Decorazione musiva parietale di S. Apollinare Nuovo

Ravenna, S. Apollinare Nuovo

Ravenna, S. Apollinare Nuovo

M

C

IT

39

R

CIDM

0

39

OBJECT

OBJECT

Definition

decorazione musiva parietale

Identification

complesso decorativo

Name/Dedication

decorazione musiva parietale di S. Apollinare Nuovo

SUBJECT

SUBJECT

Identification

Basilica di Sant'Apollinare Nuovo, Ravenna - Decorazione musiva parietale

Iconographic description

Nella parete settentrionale, divisa in tre registri sovrapposti, si trovano, nel superiore, riquadri dedicati alla vita di Cristo, con miracoli e parabole, (Moltiplicazione dei pani, Chiamata di Pietro e Andrea, Guarigione dei ciechi di Gerico, Guarigione dell'Emorroissa, La Samaritana al pozzo, Resurrezione di Lazzaro, Parabola del pubblicano e del fariseo, Offerta dell'obolo della vedova, Parabola del regno di Dio e del Giudizio Finale, Guarigione del paralitico di Cafarnao, Guarigione dell'ossesso nel paese dei Geraseni, Guarigione del paralitico di Bethesda) alternati a riquadri decorativi con Conchiglia con colombe; nel registro mediano i Profeti, alternati a Polli sultani con Kantharos, Parrocchetti dal collare con cantharos, Coturnici con Kantharos; nel registro inferiore, partendo dall'ingresso verso l'abside, la Civitas Classis, la Teoria delle Sante, la Vergine in trono, i Re magi. Nella parete meridionale, nel registro superiore, riquadri cristologici raffiguranti la passione del Cristo e la sua resurrezione (Ultima cena, Preghiera nell'orto degli ulivi, Tradimento di Giuda, Gesù condotto in giudizio, Gesù davanti al Sinedrio, Annuncio della negazione di Pietro, La negazione di Pietro, Il pentimento di Giuda, Cristo davanti a Ponzio Pilato, Andata di Gesù al calvario, Le pie donne al sepolcro, I discepoli in cammino verso Emmaus, Apparizione di Cristo agli Apostoli e l'incredulità di Tommaso) alternati a riquadri decorativi con Conchiglia con colombe; nel registro mediano i Profeti alternati a Polli sultani con cantharos, Parrocchetti dal collare con cantharos, Coturnici con cantharos e a motivi decorativi nei sottarchi delle finestre. Nel registro inferiore, partendo dall'ingresso verso l'abside, il Palatium, la Teoria dei Santi e Cristo in trono. Nella controfacciata dovevano essere raffigurati a mosaico alcuni personaggi dei quali rimane solo un volto.

Iconological description

L'interpretazione complessiva della decorazione è tesa alla glorificazione e celebrazione del Cristo Redentore come sottolinea Friedrich Wilhelm Deichmann (DEICHMANN 1969, Ravenna. Geschichte und Monumente, p. 175).

GEOGRAPHICAL AND ADMINISTRATIVE LOCATION

Country

Italia

Region

Emilia-Romagna

Province

RA

City

Ravenna

Locality

Ravenna

Diocese

Ravenna - Cervia

SPECIFIC LOCATION

Typology

chiesa

Denomination

S. Apollinare Nuovo

Date

493 - 526

Address

via di Roma

Specific location

navata centrale, parete meridionale e settentrionale; controfacciata

Notes

La chiesa, a pianta basilicale, è divisa in tre navate da due file di dodici colonne. L'edificio nasce per il culto ariano come cappella palatina di Teoderico (periodo di dominazione teodericiana 493-526); intitolata a Gesù Cristo viene poi, in seguito alla riconsacrazione della chiesa al culto cattolico, dedicata a S. Martino. Nel 9. secolo in seguito al pseudo- trasferimento delle reliquie di S. Apollinare da Classe dentro alla città di Ravenna la basilica viene nominata S. Apollinare con l'aggiunta di Nuovo per distinguerla da un'altra omonima detta in Veclo sempre a Ravenna. In seguito a ciò la chiesa venne arricchita di una cripta e agli inizi del 10. secolo da un campanile cilindrico di fianco alla facciata. Nel 1996 la basilica è stata dichiarata dall'Unesco "Patrimonio dell'Umanità".

localizzazione fisica

12° 12' 16"

44° 25' 00"

punto esatto

rilievo da foto aerea senza sopralluogo

altro

CHRONOLOGY

GENERAL CHRONOLOGY

Century

5. - 6.

SPECIFIC CHRONOLOGY

From

493

ca.

To

569

Validity

ca.

bibliografia

AGNELLUS RAVENNATIS Liber pontificalis ecclesiae Ravennatis

pp. 335-336

CULTURAL DEFINITION

AUTHOR

Name

Maestranze orientali di S. Apollinare Nuovo

Personal data/chronology

6. sec.

Grounds of basing the dates

bibliografia

Abbreviation: short citation

ANDALORO, MARIA Tendenze figurative di Ravenna nell'età di Teoderico

Specific

p. 572

AUTHOR

Name

Maestranze ravennati di S. Apollinare Nuovo

Personal data/chronology

6. sec.

Grounds of basing the dates

bibliografia

Abbreviation: short citation

BOVINI, GIUSEPPE Edifici di culto d'età teodoriciana e giustinianea a Ravenna

Specific

pp. 73-145

COMMISSIONER

Name

Teoderico

Date

493 - 526

Circumstance of the commission

costruzione della chiesa

Notes

Teoderico, figlio adottivo dell'imperatore d'Oriente Zenone, conquista Ravenna nel 493. Inizia a costruire una nuova cappella palatina per il culto ariano: i lavori proseguono fino alla sua morte, avvenuta nel 526.

COMMISSIONER

Name

Agnello

Date

561 - 569

Circumstance of the commission

riconsacrazione della chiesa

Notes

Agnello, vescovo di Ravenna dal 556 al 569, in seguito al rescritto di Giustiniano (561), nel quale l'imperatore d'Oriente esortava a riconsacrare le chiese ariane al culto cattolico, modifica parte della decorazione musiva per eliminare tutto ciò che ricordava gli ariani.

SUPPORT

SUPPORT

Typology

fisso

Material

struttura muraria

SUBGRADES

SUBGRADES

Reference to the part

Stesura musiva di epoca teodoriciana, ancora su malta di preparazione originale.

Total number

3

Total depth

6 cm ca.

Notes

I valori inseriti in questa scheda si basano sul confronto e l'elaborazione in senso generale di dati che rigurdano le malte di sottofondo. Tuttavia c'è da considerare che nonostante una parte consistente della decorazione musiva, soprattutto nel secondo dopoguerra, fu interessata da interventi di consolidamento degli intonaci di supporto del mosaico (che tecnicamente previde lo strappo e la ricollocazione del mosaico su intonaci a base di malta cementizia), le indagini sulle malte di preparazione antiche riguardano solamente due porzioni strappate nella zona fra la Madonna in trono e i re Magi. I risultati di tali indagini furono pubblicate da Giuseppe Bovini nel 1952 (BOVINI 1952, Nuove costatazioni sulla tecnica). Di quella campagna di restauri, che avrebbe potuto dare una notevole quantità di informazioni sulle tecniche di realizzazione del mosaico, è rimasta comunque una discreta documentazione fotografica attualmente conservata nella Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Ravenna dalla quale, in associazione con la pubblicazione di Giuseppe Bovini, è stato possibile nella compilaziione di questa scheda, , tracciare quelli che sono gli elementi significativi che riguardano in linea generale le malte di preparazione dei mosaici. A ciò si aggiungono gli studi e le analisi scientifiche effettuate alla fine degli anni ottanta durante il restauro che interessò la zona con la rappresentazione del Palatium che sono riportate nella relativa scheda componente.

LAYER

Layer

primo

Color of the whole

rosato

Nature of the mixture

a base di grassello

Aggregate

mattone macinato

Surface treatment

La superficie presenta delle intaccature praticate con la punta della cazzuola, dopo la stesura dello strato sulla malta ancora fresca. Si trovano all'interno dello strato dei chiodi di ferro a testa larga, inseriti prima della stesura della malta fra le fughe della muratura.

LAYER

Layer

secondo

Color of the whole

bianco

Nature of the mixture

a base di grassello

Surface treatment

La superficie presenta delle incisioni praticate con la punta della cazzuola sulla malta ancora fresca, che formano delle losanghe.

LAYER

Layer

terzo

Color of the whole

bianco

Nature of the mixture

a base di grassello

Surface treatment

La superficie risulta dipinta ad affresco prima dell'allettamento delle tessere. Tale strato pittorico appare visibile sulla malta interstiziale e talvolta i colori corrispondono fedelmente alle campiture del tessellato.

Notes

Dalle indagini condotte finora su questo strato non è stato mai rilevato l'utilizzo di aggregati.

SUBGRADES (2)

SUBGRADES

Reference to the part

Stesura musiva di epoca agnelliana, ancora su malta di preparazione originale.

Total number

3

Total depth

6 cm ca.

Notes

I valori inseriti in questa scheda si basano sul confronto e l'elaborazione in senso generale di dati che rigurdano le malte di sottofondo. Tuttavia c'è da considerare che nonostante una parte consistente della decorazione musiva, soprattutto nel secondo dopoguerra, fu interessata da interventi di consolidamento degli intonaci di supporto del mosaico (che tecnicamente previde lo strappo e la ricollocazione del mosaico su intonaci a base di malta cementizia), le indagini sulle malte di preparazione antiche riguardano solamente due porzioni strappate nella zona fra la Madonna in trono e i re Magi. I risultati di tali indagini furono pubblicate da Giuseppe Bovini nel 1952 (BOVINI 1952, Nuove costatazioni sulla tecnica). Di quella campagna di restauri, che avrebbe potuto dare una notevole quantità di informazioni sulle tecniche di realizzazione del mosaico, è rimasta comunque una discreta documentazione fotografica attualmente conservata nella Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Ravenna dalla quale, in associazione con la pubblicazione di Giuseppe Bovini, è stato possibile nella compilaziione di questa scheda, , tracciare quelli che sono gli elementi significativi che riguardano in linea generale le malte di preparazione dei mosaici. A ciò si aggiungono gli studi e le analisi scientifiche effettuate alla fine degli anni ottanta durante il restauro che interessò la zona con la rappresentazione del Palatium che sono riportate nella relativa scheda componente.

LAYER

Layer

primo

Color of the whole

rosato

Nature of the mixture

a base di grassello

Aggregate

mattone macinato

Surface treatment

La superficie presenta delle intaccature praticate con la punta della cazzuola, dopo la stesura dello strato sulla malta ancora fresca. Si trovano all'interno dello strato dei chiodi di ferro a testa larga, inseriti prima della stesura della malta fra le fughe della muratura.

Notes

Dalle indagini finora effettuate è risultato che questo strato (strato a diretto contatto con la muratura), è quello steso in epoca teodoriciana che fu quindi mantenuto dai mosaicisti che operarono le epurazioni volute dall'arcivescovo Agnello (BOVINI 1952, Nuove costatazioni slla tecnica).

LAYER

Layer

secondo

Color of the whole

bianco

Nature of the mixture

a base di grassello

Surface treatment

La superficie presenta delle incisioni praticate sulla malta ancora fresca con la punta della cazzuola che formano delle losanghe.

