LIVIA Il catino absidale di S. Vitale a Ravenna : uno sguardo sulla tecnica di esecuzione: i materiali utilizzati ed una ipotesi sulle maestranze

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ANDREESCU-TREADGOLD, IRINA The mosaic workshop at San Vitale

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ANGIOLINI MARTINELLI, PATRIZIA Il costume femminile nei mosaici ravennati

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La basilica di San Vitale a Ravenna

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AGAZZI, AUGUSTO Il mosaico in Italia : raccolte di note storiche e tecniche

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ALBERTI, LIVIA Il restauro dei mosaici del presbiterio di S. Vitale a Ravenna : la lettura dell'intervento attraverso la documentazione grafica

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BOTTARI, STEFANO Dal paleocristiano al romanico

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BOVINI, GIUSEPPE San Vitale di Ravenna

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BOVINI, GIUSEPPE Chiese di Ravenna

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BOVINI, GIUSEPPE Ravenna die Denkmälher und Kunstschätze

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RIZZARDI, CLEMENTINA Motivi sassanidi nell'arte di Ravenna del 5. e 6. secolo

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RIZZARDI, CLEMENTINA Considerazioni sui mosaici di San Vitale a Ravenna: il ciclo di Mosè

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Venezia e Bisanzio : aspetti della cultura artistica bizantina da Ravenna a Venezia (5.-14. secolo)

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AGNELLUS RAVENNATIS Liber pontificalis ecclesiae Ravennatis

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Maiestas Domini : theophanies de l'Apocalypse dans l'art chretien : etude sur les origines d'une iconographie speciale du Christ

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TREADGOLD, WARREN Storia di Bisanzio

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GEROLA, GIUSEPPE La tecnica dei restauri ai mosaici di Ravenna

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GNUDI, CESARE I recenti restauri dei monumenti ravennati

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ANDREESCU TREADGOLD, IRINA The Emperor’s new Crown and St. Vitalis’ new Clothes

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RIZZARDI, CLEMENTINA La cristianizzazione dell'Adriatico: il messaggio dei mosaici parietali

Notes

Progetto PARSJAD