Notes

Bovini, basandosi sulle indagini che effettuò nella zona fra la Vergine in trono e i Re Magi, ci indica due elementi di distinzione fra questo secondo strato agnelliano e il secondo strato di epoca teodoriciana. Il colore della malta risulta essere meno bianca e "omogenea" di quella teodoriciana e oltre a ciò la "losangatura" forma un reticolato più fitto (BOVINI 1952, Nuove costatazioni sulla tecnica).

LAYER

Layer

terzo

Color of the whole

giallastro

Nature of the mixture

a base di grassello

Surface treatment

La superficie risulta dipinta ad affresco prima dell'allettamento delle tessere. Tale strato pittorico appare visibile sulla malta interstiziale e talvolta i colori corrispondono fedelmente alle campiture del tessellato musivo.

Notes

Bovini, basandosi sulle indagini che effettuò nella zona fra la Vergine in trono e i Re Magi, ci riferisce che questo strato di malta risulta essere di un colore giallastro a differenza dello strato di allettamento teodoriciano che risulta essere più bianco (BOVINI 1952, Nuove costatazioni sulla tecnica).

TESSERAE

TESSERAE MATERIAL

Material

vetro a foglia metallica oro

Color

oro; vetro di supporto tendente al verde

Typology

artificiale

Use method

E' utilizzato in tutto il ciclo cristologico; in entrambi i registri dei Profeti; nelle rappresentazioni del Cristo e della Vergine in trono; in maniera parziale nella rappresentazione del Palatium. Questo materiale è presente sia nelle stesure di mosaico di epoca teodoriciana che in quelle agnelliane. Tuttavia, in linea generale, è rilevabile un utilizzo prevalente in epoca teodoriciana (CARBONARA 2000, La luce nel mosaico, pp. 709-718).

Notes

In questa scheda sono state prese in considerazione esclusivamente quei materiali che per la loro particolare conformazione (le tessere a lamina metallica) o che per il loro inconsueto utilizzo nei mosaici parietali (marmi, pietre, madreperle, ecc.), possono diventare importanti elementi di confronto per l'elaborazione e l'interpretazione dei valori tecnico-stilistici dei mosaici.

omogenea

alto - trasparente

scarso

non compatta

quadrangolare

triangolare

TESSERAE (2)

TESSERAE MATERIAL

Material

vetro a foglia metallica oro

Color

oro; vetro di supporto ambrato

Typology

artificiale

Use method

E' utilizzato nella Civitas Classis; in maniera parziale nella rappresentazione del Palatium; nella Teoria delle Sante; nella Teoria dei Santi (CARBONARA 2000, La luce del mosaico, pp. 709-718).

Notes

Questo materiale è presente sia nelle stesure di mosaico di epoca teodoriciana che in quelle agnelliane. Tuttavia, in linea generale, è rilevabile un utilizzo prevalente in epoca agnelliana (CARBONARA 2000, La luce del mosaico, pp. 709-718).

omogenea

alto - trasparente

buono

compatta

quadrangolare

triangolare

TESSERAE (3)

TESSERAE MATERIAL

Material

marmo

Color

bianco

Typology

naturale

Use method

E' stato possibile rilevare questo materiale nella rappresentazione delle Teorie delle Sante, nella Teoria dei Santi, nei Profeti e nelle scene cristologiche della parete settentrionale (SANTI BANCHIERI RE 2006, pp 40-41).

Notes

Questo materiale è stato utilizzato in epoca teodoriciana e agnelliana.

cristallino saccaroide

grana fine

quadrangolare

triangolare

TESSERAE (4)

TESSERAE MATERIAL

Material

marmo

Color

grigio

Typology

naturale

Use method

E' stato rilevato l'utilizzo di questo materiale nella rappresentazione delle Teorie delle Sante (SANTI BANCHIERI RE 2006, pp 40-41).

cristallino saccaroide

grana fine

quadrangolare

triangolare

TESSERAE (5)

TESSERAE MATERIAL

Material

vetro a foglia metallica argento

Color

argento

Typology

artificiale

Use method

E' stato possibile rilevare questo materiale nelle Conchiglie, nelle scene cristologiche, nei Profeti e nella scena di Cristo in trono.

quadrangolare

triangolare

TESSERAE (6)

TESSERAE MATERIAL

Material

smalto

Color

arancione

Typology

artificiale

Use method

intero complesso decorativo

Notes

Questo materiale è stato utilizzato sia in epoca teodoriciana che agnelliana.

striata

nullo - opaco

buono

La striatura o venatura dello smalto è di colore rosso.

quadrangolare

triangolare

TESSERAE (7)

TESSERAE MATERIAL

Material

madreperla

Color

bianco

Typology

naturale

Use method

E' stato rilevato l'utilizzo nella Teoria delle Sante (SANTI BANCHIERI RE 2006, pp 40-41).

Notes

Questo materiale è stato impiegato dai mosaicisti di epoca agnelliana.

cilindrica

circolare

TESSERAE (8)

TESSERAE MATERIAL

Material

smalto

Color

bianco

Typology

artificiale

Use method

intero complesso decorativo

Notes

E' impiegato sia in epoca teodoriciana che agnelliana (SANTI BANCHIERI RE 2006, pp 40-41).

omogenea

nullo - opaco

buono

quadrangolare

triangolare

TESSERAE (9)

TESSERAE MATERIAL

Material

pietra calcarea

Color

rosata

Typology

naturale

Use method

E' utilizzato nel corteo delle Vergini e per rendere gli incarnati delle figure rappresentate nei registri superiori della parete settentrionale(SANTI BANCHIERI RE 2006, pp 40-41).

micritico

cubica

quadrangolare

triangolare

TESSERAE (10)

TESSERAE MATERIAL

Material

cotto

Color

giallo

Typology

artificiale

Use method

E' impiegato nelle vesti della Teoria delle Sante.

Notes

E' stato sottolineato dalla Dott.ssa Cetty Muscolino (SANTI BANCHIERI RE 2006, pp 40-41), che a Sant'Apollinare Nuovo, così come a San Vitale, il cotto giallo è impiegato in associazione con le tessere oro.

cubica

quadrangolare

triangolare

TECNIQUE

TECNIQUE

Reference to the part

L'intera superficie

Denomination

opus musivum

Method

diretto

PRESERVATION STATUS & RESTORATION

PRESERVATION STATUS

Date

16. sec. | 1500 - 1599

Description

Le testimonianze dell'epoca restituiscono un'immagine dell'edificio soggetto ad un grave stato di degrado, sprofondato al suolo per più di un metro e mezzo e con i mosaici offuscati per la polvere e il fumo, caduti in alcune parti ed esposti alle intemperie a causa degli sfondamenti del tetto (RICCI 1916, Per la storia di Sant'Apollinare; FABRI 1664, Le sacre memorie di Ravenna; FLAMINIO DA PARMA 1760, Memorie istoriche delle chiese).

RESTORATION

Date

16. sec., seconda metà | 1550 - 1599

Reference to the part

Ultima cena; Teoria dei Santi

Description

I più antichi restauri ai mosaici di Sant'Apollinare Nuovo di cui si ha testimonianza, risalgono alla seconda metà del secolo 16., quando la basilica, da tempo divenuta sede dei Frati Minori dell'Osservanza per concessione di Leone 10., viene sottoposta a diverse opere di rinnovamento. In seguito alle richieste dei Frati, nel 1514, la Comunità di Ravenna concede il finanziamento per la ricostruzione del tetto a protezione del complesso decorativo. A questa fase dei lavori vengono attribuiti gli interventi di integrazione ad intonaco dipinto delle lacune presenti nell'intero tessuto musivo (RICCI 1933, Monumenti; RICCI 1916, Per la storia di Sant'Apollinare; FABRI 1664, Le sacre memorie di Ravenna; FLAMINIO DA PARMA 1760, Memorie istoriche delle chiese).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

integrazione / rifacimento

Description

Diverse zone diffuse sull'intera superficie del complesso decorativo, oggi non tutte localizzabili con precisione, vengono risarcite ad intonaco dipinto. L'ipotesi di attribuzione dei rifacimenti a tale epoca, muove dalle cronache di Padre Giovan Francesco Malazappi. Egli descrive la prima figura in testa alla teoria dei martiri come santo Stefano che indica con la mano tesa il Redentore (RICCI 1933, Monumenti). Si ritiene che l'immagine del santo, successivamente rimossa, sia stata un'aggiunta inserita a far posto a quella del protomartire. (RICCI 1933, Monumenti).Una seconda questione che solleva l'ipotesi di risarcimenti precedenti alla data in cui il Malazappi descrive la basilica, dunque al 1580, è posta dall'iconografia del riquadro con l'Ultima Cena, in cui, precedentemente al restauro ottocentesco di Felice Kibel, compariva l'immagine di un servo con anfora alle spalle del Cristo sul triclinio. La redazione di questa scena, non più visibile ma testimoniata da due disegni attribuiti allo stesso Kibel, non viene riscontrata in alcun'altra rappresentazione analoga nell'iconografia cristiana ed una tesi accreditata vuole che sia stato il restauratore che vi ha messo mano nell'Ottocento, ad averla rimossa (RICCI 1933, Monumenti). A seguito di crolli del tessuto musivo, parte della decorazione viene dunque risarcita ad intonaco dipinto, come da prassi per quelle date, poiché per un lungo periodo l'arte musiva non risulta più praticata a Ravenna. (GEROLA 1917, La tecnica dei restauri ai mosaici).Questi completamenti daranno origine in seguito a travisamenti iconografici che saranno perpetrati durante i secoli successivi (GEROLA 1917, La tecnica dei restauri ai mosaici; CIAMPINI 1690, Vetera Monimenta; ROSSI 1589, Hieronymi Rubei Historiarum; FABRI 1664, Le sacre memorie di Ravenna; FLAMINIO DA PARMA 1760, Memorie istoriche delle chiese).

PRESERVATION STATUS & RESTORATION (2)

PRESERVATION STATUS

Date

17. sec. | 1600 - 1699

Reference to the part

intero complesso decorativo

Description

Una fonte importante per la ricostruzione dello stato dell'apparato musivo di Sant'Apollinare Nuovo nel 17. secolo è il testo di Giovanni Ciampini. Le tavole in esso contenute riproducono le figurazioni dei tre registri decorati nelle due pareti, così come erano visibili dal basso. Risulta mancante il disegno di alcuni riquadri cristologici, probabilmente perché offuscati da polvere e fumo. Grazie a una fonte successiva, sappiamo che alcuni brani della decorazione musiva all'epoca erano ancora risarciti ad intonaco dipinto (CIAMPINI 1690, Vetera monimenta; FLAMINIO DA PARMA 1760, Memorie istoriche delle chiese; RICCI 1933, Monumenti).

RESTORATION

Date

17. sec. | 1600 - 1699

Reference to the part

Re Magi

Description

Viene attribuito al secolo 17. un risarcimento ad intonaco dipinto non più esistente ma testimoniato da fonti storiche (MURATORI 1916, Di alcuni restauri fatti).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

integrazione / rifacimento

Description

Nel secolo 17. la scena dell'offerta dei Magi subisce una modificazione iconografica. La nuova redazione si deve all'intervento di integrazione ad intonaco di una vecchia lacuna, dipinto secondo un'interpretazione attualizzata della vicenda biblica. Le tavole e le descrizioni contenute nelle cronache ci consentono di ricostruire sommariamente il restauro, poiché oggi il tessuto musivo non ne conserva traccia. È il Ciampini a testimoniarci come doveva apparire l'intera decorazione alla fine del Seicento (CIAMPINI 1699, Vetera Monimenta). Egli ritrae i Magi vestiti con abiti regali e corone, non designati dai loro nomi, offerenti i doni (vasi) e privi della stella comparsa più tardi nella scena.Flaminio da Parma, che 1760 pubblica nuove riproduzioni dei mosaici, evidenzia la parte superiore della figurazione come non originale. L'autore osserva che il Ciampini aveva a suo tempo descritto i Magi coi rispettivi nomi sopra il loro capo, non avendo però considerato che le teste e la parte superiore non erano a mosaico, forse demolito o caduto a causa delle cattive condizioni conservative, bensì a colori non molto antichi. Alle stesse date, ci informa il cronista, i brani inferiori delle figure si erano invece conservati perfettamente.Un secolo più tardi questa redazione della scena viene riprodotta a mosaico da Felice Kibel e nel 1899 Corrado Ricci ed altri studiosi, ritenendone l'iconografia non aderente alla presunta versione antica, decidono di farla rimuovere (FLAMINIO DA PARMA 1760, Memorie istoriche delle chiese; RICCI 1933, Monumenti).Se la pratica di ritrarre i Magi con le corone viene stabilita a partire dal codice vaticano greco, ossia dal 1613, il risarcimento in oggetto apparterebbe al 17. secolo. L'autore delle integrazioni, secondo questa ipotesi, opera nel rispetto di una consuetudine rappresentativa a lui contemporanea. Come questa, sono probabilmente altre le zone interessate da crolli del tessuto musivo e ricomposte nello stesso periodo (RICCI 1933, Monumenti).

PRESERVATION STATUS & RESTORATION (3)

PRESERVATION STATUS

Date

18. sec. | 1700 - 1799

Reference to the part

Preghiera nell'orto degli ulivi; Profeti (parete meridionale); Cristo in trono

Description

All'inizio del 18. secolo, in occasione della rimozione dell'organo posto sulla porta maggiore della parete meridionale, vengono evidenziati i danni provocati alla decorazione musiva in corrispondenza dei punti in cui lo strumento era stato assicurato alla muratura (MALAZAPPI 1580, Croniche della Provincia di Bologna; CIAMPINI 1699, Vetera Monimenta; FLAMINIO DA PARMA 1760, Memorie istoriche delle chiese; MURATORI 1916, Di alcuni restauri fatti; RICCI 1916, Per la storia di Sant'Apollinare Nuovo; RICCI 1933, Monumenti; PENNI IACCO 2004, La basilica di Sant'Apollinare Nuovo).

RESTORATION

Date

18. sec. | 1700 - 1799

Reference to the part

Preghiera nell'orto degli ulivi; Profeti (parete meridionale); Cristo in trono

Description

Grazie alla rimozione dell'organo fatto incastonare dai Frati in corrispondenza della porta maggiore sulla parete meridionale, vengono riscoperte zone di decorazione musiva occultate dalla data del suo montaggio. Lo strumento viene rimosso per volere del teologo e predicatore Francesco di Meldola, eletto al Governo della Provincia ed avente soggiorno ordinario presso il convento dei Frati prima nel 1702, e successivamente nel 1711. Secondo le cronache lo smontaggio dell'organo è avvenuto in quegli anni e ad esso segue il provvedimento preso per risarcirne i danni. Le lacune, provocate ai mosaici dagli ancoraggi dello strumento e dalle vibrazioni del suono delle canne, rendono necessaria un'integrazione oggi non più visibile poiché rimossa da successivi interventi. Il restauro ha previsto l'integrazione delle lacune con intonaco dipinto ad imitazione dei mosaici (MALAZAPPI 1580, Croniche della Provincia di Bologna; CIAMPINI 1699, Vetera Monimenta; FLAMINIO DA PARMA 1760, Memorie istoriche delle chiese; MURATORI 1916, Di alcuni restauri fatti; RICCI 1916, Per la storia di Sant'Apollinare Nuovo; RICCI 1933, Monumenti; PENNI IACCO 2004, La basilica di Sant'Apollinare Nuovo).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

integrazione / rifacimento

Description

Le lacune diffuse sulla porzione di parete occupata dall'organo vengono colmate con intonaco ed il tessellato riprodotto ad imitazione pittorica. La collocazione esatta dello strumento, dunque l'area interessata dall'intervento, è delineata in una tavola del Ciampini. Esso tagliava longitudinalmente la figura del Cristo in trono fino a san Martino compreso, tutta la zona corrispondente nel registro mediano, infine un'area triangolare più piccola alla base del riquadro con la Preghiera nell'orto degli ulivi del registro superiore (FLAMINIO DA PARMA 1760, Memorie istoriche delle chiese; CIAMPINI 1690, Vetera Monimenta; RICCI 1916, Per la storia di Sant'Apollinare Nuovo).

PRESERVATION STATUS & RESTORATION (4)

PRESERVATION STATUS

Date

1838

Description

La perizia, insieme alla successiva del 1844, denuncia il grave stato di degrado in cui versa la decorazione musiva poco prima della metà del 19. secolo. La relazione, redatta nel 1838 da Ignazio Sarti, a quelle date direttore dell'Accademia di Ravenna, rileva una spessa coltre di sporco che offusca la superficie musiva tanto da renderla illeggibile, fatta eccezione per il riquadro con la rappresentazione dell'Ultima cena; viene lamentata la presenza di numerose lacune nel tessellato della parete settentrionale e denunciata la presenza di molti rappezzi. In totale il Sarti calcola 59 metri quadrati di lacune e 15 metri quadrati di mosaico pericolante, su un totale di 527 metri quadrati di superficie decorata (ANTONELLINI 2002, Il restauro di Felice Kibel).

PRESERVATION STATUS

Date

1844

Description

La perizia, stesa dall'ingegnere Luigi Bufalini in data 17 agosto 1844, registra un consistente aumento del tratto di decorazione musiva degradata (Legazione apostolica, Tit. XXII, Religione, a. 1858 [b. 1542]; GEROLA 1917, La tecnica dei restauri ai mosaici; RICCI 1933, Monumenti).

RESTORATION

Date

1845 - 1846

Reference to the part

Ultima cena; Preghiera nell'orto degli ulivi; Tradimento di Giuda; Gesù condotto in giudizio; Gesù davanti al Sinedrio; Annuncio della negazione di Pietro; La negazione di Pietro; Il pentimento di Giuda; Cristo davanti a Ponzio Pilato; Andata di Gesù al calvario; Le pie donne al sepolcro; I discepoli in cammino verso Emmaus; Apparizione di Cristo agli Apostoli e l'incredulità di Tommaso; Vergine in trono.

Management of the work

Liborio Salandri; Luigi Falchetti; Francesco Mazzoni

Description

L'intervento del Salandri e dei due assistenti è da considerare parziale rispetto al progetto generale, ripreso e portato a compimento più tardi da Felice Kibel. In questa prima fase viene operato un consolidamento mediante grappe metalliche, una pulitura ed il risarcimento delle lacune a mosaico. Il cantiere viene sospeso alla morte del Salandri poiché Mazzoni e Falchetti non vengono ritenuti idonei a proseguire l'opera senza la guida del maestro (GEROLA 1917, La tecnica dei restauri ai mosaici; RICCI 1933, Monumenti; RONCUZZI FIORENTINI 1992, Chiodi e grappe metalliche).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

consolidamento

Description

Il Salandri esegue il consolidamento dei mosaici per mezzo di grappe metalliche allo scopo di assicurare le porzioni d'intonaco pericolante alla muratura. Tale provvedimento viene stabilito dalla stessa commissione, composta dai conti Carlo Arrigoni e Giuseppe Pasolini e dall'ing. Luigi Bufalini, che era stata chiamata nel 1944 a giudicare il saggio di restauro dal quale ha preso avvio il nuovo intervento (GEROLA 1917, La tecnica dei restauri ai mosaici; RICCI 1933, Monumenti; RONCUZZI FIORENTINI 1992, Chiodi e grappe metalliche).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

pulitura

Description

Nel 1844 Liborio Salandri esegue un saggio di pulitura sui riquadri con le scene della Passione, nel registro superiore della parete meridionale. L'intervento, eseguito per mezzo di acidi, viene ripreso l'anno successivo e di nuovo interrotto, per poi essere ultimato qualche anno dopo da Felice Kibel (GEROLA 1917, La tecnica dei restauri ai mosaici; RICCI 1933, Monumenti).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

integrazione / rifacimento

Description

Le lacune del tessellato vengono risarcite mediante rifacimento in mosaico. Della metodologia d'intervento adottata dal Salandri, è nota la consuetudine di lavorare secondo tecnica indiretta, ampiamente utilizzata nei lavori da lui condotti in San Marco a Venezia e testimoniata per la figurazione dei Magi in Sant'Apollinare Nuovo dai carteggi conservati presso l'Archivio di Stato (Legazione apostolica, Tit. XXII, Religione, a. 1858 [b. 1542]). Diversamente da quella antica, la tecnica indiretta prevede l'incollaggio di tessere sul disegno rovesciato e l'applicazione sul muro delle sezioni già composte. Ad un'attenta lettura di superficie, l'uso di tale modalità compositiva è individuabile per la caratteristica levigatezza del tessellato, evidente ad un confronto con la maggior irregolarità e l'effetto vibrato ricercato nella posa in opera diretta (GEROLA 1917, La tecnica dei restauri ai mosaici).Riguardo la prassi metodologica adottata dal Salandri alcuni dubbi possono essere debitamente sollevati citando il noto episodio del pezzo di fondo dorato che egli chiede ed ottiene di staccare da un altro punto del mosaico originale intatto presso al soffitto, con lo scopo di riutilizzarne le tessere intorno ai Magi. Egli sceglie dalle tessere staccate quelle più lucenti e compone un fondo che smorza successivamente con una pellicola di olio sporco (GEROLA 1917, La tecnica dei restauri ai mosaici). Integra inoltre alcune figure del registro inferiore della parete settentrionale vicino all'abside: il busto del primo angelo da sinistra, la parte superiore della attigua ala e del nimbo del secondo; piccoli brani della testa, del nimbo e della veste della Vergine; la testa dell'ultimo angelo col rispettivo nimbo; brani di terreno e di fondo. Comincia infine a preparare le teste dei Magi lavorandoli fuori opera senza portarli a termine (MURATORI 1916, Di alcuni restauri fatti; BOVINI 1966, Principali restauri compiuti).Il Salandri utilizza per i sottofondi un mastice di calce e polvere di marmo, già sperimentato nei lavori di restauro in San Marco a Venezia e considerato dalla direzione dei lavori sufficientemente solido per i mosaici di Sant'Apollinare (GEROLA 1917, La tecnica dei restauri ai mosaici).Il restauratore non è ritenuto responsabile delle incongruenze iconografiche procurate ai mosaici dal suo intervento, poiché egli si limita a replicare i disegni già esistenti, o ad eseguire gli ordini del Sarti, che riteneva necessario apportare alcuni emendamenti ai vecchi risarcimenti in pittura (MURATORI 1916, Di alcuni restauri fatti).

PRESERVATION STATUS & RESTORATION (5)

PRESERVATION STATUS

Date

1838 - 1863

Description

Nel 1838 viene richiesto un provvedimento d'urgenza per la salvaguardia del ciclo musivo, di cui si denuncia il grave stato di degrado. L'estensione complessiva delle lacune presenti nel tessuto è di 59 metri quadrati su un totale di 527 di superficie decorata. Ampie zone sono pericolanti a causa delle lesioni murarie e dei rigonfiamenti dell'intonaco causati dall'ossidazione dei chiodi di ferro ed il tessellato appare illeggibile a causa del deposito superficiale di fumo e polvere ed intervallato da numerose integrazioni dovute a precedenti restauri. Il Corpo Reale del Genio Civile compie ripetutamente verifiche sullo stato dei mosaici dalla vigilia dell'intervento di restauro, in cui il tessuto decorativo appare ancor più danneggiato, fino al termine dei lavori, conclusi nel 1863 (Legazione apostolica, Tit. XXII, Religione, a. 1858 [b. 1542]; GEROLA 1917, La tecnica dei restauri ai mosaici; RICCI 1933, Monumenti; MAIURI 2000, Filippo Lanciani e il restauro).

RESTORATION

Date

1852 - 1863

Reference to the part

intero complesso decorativo

Responsible institution

Corpo Reale del Genio Civile

Those who did the work

Felice Kibel

Description

Il lungo periodo di intervento che interessa la decorazione parietale della basilica, costituisce il proseguimento dei lavori avviati da Liborio Salandri nel 1845-1846. Il complesso decorativo viene sottoposto a pulitura, consolidamento ed integrazione. Nei primi anni i restauri vengono condotti sotto la direzione di Ignazio Sarti e riguardano in un primo periodo la parete settentrionale e di seguito quella meridionale. Si compie il risarcimento a mosaico di numerosi piccoli e medi tratti diffusi sull'intera superficie decorata, e di zone estese in corrispondenza delle seguenti figurazioni: Cristo in trono ed alcune delle figure dei Martiri in processione, la Moltiplicazione dei pani, l'Ultima cena, la decorazione degli sguanci delle finestre, la Civitas Classis, i Magi, il ritratto di Giustiniano, i due Profeti e la prima Conchiglia a partire dall'abside nei registri al di sopra della Vergine in trono, oltre a numerosi piccoli brani del tessuto sparsi sull'intera superficie.Fonti importanti per una ricostruzione dell' intervento, che modifica fortemente l'aspetto della decorazione per la grande estensione della superficie rinnovata, sono i disegni realizzati dal Kibel per computare metricamente il tessuto da rinnovare e la documentazione conservata presso l'Archivio di Stato e l'Archivio della Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio di Ravenna, a testimonianza delle scelte metodologiche compiute nel corso dei lavori (Prefettura, Archivio generale, a. 1861 [b.18]; Amministrazione provinciale, a. 1854 [b.379]; Prefettura, Archivio generale, a. 1868, [b. 181]; ASRA Prefettura, Archivio generale, a. 1863, [b. 232]; ANTONELLINI 2002, Il restauro di Felice Kibel; GEROLA 1917, La tecnica dei restauri ai mosaici; RICCI 1933, Monumenti; MURATORI 1916, Di alcuni restauri fatti; MAIURI 2000, Filippo Lanciani e il restauro; FINZI 1992, Un esperimento di diagnostica microstrutturale; IANNUCCI 1987, Restauri ravennati; IANNUCCI 1990, Per la fondazione di una storia; IANNUCCI 1997, Nuove indagini sui mosaici; BOVINI 1952, Una prova di carattere tecnico).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

consolidamento

Description

Per l'intervento di ancoraggio vengono messe a punto speciali grappe metalliche. Queste, in parte a forma di T, in parte a croce, sono in ferro verniciato, dunque più resistenti all'ossidazione di quelle in metallo non protetto. Dopo che il Kibel colloca le prime duecentotrenta grappe in ferro tuttavia è costretto a fermarsi, per poi riprendere il lavoro secondo nuove direttive. In seguito ad alcuni contrasti sorti dalla scelta del materiale infatti, l'Accademia di Belle Arti, invitata a pronunciarsi, ritiene più idoneo l'uso del bronzo, lega metallica non soggetta al degrado da ruggine. Le grappe vengono affondate per circa cinque centimetri di profondità in fori predisposti anticipatamente col trapano e collocate ad una distanza di venticinque centimetri l'una dall'altra. Nei punti in cui i sollevamenti della superficie musiva si presentano particolarmente gravi, vengono eseguiti solchi longitudinali entro i quali si inseriscono il nuovo stucco e le grappe a punta rivoltata. Questa fase dei lavori si completa con un provvedimento mirante ad assicurare i lembi dei tratti di mosaico rovinati. Se il Sarti aveva suggerito una salvaguardia del mosaico originale ove possibile, anche nelle parti di intonaco sollevato, operando un consolidamento, il Bufalini, a quelle date ingegnere del Genio Civile, si pronuncia a favore di una demolizione del rifacimento delle parti cadenti, appoggiando così una soluzione che garantisce una maggior solidità nel tempo. Con ciò si spiega l'ampiezza della superficie che viene rifatta ex novo, così come documentano i disegni del Kibel e quelli di Domenico Zampiga e Azzaroni. Solo nella parete settentrionale Kibel ricompone a mosaico 49 metri quadrati di decorazione, dunque 17 metri di mosaico originale non vengono assicurati con grappe o riapplicati dopo uno strappo, ma distrutti e rifatti.Il Kibel si serve di un particolare mastice per il riempimento dei vuoti sottostanti le zone d'intonaco sollevate, preparato con polvere di pietra calcare (travertino), calce e olio di morchia di lino. Tale mastice rivela in seguito gravi inconvenienti, come la scarsa durevolezza a causa della reazione al clima umido e la tendenza ad iscurire le tessere in marmo (GEROLA 1917, La tecnica dei restauri ai mosaici; RONCUZZI FIORENTINI 1992, Chiodi e grappe metalliche).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

pulitura

Description

L'intervento prevede una pulitura dell'intera superficie decorata, che viene effettuata a più riprese. Per mezzo di un pennello il tessellato viene bagnato con acido nitrico, poi con liscivia. Le sbavature dello stucco oleoso usato dal restauratore per consolidare le parti pericolanti sono eliminate con strumenti meccanici e la superficie infine è ripassata con acqua. L'intervento mette in evidenza i rigonfiamenti della superficie, che in alcuni tratti risultano aggettanti dal sottofondo di una decina di centimetri (GEROLA 1917, La tecnica dei restauri ai mosaici).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

integrazione / rifacimento

Description

Kibel attua una resa mimetica a mosaico delle parti restaurate, che tratta in modo da renderle indistinguibili dalle originali. Egli segue tale istanza nel disegno, nella qualità dei colori e nella messa in opera delle tessere. La ricostruzione non si limita, come già ricordato, ai brani caduti. Quelli vacillanti vengono demoliti e ricostruiti, ove possibile riutilizzando le tessere degli originali o quelle provenienti da altre demolizioni. Gli smalti da cui ricava le nuove tessere vengono acquistati dalle fornaci di Roma e Venezia e tagliati in loco. La creazione dei cartoni e dei disegni per i completamenti spetta ad Ignazio Sarti fino al 1854, e successivamente al Kibel stesso, il quale però non è tenuto come il primo a verificare mediante studi le questioni poste dall'iconografia. Caratteristica che rende tuttora riconoscibile l'intervento del Kibel, è la tecnica esecutiva dei fondi oro, che vede la giustapposizione (a scacchiera), di tessere vitree dorate a tessere opache gialle in cotto, o in sasso successivamente dipinto. Tale metodologia si è fondata sul tentativo di abbassare la lucentezza di un fondo aureo che, con l'uso di sole tessere nuove, sarebbe parso troppo distante dalla parte originale (GEROLA 1917, La tecnica dei restauri ai mosaici; BOVINI 1966, Principali restauri compiuti). Le tessere dorate utilizzate dal mosaicista presentano toni più caldi di quelle originali, poiché le foglie d'oro sono applicate su piastrine vitree già colorate in rosso vivo. Questo inconveniente aumenta quando, caduta la cartellina della tessera, viene scoperta la tinta rossa sottostante, fenomeno di degrado cui ancora sono soggette le parti di mosaico ottocentesco che si conservano. Il Kibel provvede a questo inconveniente offuscando le tessere d'oro mediante una verniciatura ad olio con cui rende più omogenea la superficie. Nel 1852 il restauratore rifà a mosaico la parte superiore dei Re Magi servendosi dei cartoni preparati da Ignazio Sarti. L'analisi dei sottofondi di tale area musiva, compiuta da Salietti e dal gruppo Mosaicisti negli anni cinquanta del Novecento, conferma come agnelliani i sottofondi della parte inferiore delle figure e del vaso contenente l'oro, e di pertinenza kibeliana quelli della parte superiore oltre alla navicella ed alla zuppiera. Un aspetto discusso del risarcimento che riguarda questa scena, sono le corone poste sulle tre teste, ritenute iconograficamente scorrette, quindi sostituite da copricapi agli inizi del Novecento. Resta dubbia invece l'introduzione dei nomi dei tre personaggi nell'ordine: Gaspare, Melchiorre, Baldassarre. Sebbene questi, in diversa successione, compaiano citati nelle antiche cronache ravennati, non è possibile sapere se il Kibel li abbia posti riportando iscrizioni già esistenti e a quando eventualmente risalgano tali nomenclature. Oltre a questo, numerosi particolari introdotti in maniera arbitraria, fanno pensare che la prassi seguita dal Kibel nel realizzare le integrazioni, sia quella di replicare in mosaico i restauri preesistenti ad intonaco dipinto, laddove esistevano ancora. Per le zone cadute, successivamente al periodo in cui il Sarti dirige i lavori, il mosaicista interpreta secondo le conoscenze di cui dispone, sulla scorta del disegno del tessellato originale (MURATORI 1916, Di alcuni restauri fatti; BOVINI 1952, Una prova di carattere tecnico).Integra, a partire dal 1853, le figure dei Profeti sopra la Vergine in trono ed il primo riquadro cristologico raffigurante la Moltiplicazione dei Pani nel registro superiore e la attigua Conchiglia. Del citato riquadro cristologico Kibel ricompone i tre quarti. Il brano autentico è limitato alla parte alta con la figura di Cristo e quella accanto a lui. La mancata comprensione dell'iconografia da parte del Sarti e del Kibel, come risulta da un confronto con l'incisione del Ciampini, sembra aver dato origine ad una trasformazione dell'originale, ritenuta le Nozze di Cana (CIAMPINI 1699, Vetera Monimenta; BOVINI 1950, L'ultimo pannello musivo; RICCI 1933, Monumenti).Nel 1855 Kibel inizia il restauro sulla parete meridionale. Risarcisce le numerose lacune presenti nella Civitas Classis, delineate da due grafici di Muzio Baldini conservati presso l'archivio della Sovrintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici di Ravenna. Ad un confronto fra essi e le precedenti testimonianze grafiche di questa parte del ciclo musivo, pare che il mosaicista romano abbia ricostruito l'intero coronamento delle mura con tutte le costruzioni che vi appaiono dietro, la zona con la raffigurazione del porto, quella relativa al vano della porta d'ingresso, della torre quadrata a sinistra del porto, la parte superiore del fondo aureo e parte dell'iscrizione.Un esame del brano musivo corrispondente alla porta d'ingresso della Civitas Classis, condotto da Libera Musiani ed Ivo Molducci sotto la direzione di Renato Bartoccini nel 1932, conferma una zona di rifacimento kibeliano stabilendo le differenze della sua tecnica esecutiva rispetto a quella di età agnelliana. Il Kibel utilizza ancora, nel restauro della parte superiore delle mura, tessere gialle di ciottolo intercalate a tessere d'oro. Su tale consuetudine, nel 1856, si pronuncia la commissione ausiliaria di Belle Arti di Ravenna, approvando questo metodo per ridurre di lucentezza le campiture auree e per abbassare i costi. Tuttavia l'anno successivo egli riceve da Roma l'ordine di abbandonare quel sistema e di servirsi di tessere provenienti dallo studio di mosaico del Vaticano. Il restauratore non sembra però aver a lungo seguito l'ordine, poiché i fondi oro da lui ricomposti risultano per la maggior parte condotti "a scacchiera" (BOVINI 1966, Principali restauri compiuti; BARTOCCINI 1932, Sondaggi nei mosaici teodoriciani; MURATORI 1916, Di alcuni restauri fatti; MUSCOLINO 2003, Comportamento metodologico e tecniche; BOVINI 1952, Nuove constatazioni sulla tecnica; BOVINI 1961, La raffigurazione della "Civitas Classis"; CIAMPINI 1699, Vetera Monimenta; RICCI 1933, Monumenti; PENNI IACCO 2004 La Basilica di Sant'Apollinare Nuovo; BOVINI 1951, L'aspetto primitivo del mosaico).Dal 1857 al 1861 Kibel sostituisce i rifacimenti ad intonaco nella zona danneggiata anticamente per l'installazione dell'organo e già risarcita nel secolo 18. (CIAMPINI 1699, Vetera Monimenta; FLAMINIO DA PARMA 1760, Memorie istoriche delle chiese; MALAZAPPI 1580, Croniche della Provincia di Bologna; RICCI 1933, Monumenti). Nella ricostruzione a mosaico, il restauratore propone l'iconografia che ritrae il Cristo in trono con lo scettro in mano, forse preeseistente nel rifacimento dipinto, non verificando dunque l'autenticità di tale versione. Essa è ritenuta non originale poiché Cristo non compare mai con tale attributo nell'iconografia paleocristiana e sulla scorta di due testimonianze: quella del Malazappi, che nel 1580 vi descrive un codex aperto con l'iscrizione Ego sum lux mundi ed il racconto di Flaminio da Parma, del 1760, che riporta l'iscrizione Ego sum rex gloriae. Risulta infatti che nel secolo 16. la figura del Cristo che troneggia in fondo alla parete meridionale della chiesa era, salvo forse piccoli danni, pressoché intatta (MALAZAPPI 1580, Croniche della Provincia di Bologna). Negli anni quaranta del Novecento la stessa zona viene riesaminata dal Gruppo Mosaicisti Ravennati sotto la guida del Professor Giuseppe Salietti. Essi confermano la tesi di Corrado Ricci, secondo cui il profilo sinistro dello scettro che Cristo regge in mano è antico. Ciò porta a considerare che il Kibel aveva ripristinato a mosaico questa zona, non necessariamente sulla base del preesistente disegno sull'intonaco, ma seguendo le tracce della parte autentica, alla quale sarebbe stato difficile accostare parte di un libro. Tuttavia studi iconologici accreditati leggono nel profilo della parte originale la tipica cerniera dei libri dei Vangeli retti dagli Evangelisti (MURATORI 1916, Di alcuni restauri fatti; BOVINI 1966, Osservazioni in merito all'infondatezza; RICCI 1933; Monumenti; MALAZAPPI 1580, Croniche della Provincia di Bologna; FLAMINIO DA PARMA 1760, Memorie istoriche delle chiese). Nel 1863 il Kibel mette mano al frammento musivo col ritratto di Giustiniano, collocato sulla parete interna della facciaita della basilica. Ne esegue il distacco ed il trasferimento nella Cappella delle Reliquie, dove rimane fino al 1914. Il lacerto, unico brano superstite di una raffigurazione più ampia, aveva subito in epoche precedenti alcune modificazioni, testimoniate dalle riproduzioni che corredano i testi di Flaminio da Parma e di Giovanni Ciampini e dalle cronache ravennati a partire da quella del protostorico Andrea Agnello. Azzaroni, nelle Tavole Storiche, distingue piccole zone che ritiene originali, ossia il volto ed il collo, una parte della clamide e dell'interno del nimbo, da quelle che gli sembrano rifatte nel restauro ottocentesco. Riconosce la mano del Kibel nell'apposizione di alcune gemme presenti nella parte antica del diadema, in quella moderna e nella fibula in terracotta smaltata piuttosto che in madreperla o marmo. Tali aggiunte sono state confermate dal Salietti, durante le ricognizioni effettuate nel 1951. Egli ha potuto riconoscere in tale occasione la materia in cui sono allettate le tessere, lo stucco giallo di natura grassa che preparava il Kibel(GEROLA 1917, La tecnica dei restauri ai mosaici; RICCI 1933, Monumenti; BOVINI 1956, Note sul presunto ritratto; BALDINI LIPPOLIS 1999, Il ritratto nella facciata interna; FLAMINIO DA PARMA 1760, Memorie istoriche delle chiese; CIAMPINI 1699, Vetera Monimenta; GEROLA 1916, La facciata di Sant'Apollinare Nuovo; IANNUCCI 1990, Per la fondazione di una storia del restauro; BOVINI 1950, Nuove constatazioni sulla tecnica; BOVINI 1966, Principali restauri compiuti; BOVINI 1966, Osservazione in merito all'infondatezza; MURATORI 1916, Di alcuni restauri fatti).

PRESERVATION STATUS & RESTORATION (6)

PRESERVATION STATUS

Date

1895

Description

I mosaici presentano numerose sgranature di tessere mancanti, oltre a infiltrazioni d'acqua e colature che hanno provocato numerosi distacchi di piccole porzioni del mosaico (cartella AVSRa/32 lettera). La superficie musiva si presenta inoltre offuscata a seguito dei lavori di riparazione del tetto; il tetto è stato riparato una prima volta nel 1886-1887 ed è stato interessato da un altro restauro nel 1895 (RICCI 1933, Monumenti; GEROLA 1917, La tecnica dei restauri ai mosaici).

RESTORATION

Date

1895 - 1899

Reference to the part

parete settentrionale

Responsible institution

Bologna, Ufficio Regionale per la conservazione dei monumenti dell'Emilia e della Romagna; Ravenna, Soprintendenza per i Monumenti (dal 1897 al 1906)

Management of the work

Raffaele Faccioli; Corrado Ricci dal 1897

Those who did the work

Carlo Novelli; Carlo Zampiga; Icilio Bocci

Description

L'intervento di restauro prevede una serie di operazioni importanti: il consolidamento delle parti pericolanti, l'integrazione di piccole lacune e la pulitura dei mosaici (RICCI 1933, Monumenti; GEROLA 1917, La tecnica dei restauri ai mosaici; cartella AVSRa/32 relazione).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

consolidamento

Description

La direzione dei lavori decide che tutte le tessere sollevate e fuori sede devono essere fissate tramite l'utilizzo del cemento (Portland); per i distacchi superficiali di più ampie dimensioni invece sono collocate grappe di ottone e rame a vite (RICCI 1933, Monumenti; GEROLA 1917, La tecnica dei restauri ai mosaici; cartella AVSRa/32 relazione). Poiché nella parete settentrionale, registro inferiore, tra l'ultima torre di destra della cinta muraria della Civitas Classis e Santa Sabina si trova un'ampia zona di distacco delle tessere a cui si aggiunge una lesione del mosaico, corrispondente ad una lesione della muratura, tra la suddetta torre e Santa Eugenia, si provvede ad imbottire alcune tavole e a disporle aderenti alla superficie musiva mediante puntellature fissate al castello così da dare avvio alle operazioni di consolidamento. Di seguito viene colata dall'alto della lesione della malta di cemento liquida di una quantità pari a circa 20 chilogrammi. Tale metodo deve supplire all'applicazione di un numero considerevole di grappe. Vengono inoltre stuccate tutte le lesioni della muratura. Tale intervento, eseguito da Icilio Bocci (Carteggio Ricci Monumenti 1898-99, n. 7), è severamente criticato da Corrado Ricci per l'eccessiva quantità di cemento impiagata (Carteggio Ricci Monumenti 1898-99, n. 9). In seguito si decide di applicare grappe di rame per assicurare quella parte di mosaico rigonfiata. Numerose grappe in ferro fisse sulla superficie musiva fatte in parte a croce e in parte semplici (a sbraghetta), collocate in occasione del restauro del Kibel, sono lasciate dove si trovano.

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

pulitura

Description

Il Novelli decide di raschiare la tinta ad olio applicata sulle tessere dorate impiegate da Felice Kibel (cartella AVSRa/32 relazione); tutta la superficie musiva è successivamente pulita con acqua semplice mediante l'ausilio di spazzole (RICCI 1933, Monumenti; GEROLA 1917, La tecnica dei restauri ai mosaici). Il Kibel, quando ha operato sui mosaici, accortosi che nel fondo d'oro le tessere da lui aggiunte presentavano toni più caldi di quelle originali - creando delle discordanze cromatiche che andavano necessariamente ad interferire con la lettura critica e materica dell'opera - ha voluto offuscarle mediante una verniciatura ad olio.

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

integrazione / rifacimento

Description

Vengono colmate le piccole lacune con cemento colorato (RICCI 1933, Monumenti; GEROLA 1917, La tecnica dei restauri ai mosaici). Viene operata la riparazione delle tessere mosse col cemento e relativa coloritura.

PRESERVATION STATUS & RESTORATION (7)

RESTORATION

Date

1899 - giugno 1900 | 1899 - 1900/06

Reference to the part

intero complesso decorativo

Responsible institution

Ravenna, Soprintendenza per i Monumenti (dal 1897 al 1906)

Management of the work

Corrado Ricci; Icilio Bocci

Those who did the work

Giuseppe Zampiga; Alessandro Azzaroni; Icilio Bocci

Description

Il restauro prevede il consolidamento, la pulitura e l'integrazione delle lacune (RICCI 1933, Monumenti).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

consolidamento

Description

Le singole tessere sono fissate con cemento Portland; per i distacchi di più ampie dimensioni sono collocate grappe di rame (RICCI 1933, Monumenti; GEROLA 1917, La tecnica dei restauri ai mosaici).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

pulitura

Description

Tutta la superficie musiva è pulita ad acqua con l'ausilio di spazzole (RICCI 1933, Monumenti).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

integrazione / rifacimento

Description

Le piccole lacune vengono stuccate mediante l'utilizzo del cemento e sono riallettate le tessere perdute (RICCI 1933, Monumenti; GEROLA 1917, La tecnica dei restauri ai mosaici). Nel caso delle tessere circolari di madreperla incastonate negli ornamenti delle Sante, dove mancanti sono sostituite con bottoni di madreperla (Carteggio Ricci Monumenti 1898-99, n. 17).Nel 1899 si decide di eliminare le corone dei Re Magi sostituendole con pilei sulla scorta di altre raffigurazione antiche dei Magi esistenti a Ravenna in cui essi appaiono con il pileo. Le corone sono state infatti apposte sul capo dei Magi in epoca successiva alla realizzazione dei mosaici, a seguito della perdita di tale porzione della decorazione musiva e del suo successivo risarcimento a pittura. Tale iconografia è stata poi confermata a mosaico nel restauro operato da Felice Kibel. Per i pilei si sceglie il colore rosso, per analogia con scene simili raffigurate nelle catacombe di Commodilla e nei mosaici di S. Maria Maggiore di Roma (RICCI 1933, Monumenti).Inoltre si rinvengono tracce di decorazione musiva negli stipiti e nei sottarchi delle finestre della parete settentrionale. Essendo notata una corrispondenza di disegno con quello di ciascuna finestra opposta, la decorazione degli stipiti e dei sottarchi viene realizzata a pittura da Alessandro Azzaroni che per ogni finestra va a completare i motivi decorativi, procedendo per analogia rispetto alla decorazione della finestra opposta. In quella circostanza viene dipinta anche la greca posta al di sopra delle Sante (Carteggio Ricci Monumenti 1898-99, n. 69). Nel caso della greca però non sono rinvenute tracce di decorazione musiva ma soltanto tracce dipinte non antiche (Carteggio Ricci Monumenti 1898-99, n. 2).

PRESERVATION STATUS & RESTORATION (8)

PRESERVATION STATUS

Date

1916

Reference to the part

Conchiglia (parete settentrionale, quattordicesima dall'abside); Guarigione del paralitico di Bethesda; Profeta (parete settentrionale, riquadro sedicesimo dall'abside)

Description

A seguito della bomba austriaca del 12 febbraio 1916 che ha provocato il crollo della dell'estremità superiore sinistra della facciata e di tre campate del portico, accorrono danni anche alla superficie musiva. Infatti nella notte tra il 16 e il 17 febbraio 1916 a seguito del sollevarsi di un forte vento rovinano a terra i mosaici di estrema sinistra della parete settentrionale (RICCI 1933, Monumenti; Notiziario Felix Ravenna 1916, 21). Il crollo interessa la parete settentrionale e nello specifico nel registro superiore il primo riquadro con la Conchiglia da sinistra e la parte superiore di sinistra della Guarigione del paralitico di Bethesda (testiera del letto, capo e braccio destro del risanato), mentre nel registro mediano l'angolo superiore del primo Profeta da sinistra (la testa per intero, il nimbo quasi per intero, parte del braccio destro e del panneggio della veste nelle vicinanze del braccio).

RESTORATION

Date

marzo 1916 - giugno 1917 | 1916/03 - 1917/06

Reference to the part

fascia dei mosaici a contatto con il soffitto; Conchiglie; Profeti; Guarigione del paralitico di Bethesda; Guarigione dell'ossesso nel paese dei Geraseni; Uccelletti (parete settentrionale); Sottarchi (parete settentrionale); Apparizione di Cristo agli Apostoli e l'incredulità di Tommaso

Responsible institution

Ravenna, Soprintendenza ai Monumenti (dal 1907)

Management of the work

Giuseppe Gerola

Those who did the work

Giuseppe Zampiga; Italo Bichi; Guido Mannucci; Carlo Magisteri. I restauri hanno coinvolto anche due restauratori del Regio Opificio delle Pietre Dure di Firenze, Italo Bichi e Guido Mannucci, guidati dal loro direttore Edoardo Marchionni.

Description

La campagna di restauro prevede il consolidamento delle zone musive pericolanti, il rifacimento delle aree musive cadute o compromesse, la pulitura della superficie musiva, il rifacimento di alcuni restauri di Felice Kibel e provvedimenti contro eventuali pericoli bellici (TURA 1916, I restauri in corso al mosaico; Notiziario Felix Ravenna 1916, 22; Notiziario Felix Ravenna 1916, 23; Notiziario Felix Ravenna 1916, 24; Notiziario Felix Ravenna 1917, 25; Notiziario Felix Ravenna 1917, 26; Notiziario Felix Ravenna 1917, 27).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

consolidamento

Description

Sono applicate per mezzo di colla garavella diluita alcune tele nel registro inferiore della parete settentrionale e meridionale (rispettivamente fino a santa Cristina ed a san Policarpo partendo dalla facciata) per evitare la disgregazione del mosaico in caso di nuovo attacco bellico. L'applicazione è poi sospesa sia per la sua limitata efficacia sia per la formulazione di un piano generale di difesa dei monumenti ravennati contro i pericoli di guerra (TURA 1916, I restauri in corso al mosaico).Le aree musive pericolanti sono consolidate tramite l'inserimento di grappe di rame e di bronzo, assai minute, a sezione circolare e a forma di Z. Il consolidamento è completato con qualche colatura di cemento entro le rigonfiature della parete. Per quelle zone in cui l'inserzione di grappe può rivelarsi insufficiente, si provvede al necessario distacco. Sono dunque distaccate, nella parete settentrionale, registro mediano, tre sezioni in corrispondenza del primo Profeta da sinistra, una sezione in corrispondenza del secondo Profeta (dalla vita in su) e un'altra in corrispondenza del terzo Profeta (dalle spalle in su); due sezioni sono distaccate nella zona arcuata con Uccelletti al di sopra della finestra a lato del terzo Profeta; nel registro superiore si provvede al distacco delle scene della Guarigione del paralitico di Bethesda e della Guarigione dell'ossesso nel paese dei Geraseni e della Conchiglia frapposta alle due scene. Nella parete meridionale sono staccati la prima Conchiglia da destra e una parte del nimbo sopra la testa del Profeta sottostante. Le operazioni di stacco sono avviate attraverso l'applicazione di cinque o sei strati di carta velina per mezzo di colla di fior di farina e miele, con l'impiego anche di destrina e di gesso da falegname per conservare le ondulazioni originali della superficie musiva. Per ultimo è incollato un foglio di carta più grosso. Dopo aver scalzato il mosaico dal muro con l'ausilio di ferri si provvede alla rimozione degli avanzi di calce dal retro delle sezioni distaccate mediante scalpelli e spilli. Per la riapplicazione delle medesime si provvede a scalpellare i mattoni della parete, adagiando sulla muratura una retata di filo di rame con grappe a 20 cm l'una dall'altra. Si stende poi un primo strato di intonaco di cemento e sabbia, solcato a reticolo, sul quale viene steso un secondo strato di intonaco tirato più fine e infine l'intonaco definitivo, con calce mischiata all'impasto, che viene steso anche sul rovescio delle sezioni distaccate. Queste sono poi ricollocate con l'ausilio del telaio arcuato di invenzione di Edoardo Marchionni che precedentemente è stato sperimentato nei restauri dei mosaici del Battistero di Firenze. Infine si provvede al distacco delle carte e alla pulitura. Le operazioni di distacco sono condotte da Italo Bichi e Guido Mannucci.Si provvede per ultimo al consolidamento di tutto il margine superiore del mosaico a contatto con le cornici del soffitto, assicurando con cemento le slabbrature (TURA 1916, I restauri in corso al mosaico).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

pulitura

Description

La pulitura riguarda la fascia superiore dei mosaici, nascosta dietro le cornici perimetrali del soffitto. Le parti così scoperte sono lavate e si provvede alla ricollocazione delle cornici stesse in modo da evitare di celare la parte terminale della decorazione musiva (TURA 1916, I restauri in corso al mosaico).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

integrazione / rifacimento

Description

La direzione dei lavori decide che l'intervento di restauro provveda alla totale restituzione a mosaico della decorazione crollata a seguito dello scoppio della bomba austriaca, derogando alla pratica già in quegli anni adottata presso la Soprintendenza ravennate di colmare a pittura le lacune del tessellato (ad eccezione dei casi di mancanza di piccoli gruppi sporadici di tessere). Sono recuperate tra le macerie del crollo le tessere originarie, nonché alcuni frammenti musivi (due pezzi della testa, un frammento delle mano e una estremità della branda del paralitico, il pezzo centrale della corona del riquadro con la conchiglia). Al ripristino del riquadro con Conchiglia servono da modello tutte le analoghe figurazioni presenti in basilica; per i riquadri della Guarigione del paralitico di Bethesda e del Profeta sono impiegati ingrandimenti a grandezza naturale delle due rispettive fotografie del Ricci n. 128 e Alinari n. 18231. Sulla scorta di tali fotografie sono preparati su carta lucida i modelli colorati delle parti da restaurare e su di essi sono adagiati i frammenti superstiti completando a rovescio le zone ad essi attigue. Il resto del mosaico è integrato direttamente sulla parete, avvalendosi del materiale recuperato tra le macerie, ma dovendo necessariamente impiegare anche materiale moderno (tessere dorate e tessere turchine sono impiegate per colmare le lacune nei margini superiori del mosaico lungo le pareti) (RICCI 1933, Monumenti).Nella parete meridionale l'opera di rifacimento è limitata alla prima Conchiglia di destra (il fregio in alto, a sinistra e a destra, la crocetta sormontante la conchiglia, la colomba a destra e la parte tra queste compresa) e alla scena dell'Apparizione di Cristo agli Apostoli e l'incredulità di San Tommaso (a parte l'inserzione di tessere sporadiche, l'intervento più consistente riguarda l'angolo superiore a destra, alcune parti del nimbo di Cristo, la porzione di tetto e di fregio a contatto con il nimbo). I rifacimenti delle figure musive sono eseguiti da Giuseppe Zampiga, mentre si devono a Italo Bichi buona parte della Conchiglia della parete settentrionale, il nimbo argentato del Profeta sottostante, la Conchiglia della parete meridionale (la colomba di destra e parecchi tratti di fregi e fondo). Guido Mannucci esegue altre parti ornamentali, mentre Carlo Magistri esegue la colomba di sinistra della Conchiglia della parete settentrionale.Lungo tutto il margine superiore del mosaico a contatto con il soffitto sono rifatti piccoli tratti del fregio, dei fondi e della sommità delle figurazioni nei riquadri cristologici delle due pareti (TURA 1916, I restauri in corso al mosaico). Si provvede anche alla rimozione di alcune fra le integrazioni realizzate da Felice Kibel. Le correzioni ai restauri del Kibel si limitano perlopiù al rifacimento di alcune aree di fondo dorato nella parete settentrionale (a sinistra del primo Profeta, al di sopra del secondo Profeta e una piccola integrazione all'estrema sinistra della scena della Guarigione del paralitico di Bethesda). La scelta è dettata dall'impiego di materiali inadeguati (tessere dorate con smalto rosso a supporto della foglia d'oro e cubetti di sasso giallo che generavano un fastidioso effetto a scacchiera).Il davanzale di tutte le finestre della parete settentrionale è ricondotto all'altezza originale, eliminando la sopraelevazione della banchina e il duplice fregio mosaicato aggiunto dal Kibel per decorare l'alzato (TURA 1916, I restauri in corso al mosaico).È emendata la decorazione a pittura degli stipiti e dei sottarchi di alcune finestre della parete settentrionale: tale decorazione pittorica è stata realizzata nel 1900 da Alessandro Azzaroni riproponendo in ogni finestra la decorazione della rispettiva opposta. Essendo stati rinvenute ulteriori tracce di mosaico che smentiscono in alcuni casi tale corrispondenza, in questi casi è eliminato il rifacimento pittorico dell'Azzaroni ed è ripresa a pittura la decorazione originaria (GEROLA 1917, La tecnica dei restauri ai mosaici).

PRESERVATION STATUS & RESTORATION (9)

PRESERVATION STATUS

Date

1945, ante | 1945

Description

Durante il secondo conflitto mondiale sono applicati particolari sistemi protettivi per salvaguardare i mosaici di Sant'Apollinare Nuovo dai pericoli bellici (dapprima incastellature di legno a più piani con sacchi di sabbia, poi tele applicate direttamente alla superficie per facilitare il recupero delle tessere in caso di distacchi e di cedimenti dell'intonaco a causa dello spostamento d'aria prodotto dalle bombe). Inoltre sono costruiti sostegni in murature sotto le arcate della navata centrale per ridurre gli effetti delle vibrazioni provocate dalle esplosioni delle bombe e murature sulle 22 finestre della navata centrale, sulla porta centrale e una sulla porta laterale di ingresso alla basilica per proteggere l'interno dalle schegge di bombe (AVSRa, cartella 34/267; Notiziario Felix Ravenna 1950, 52). In effetti i bombardamenti del 25 agosto e del 4 settembre provocano il distacco di vaste zone della superficie musiva dagli strati di sottofondo. La basilica, danneggiata dal tempo ma soprattutto dagli effetti dei bombardamenti rilevati nelle vicine adiacenze, è in condizioni conservative precarie. Così nell'agosto del 1949 una Commissione Ministeriale è incaricata di valutarne i danni. Dal sopralluogo e dagli esami effettuati è constatato un progressivo degrado statico a cui la basilica non è riuscita a sottrarsi e che conseguentemente investe anche i mosaici (BOVINI 1950, L'ultimo pannello musivo; BOVINI 1952, Nuove constatazioni sulla tecnica; BOVINI 1953, Nuovissime osservazioni sulla tecnica; IANNUCCI 1993, Problemi di restauro e conservazione; GARAVELLI 1999, Il cantiere di Sant'Apollinare Nuovo).

RESTORATION

Date

1947 - 1957

Reference to the part

Moltiplicazione dei pani; Chiamata di Pietro e Andrea; Guarigione dei ciechi di Gerico; Guarigione dell'Emorroissa; La Samaritana al pozzo; Resurrezione di Lazzaro; Parabola del pubblicano e del fariseo; Offerta dell'obolo della vedova; Parabola del regno di Dio e del Giudizio Finale; Guarigione del paralitico di Cafarnao; Guarigione dell'ossesso nel paese dei Geraseni; Guarigione del paralitico di Bethesda; Conchiglia con colombe; Profeti; Polli sultani con cantharos; Parrocchetti dal collare con cantharos; Coturnici con cantharos; Civitas Classis; Teoria delle sante; Vergine in trono; Ultima cena; Preghiera nell'orto degli ulivi; Tradimento di Giuda; Gesù condotto in giudizio; Gesù davanti al Sinedrio; Annuncio della negazione di Pietro; La negazione di Pietro; Il pentimento di Giuda; Cristo davanti a Ponzio Pilato; Andata di Gesù al calvario; Le pie donne al sepolcro; I discepoli in cammino verso Emmaus; Apparizione di Cristo agli Apostoli e l'incredulità di Tommaso; motivi decorativi nei sottarchi delle finestre; Palatium

Responsible institution

Ravenna, Soprintendenza ai Monumenti (dal 1907)

Management of the work

Corrado Capezzuoli

Those who did the work

Giuseppe Salietti; Gruppo Mosaicisti di Ravenna (durante i diversi lotti che si susseguirono operarono fra gli altri Alberto Melano, Giordano Mazzotti, Libera Musiani, Romolo Papa, Renato Signorini, Antonio Rocchi, Zelo Molducci, Missiroli, Isler Medici, Ines Morigi, Giuseppe Salietti)

Description

Gli interventi di restauro, divisi in diversi lotti lungo un decennio, sono volti principalmente al consolidamento dei mosaici che mostrano distacchi dei sottofondi (IANNUCCI 1990, Per la fondazione di una storia; NOVARA 1998, Ubi multi peccatores).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

consolidamento

Description

Per il consolidamento delle porzioni musive distaccate si interviene con il metodo del distacco che prevede la rimozione delle sezioni musive previo incollaggio di fogli di carte (cinque o sei strati di carta fine e due di carta più grossolana), lo smontaggio di due filari di tessere di contorno, la posa in opera di testimoni a vite per fissare lo spessore degli strati di allettamento e l'orientamento delle sezioni, la pulitura del retro delle sezioni, la ricollocazione in situ delle sezioni su nuovo intonaco in cemento steso su un reticolato di filo di ferro di aggrappaggio. Si opera con il metodo del distacco sia sulla parete settentrionale (registro superiore e registro mediano ad esclusione delle figure restaurate da Felice Kibel, registro inferiore gran parte della Civitas Classis, parte alta delle Sante a confine con la cornice a greca, la base dei due angeli a destra della Vergine in trono) sia sulla parete meridionale (registro superiore, parte del registro mediano, il Palatium nel registro inferiore) (IANNUCCI 1990, Per la fondazione di una storia; IANNUCCI 1992, Appunti per una storiografia del restauro; NOVARA 1998, Ubi multi peccatores).A tale metodo si eccettua nel caso dei pannelli cristologici che sono collocati su supporti cementizi amovibili, eseguiti fuori opera e ricollocati in situ con l'ausilio di grappe. Solo quattro pannelli della parete settentrionale sono riallettati direttamente sulla muratura: fra questi quello raffigurante la Guarigione del paralitico di Cafarnao e quello in cui è rappresentata la Guarigione dell'ossesso nel paese dei Geresani; questi riquadri sono infatti restaurati e consolidati direttamente sulla parete attuando un criterio diverso dagli altri riquadri (AVSRa, cartella 39/290). La collocazione su supporto mobile permette lo smontaggio delle scene cristologiche nel 1957 durante i lavori di restauro del tetto; dall'agosto 1957 all'ottobre 1958 i pannelli - ovviamente eccezion fatta dei quattro della parete sinistra ricollocati direttamente a contatto dei muri tramite una colata di calce e quindi inamovibili - sono esposti, insieme a un riquadro con Conchiglia, alla Mostra dei mosaici con scene cristologiche di San Apollinare Nuovo, curata da Giuseppe Bovini, che si tiene presso il Museo Nazionale di Ravenna (BOVINI 1957, Catalogo della Mostra dei Mosaici; BOVINI 1961, Mosaici di S. Apollinare Nuovo).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

pulitura

Description

La superficie del ciclo musivo è pulita mediante l'ausilio di soluzioni acide e spazzole (AVSRa, Cartella 29/229).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

integrazione / rifacimento

Description

La direzione dei lavori stabilisce che si devono rispettare nella loro integrità, in quanto oramai storicizzati, i restauri ottocenteschi: si decide perciò di non intervenire sui rifacimenti kibeliani. Diverso è il caso inerente al riquadro raffigurante Le nozze di Cana. Il Kibel ha infatti operato nelle zone lacunose in maniera arbitraria interpretando in modo errato il contenuto iconografico della scena. Per questo motivo si apre un acceso dibattito che vede Giuseppe Bovini assertore di una quanto mai necessaria sostituzione completa del restauro kibeliano con un rifacimento moderno e corretto dal punto di vista dell'iconografia (da realizzarsi grazie alle competenze del Gruppo Mosaicisti). L'intervento doveva essere reso riconoscibile evidenziando l'aggiornata ricostruzione con una fila di tessere di altro colore, secondo il metodo effettuato nel catino absidale di Sant'Apollinare in Classe. La proposta non viene accettata e l'integrazione del Kibel, pur errata, sopravvive; si opera comunque distinguendola dall'originale attraverso l'evidenziazione con una fila di tessera bianche (BOVINI 1950, L'ultimo pannello musivo; BOVINI 1957, Catalogo della Mostra dei Mosaici).Sono eseguiti numerosi interventi di integrazione e sutura delle piccole lesioni delle parti cadute o sollevate con nuove tessere: le parti che non hanno bisogno di interventi sono i riquadri raffiguranti La moltiplicazione dei pani e dei pesci, La samaritana al pozzo, Cristo davanti a Caifa. È rifatta la greca dipinta (AVSRa cartella 39/290).

PRESERVATION STATUS & RESTORATION (10)

PRESERVATION STATUS

Date

1989, ante | 1989

Reference to the part

Andata di Gesù al calvario; Le pie donne al sepolcro; I discepoli in cammino verso Emmaus; Apparizione di Cristo agli Apostoli e l'incredulità di Tommaso; Conchiglia; Profeti (parete meridionale); Palatium

Description

È riscontrata la perdita di coerenza dello smalto delle tessere turchesi più facilmente degradabili per loro natura sodico-calcica. Si accerta la presenza di una patina nerastra sulla superficie delle tessere di calcare rosa dovuta all'alterazione di antichi trattamenti (olii) e la perdita della cartellina e/o della lamina metallica nelle tessere auree ed in quelle argento. Infine sono riscontrati distacchi fra il primo ed il secondo strato di malta e fra il primo strato e la muratura (SCUOLA PER IL RESTAURO DEL MOSAICO RAVENNA 2000, Sant'Apollinare Nuovo).

RESTORATION

Date

1989 - 1995

Reference to the part

Andata di Gesù al calvario; Le pie donne al sepolcro; I discepoli in cammino verso Emmaus; Apparizione di Cristo agli Apostoli e l'incredulità di Tommaso; Conchiglia; Profeti (parete meridionale); Palatium

Responsible institution

Ravenna, Soprintendenza per i Beni Architettonici e Ambientali

Those who did the work

Scuola per il Restauro del Mosaico di Ravenna

Description

Il restauro prevede il consolidamento delle tessere e delle malte, l'integrazione delle lacune e la pulitura (SCUOLA PER IL RESTAURO DEL MOSAICO RAVENNA 2000, Sant'Apollinare Nuovo).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

consolidamento

Description

Le tessere a foglia metallica sono trattate con Paraloid B72 diluito in clorotene per il fissaggio delle cartelline e per la protezione delle foglie metalliche. Le tessere vetrose turchesi sono consolidate con CTS 1000 e BS 44.Per il ripristino della capacità adesiva delle malte si interviene con iniezioni di leganti idraulici Ledan TB1 e Ital B. La parte terminale a destra del Palatium fra il timpano e la zona raffigurante la città di Ravenna è trattata con malta idraulica da iniezione PLM. Per il consolidamento delle malte di allettamento si interviene tramite iniezione di resina acrilica in soluzione acquosa al 40% (SCUOLA PER IL RESTAURO DEL MOSAICO RAVENNA 2000, Sant'Apollinare Nuovo).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

pulitura

Description

Il deposito superficiale di varia natura è rimosso con acqua deionizzata e mezzi meccanici quali spazzolini morbidi e spazzole di saggina. Le incrostazioni sono rimosse, a seguito di alcuni saggi di pulitura, mediante impacchi in polpa di cellulosa di AB57 e di bicarbonato d'ammonio. Un particolare trattamento è necessario per la rimozione della patina nerastra che interessa le tessere di calcare rosa. A tal fine sono impiegati impacchi White Spirit e Trietalonammina (SCUOLA PER IL RESTAURO DEL MOSAICO RAVENNA 2000, Sant'Apollinare Nuovo).

INTERVENTION

Title of the intervention carried out during restoration

integrazione / rifacimento

Description

Le lacune del tessellato sono reintegrate mediante tessere in malta. A tale scopo sono realizzate in laboratorio pizze di calce idraulica (Lafarge) e carbonato di calcio micronizzato, successivamente ridotte in tessere, allettate su malta idraulica ed infine dipinte ad acquerello e tempera ad imitazione del colore originale. Si provvede inoltre all'integrazione pittorica della cornice a greca con acquerello a finto tessellato, in base alla tecnica di realizzazione della cornice stessa (SCUOLA PER IL RESTAURO DEL MOSAICO RAVENNA 2000, Sant'Apollinare Nuovo).

09/10/1989

diffrattometria ai raggi X (XRD)

Per quanto riguarda i sottofondi pertinenti al restauro di Felice Kibel è riscontrata la presenza dello stucco oleoso nel terzo strato, dove la calcite (75%) è arricchita di materiale organico ed ossalato di calcio. Lo strato mediano kibeliano è composto da calcite (80%) con tracce di quarzo, sostanze organiche e ossalato di calcio. Il primo strato è molto simile al secondo, con minori quantità di sostanze organiche e di ossalato di calcio (IANNUCCI 1990, Per la fondazione di una storia; NOVARA 1998, Ubi multi peccatores; SCUOLA PER IL RESTAURO DEL MOSAICO RAVENNA 2000, Sant'Apollinare Nuovo). Per quanto riguarda i sottofondi di epoca teodoriciana e agnelliana si veda il paragrafo strati di sottofondo (ST).

Faenza, CNR IRTEC

05/10/1989

analisi termodifferenziali (DTA)

Per quanto riguarda i risultati si veda il paragrafo strati di sottofondo (ST).

Faenza, CNR IRTEC

1989

indagine endoscopica

L'indagine conferma la presenza di tre strati di sottofondo in corrispondenza sia delle pertinenze teodoriciane e di quelle agnelliane, che delle zone restaurate da Felice Kibel. In tutte e tre i casi lo spessore dei tre strati è indicativamente di 6 cm. Tramite endoscopio è stata inoltre individuata la presenza di fibre vegetali (paglia) aggiunta all'impasto di calce (IANNUCCI 1990, Per la fondazione di una storia; NOVARA 1998, Ubi multi peccatores; SCUOLA PER IL RESTAURO DEL MOSAICO RAVENNA 2000, Sant'Apollinare Nuovo).

Faenza, CNR IRTEC

1989 - 1990

indagine elettromagnetica impulsiva (georadar)

Tale tipo di indagine consente di rilevare la presenza di zone di distacco della superficie musiva e la localizzazione di chiodi e grappe di ferro e di distinguere le zone di restauro dal mosaico originale per la diversa composizione delle malte utilizzate. Tale indagine è condotta sulla parete meridionale, registro inferiore, ala destra del Palatium (FINZI 1992, Un esperimento di diagnostica microstrutturale).

Faenza, CNR IRTEC

1994

analisi riflettografica

Le informazioni evinte da indagini di tipo fotografico, riflettografico, termografico e fotogrammetrico sono elaborate e visualizzate mediante l'impiego del software Matlab unitamente a Toolbox Image Processing, per il trattamento dei dati e di immagini bitmap, allo scopo di migliorarne la leggibilità, il confronto e dunque accrescere le possibilità interpretative dei problemi indagati, riguardanti la valutazione dello stato di conservazione della superficie musiva e dei sottofondi. Per la creazione e il trattamento di immagini vettoriali sono impiegati i software AutoCAD e RealView. Tali indagini riguardano in particolare il Palatium, nel registro inferiore della parete meridionale (IANNUCCI 1996, I mosaici di S. Apollinare Nuovo, IANNUCCI 1997, Nuove indagini sui mosaici).

Le indagini riflettografiche consentono di individuare i confini fra zone musive risalenti a periodi diversi e di riconoscere le differenze tra campiture e tessere simili ad occhio nudo, determinate da variazioni nella composizione chimica o da fenomeni di degrado. Mediante grafici tridimensionali delle intensità dell'immagine è possibile evidenziare zone di diversa luminosità del mosaico, dovute ad una diversa sollecitazione della superficie originale rispetto a quella delle parti restaurate, in modo da individuarle con maggior sicurezza. È possibile inoltre identificare con maggior precisione le variazioni fra tessere dello stesso colore apparentemente uniformi, facendo emergere differenze minime di composizione chimica delle stesse. Le indagine termiche consentono di individuare la presenza di zone di distacco, di zone cementate e di elementi metallici (chiodi di ferro a testa larga). A partire dai rilievi fotogrammetrici è realizzata una mappatura bidimensionale e successivamente una sua rappresentazione tridimensionale in scala 1:1. L'integrazione dei dati termografici e fotogrammetrici consente di fornire una valutazione qualitativa della profondità dei distacchi tra gli strati di sottofondo e delle loro dimensioni. Ultima e imprescindibile fase di questo studio è la sovrapposizione, ovvero il confronto, dei dati conoscitivi raccolti e rappresentati, al fine di creare una banca dati del materiale prodotto (IANNUCCI 1996, I mosaici di S. Apollinare Nuovo, IANNUCCI 1997, Nuove indagini sui mosaici).

Faenza, CNR IRTEC

LEGAL STATUS AND RESTRICTION

LEGAL STATUS

General indication

proprietà Ente ecclesiastico

Specific indication

Archidiocesi di Ravenna - Cervia

Address

piazza Arcivescovado 1, 48100 Ravenna

DOCUMENTARY & INFORMATIVE SOURCES

grafici/ra_san_39_6-med.jpg

Ravenna, S. Apollinare Nuovo, intero complesso decorativo

IMAGES

immagini_scheda/ra_san_065-med.jpg

Ravenna, S. Apollinare Nuovo

IMAGES

immagini_scheda/ra_san_039_ICON_-med.jpg

Ravenna, S. Apollinare Nuovo

IMAGES

immagini_scheda/ra_san_esterno-med.jpg

Ravenna, S. Apollinare Nuovo, esterno

IMAGES

immagini_scheda/ra_san_066-med.jpg

Ravenna, S. Apollinare Nuovo

relazione

Novelli Carlo

1895

Ravenna, Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio

AVSRa /32

Relazione di restauro

lettera

Novelli Carlo

16 giugno 1895

Ravenna, Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio

AVSRa /32

Lettera di Carlo Novelli all'Ufficio tecnico Regionale

lettera

Bocci Icilio

5 gennaio 1899

Ravenna, Biblioteca Classense

Carteggio Ricci Monumenti 1898-99, n. 2

[Lettera di Icilio Bocci a Corrado Ricci sui restauri a S. Apollinare Nuovo e altre questioni]

lettera

Bocci Icilio

15 gennaio 1899

Ravenna, Biblioteca Classense

Carteggio Ricci Monumenti 1898-99, n. 7

[Lettera di Icilio Bocci a Corrado Ricci sullo stato dei lavori di restauro in S. Apollinare Nuovo]

lettera

Ricci Corrado

17 gennaio 1899

Ravenna, Biblioteca Classense

Carteggio Ricci Monumenti 1898-99, n. 9

[Osservazioni di Corrado Ricci su un intervento operato da Icilio Bocci in S. Apollinare Nuovo]

lettera

Bocci Icilio

1 febbraio 1899

Ravenna, Biblioteca Classense

Carteggio Ricci Monumenti 1898-99, n. 17

[Lettera di Icilio Bocci a Corrado Ricci sugli interventi operati a S. Apollinare Nuovo e altre questioni]

relazione

Ricci Corrado

agosto 1899

Ravenna, Biblioteca Classense

Carteggio Ricci Monumenti 1898-99, n. 69

[Relazione di Corrado Ricci sui restauri a S. Apollinare Nuovo, Galla Placidia, S. Apollinare in Classe, San Vitale]

preventivo

30 marzo 1946

Ravenna, Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio

AVSRa 34/267

Preventivo di spesa per la demolizione di opere di protezione antiaerea alla basilica di Sant'Apollinare Nuovo

perizia

maggio 1951

Ravenna, Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio

AVSRa 29/229

Relazione di restauro riguardante le operazioni svolte dal gruppo mosaicisti nella primavera del 1951

relazione di restauro

Salietti Giuseppe

27 dicembre 1957

Ravenna, Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio

AVSRa 39/290

Relazione di restauro Gruppo Mosaicisti relativa ai restauri praticati sui mosaici dal luglio al dicembre 1957

BIBLIOGRAPHY

AGNELLUS RAVENNATIS Liber pontificalis ecclesiae Ravennatis

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AGNELLUS RAVENNATIS Liber pontificalis ecclesiae Ravennatis

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ANGIOLINI MARTINELLI, PATRIZIA L'immagine di Cristo nell'antica arte ravennate : Riassunto

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ANSELMI, SERGIO I traffici al tempo di Teoderico

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BOVINI, GIUSEPPE L'antica abside e la cripta di S. Apollinare Nuovo in Ravenna

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BOVINI, GIUSEPPE La mostra dei mosaici ravennati a Parigi

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BOVINI, GIUSEPPE L''aspetto primitivo del mosaico teodoriciano raffigurante la "civitas Classis" in S. Apollinare Nuovo

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BOVINI, GIUSEPPE Nuove constatazioni sulla tecnica e sui mosaici di S. Apollinare Nuovo di Ravenna

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BOVINI, GIUSEPPE Osservazioni sul frontone del "Palatium" di Teodorico figurato nel mosaico di S. Apollinare Nuovo di Ravenna

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BOVINI, GIUSEPPE Particolarità dei mosaici di Ravenna

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BOVINI, GIUSEPPE Ultimi ritrovamenti ed ultime indagini sui monumenti di Ravenna

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BOVINI, GIUSEPPE Note sul presunto ritratto musivo di Giustiniano in S. Apollinare Nuovo di Ravenna

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BOVINI, GIUSEPPE La teoria delle Sante e dei Martiri in S. Apollinare Nuovo

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BOVINI, GIUSEPPE Note sull'arte dei "Magistri musivarii" cui Teodorico affidò la decorazione dei pannelli con scene cristologiche nella sua basilica palatina di Ravenna

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BOVINI, GIUSEPPE La vita di Cristo nei mosaici di S. Apollinare Nuovo di Ravenna

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BOVINI, GIUSEPPE La basilica di S. Apollinare Nuovo di Ravenna

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BOVINI, GIUSEPPE La raffigurazione della "civitas Classis" e dell'imboccatura dell'antico porto della città nei mosaici di S. Apollinare Nuovo di Ravenna

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BOVINI, GIUSEPPE Principale bibliografia su Ravenna romana paleocristiana e paleobizantina

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BOVINI, GIUSEPPE I "maestri" delle teorie dei martiri e delle sante in S. Apollinare Nuovo di Ravenna

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BOVINI, GIUSEPPE "Cristo vincitore delle forze del male" nell'iconografia paleocristiana ravennate

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BOVINI, GIUSEPPE Antichi rifacimenti nei mosaici di S. Apollinare Nuovo di Ravenna

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BOVINI, GIUSEPPE Il significato delle "mani velate" nell'antica arte ravennate

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BOVINI, GIUSEPPE Osservazioni in merito all'infondatezza del restauro di Felice Kibel nel completamento dell'immagine di Cristo in trono nei mosaici di S. Apollinare Nuovo di Ravenna

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BOVINI, GIUSEPPE Saggio di bibliografia su Ravenna antica

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BOVINI, GIUSEPPE La raffigurazione dell'offerta dei Magi nell'arte paleocristiana di Ravenna

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BOVINI, GIUSEPPE Edifici di culto d'età teodoriciana e giustinianea a Ravenna

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BOVINI, GIUSEPPE Le "tovaglie d'altare" ricamate ricordate da Andrea Agnello nel Liber Pontificalis Ecclesiae Ravennatis

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BOVINI, GIUSEPPE L'immagine della Vergine nelle opere d'arte ravennati d'età paleocristiana

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CIAMPINI, GIOVANNI Vetera monimenta, in quibus praecipue musiva opera sacrarum profanarumque aedium structura, ac nonnulli antiqui ritus, dissertationibus, iconibusque illustrantur. Pars secunda

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Notes

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